Creato da quintovento il 07/11/2006

_aria nuova_

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Post n°353 pubblicato il 13 Giugno 2011 da quintovento

le piccole, infinitesimali, cose che ti danno fastidio di lui e che ti fanno dire "è proprio un figlio di..."
che poi in fondo non è niente cancellare dalla bacheca il nome di una tizia con cui hai fatto amicizia su fb

è una cazzata, piccolissima

che però fa riflettere un cervello contorto come il mio

alla fine non mi devi niente, per carità

il fatto è che lo so già che dirai di no perchè non hai le palle, non tanto di (ri)provarci quanto di rivedermi, non hai le palle come credevo di non avercele io, eppure...

 
 
 

le 4 e mezzo

Post n°352 pubblicato il 11 Giugno 2011 da quintovento

è che mi manchi come te ne fossi andato appena ieri
è che mi torni in mente all'improvviso
è che ogni tanto davvero torni all'improvviso
è che un po' ti sento qui come se ci fossi davvero

è che non si sei se non nei pensieri
è che so già che non ci sarai

 
 
 

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Post n°351 pubblicato il 06 Giugno 2011 da quintovento

dietro la porta ci sei tu, seduto su un divano blu, con le scarpe nuove, anche quelle blu
quelle che avevamo comprato insieme si sono già rovinate e mi fai notare che è passato quasi un anno da quando è successo
al polso hai il braccialetto che ti ho regalato per natale e io forse ho perso o gettato via con rabbia il portachiavi che mi avevi portato dal tuo viaggio di capodanno
nel cassettino della macchina però c'è ancora il pupazzetto pescato la sera che ci siamo conosciuti
quando tu avevi la cannottiera bianca e il costume ed eravamo tutti sporchi di sabbia, seduti su una panchina in mezzo alla strada
mi racconti del trasferimento a lavoro, di quel piccolo viaggio in S. e io trovo un modo vago per ricordarti che saremmo dovuti partire insieme, chissà se ci hai pensato quando l'aereo si è alzato in volo

e in piedi vicino alla finestra ti guardo e sembri più alto e sembri più uomo e mi tiri un cuscino
e io non resisto a non punzecchiarti
e fingi di picchiarmi e mi stringi i polsi avvicinandomi a te

e poi non è più un abbracciarsi per gioco, è adagiarsi tra le tue braccia e rimanere lì, come fosse la cosa più normale del mondo e visto che ce ne stiamo qui a parlare di tutti gli aerei che sono partiti senza di noi perchè allora non partiamo davvero io e te chi se ne frega dove

e quasi baciarsi e quasi ricaderci e cascare invece nei soliti noiosi discorsi come se però non fosse passato nemmeno un giorno
e pensare che forse è meglio lasciar stare
e pensare che forse però si potrebbe ancora provare
e poi lasciarsi così, con nulla di deciso, come al solito senza aver chiarito o risolto nulla

ma stavolta nessuna ansia incontrollata,
stavolta ho capito che non siamo capaci di parlare e non lo saremo mai,
non siamo capaci di esprimere e forse non lo impareremo mai
"sai che non sono un tipo emotivo" ed è questo "sai che" che sembra tranquillizzarmi, questo sapere che in qualche modo ti conosco, che mi conosci, che abbiamo un passato, qualcosa che ha resistito nonostante i mesi di silenzio

e in un certo senso lascio a te la prossima mossa
e tu dici che come al solito me ne sto lavando le mani
ma alla fine non posso pretendere che tu sappia cosa fare se io per prima non lo so
non so nemmeno cosa voglio da te e se voglio te

l'unica cosa che so è che dovrei lasciar stare
ma chissà se lo farò
se lo faremo

 
 
 

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Post n°350 pubblicato il 28 Maggio 2011 da quintovento

e basta pensare sempre alle stesse identiche cose

è alienante

e che cazzo

 
 
 

le 3 e 12

Post n°349 pubblicato il 27 Maggio 2011 da quintovento

questo attaccamento morboso al passato
e soprattutto a te
che sei più che passato

non va bene
non va affatto bene

 
 
 

-

Post n°348 pubblicato il 24 Maggio 2011 da quintovento

il problema è che penso che ogni tanto mi pensi

(perché non puoi aver preso un aereo per la sardegna e non aver pensato, almeno per un attimo, a quello che è partito senza di noi)

 
 
 

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Post n°347 pubblicato il 20 Maggio 2011 da quintovento

poi c'è la musica e c'è l'alcol
le chiacchiere infinite con un'amica
sempre lo stesso argomento
sempre gli stessi pensieri

o forse no

perchè, sempre più spesso, mi viene da pensare:

"ma sti cazzi!"

 
 
 

le 16 e 44

Post n°346 pubblicato il 16 Maggio 2011 da quintovento

la verità è che non sono proprio capace
ho delle serie difficoltà nei rapporti sociali

non so mai se chiamare o meno
se mandare un messaggio o meno

non so mai quando è il momento di essere morbida e quando prendere in mano la situazione
non sono capace nemmeno a sbroccare
o ad esprimere anche il minimo interesse per una persona
e trovare persone più incapaci di me non aiuta certo a migliorare la situazione

anche perchè poi passo il tempo a chiedermi se non fai nessuna mossa perchè sei idiota come me o semplicemente perchè non ti interesso abbastanza

che scazzo essere me

 
 
 

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Post n°345 pubblicato il 15 Maggio 2011 da quintovento

c'è che era dolce il modo in cui mi ferivi tu
talmente dolce che è dolce anche ricordarlo

c'è che ieri sera ti ho pensato
fissando gli spazi tra i san pietrini per arrivare al bar
guardando di lato e vedendo accanto a me due scarpe che non erano le tue

ho pensato al motivo per cui torni, ogni tanto
ho cercato di capire il motivo per cui ero lì

e mi sono resa conto che molti dei miei comportamenti negli ultimi mesi sono stati solo delle reazioni ai tuoi atteggiamenti

e oggi, col senno di poi e avendo già scoperto quanto è stronzo il proprietario di quelle due scarpe, mi chiedo se tutto quello che è successo ieri è stata l'ennesima reazione a te
mi chiedo il perchè di queste infinite, precise, coincidenze

 
 
 

[ri-pensandoci alle 19 e 08]

Post n°344 pubblicato il 14 Maggio 2011 da quintovento

in quella foto siamo io e te
io me ne sto racchiusa nel riflesso sui tuoi occhiali da sole
è stato-forse-il giorno più bello che abbiamo passato insieme
l'ultimo giorno di mare
il sole di settembre e lasciar scivolare il dito sulla tua pelle ambrata
non ci siamo staccati un attimo quel giorno
io che non sono così
tu che non sei così
ce ne stavamo appiccicati che sembrava avessimo la colla
e ricordo che ti guardavo e non ci credevo
e ricordo che ti guardavo e pensavo che le favole a volte non son soltanto favole
e ricordo che ti guardavo e tutto quello che volevo fare era respirarti
e ricordo che ti guardavo e mi chiedevo quando ti saresti stancato, quando avrei smesso di essere una novità e sarei diventata abitudine
e ricordo che per sms ho detto a M. che le cose belle possono succedere
le ho detto che, un giorno avrebbe dovuto ricordarmi quanto ero felice in quel momento perchè forse non lo sarei stata più in quel modo
mesi dopo ho mandato un sms a M. dicendole che, se mai avessi deciso di perdonarti ancora, avrebbe dovuto ricordarmi quanto ero incazzata, ferita, triste e delusa in quel momento
ma ti ho perdonato ancora
e ancora
e ancora
finchè non ho finito la pazienza e le scuse
però in quella foto siamo io e te
e sarebbe bello che, riguardandola anche tu ricordassi quant'era semplice, perchè era quello a renderlo così speciale

 
 
 

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Post n°343 pubblicato il 13 Maggio 2011 da quintovento

siamo stati una stagione, in fondo
l'estate che finisce e le prime magliette a maniche lunghe
il sole che piano si fa sempre più tiepido e non scalda più
il vento che comincia a soffiare tra gli alberi
la notte prima di halloweeen
la neve che cade bianca
e la vigilia di natale
il nuovo anno che comincia
e poi quasi più niente

[le ho riguardate anch'io le foto
ed è vero
sorridevamo sempre
sembravamo felici
e cercavamo di farcela durare il più possibile]

e
ravamo poche ore, in fondo
le notti insonni e i rientri a lavoro di corsa
i cornetti al cioccolato alle 3 del mattino
e addormentarsi-quasi-abbracciati
il traffico di Roma nell'ora di punta
la befana a piazza navona
il lungotevere e il mago guarda di trastevere
sfidarsi ai giochi idioti dell'iphone e non riuscire a dormire

eravamo così diversi, in fondo
però la notte eravamo quasi uguali
nelle parole e nei progetti
nelle distanze brevi ma impercorribili
nei brevi silenzi e nelle confessioni

non so parlare, non so dire
ma sapevi ascoltare quello che non dicevo
e mi piaceva così tanto il modo in cui sorridevi
così tanto da incantarmi
e ho riso, stupita, della tua scenata di gelosia davanti a quel bagno al chiosco al foro italico
che motivo avevi di essere geloso di me?
che motivo avevi se forse, in fondo, non mi volevi nemmeno lì in quel momento?

eh sì, ne abbiamo avuti di momenti
passeggiare tenendosi per mano sul lungo lago e fermarsi a baciarsi
controsole
e del tuo viso distinguere solo i contorni
e mi piaceva così tanto la tua voce
che arrivava sempre inaspettata

se mi chiedessero di che colore hai gli occhi forse non lo saprei dire
però saprei anticipare le espressioni del tuo viso ad ogni mia parola
perchè quello che mi piaceva di più era dentro e non fuori
anche ieri, quando sei sceso dalla moto e ti sei tolto il casco e parecchi si son girati a guardare mentre ti sistemavi i capelli nello specchietto, ioo ieri guardavo i movimenti delle tue mani, per vedere se li ricordavo ancora
se eri cambiato

ma, in fondo, è passato
perchè se tu non appari io ti penso sempre meno
e mi manchi sempre meno
quando poi sei qui vorrei che non andassi più via
ma la verità forse è che non mi importa più
non mi importa più perchè non lo sai neanche tu quello che vuoi e perchè torni qui
non c'è più niente qui, non ci sono più nemmeno io

[e la barista ti guardava perchè ti aveva riconosciuto, ha guardato te e poi ha guardato me, come a cercare conferma, ma cosa vuoi...qui di conferme non ce ne sono state mai...rimettiti il casco e tornatene da dove si venuto]

 
 
 

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Post n°342 pubblicato il 13 Maggio 2011 da quintovento

la verità, forse, è che a me piace questa precarietà, questo vivere sul filo del rasoio, stare lì sul bordo del burrone, guardare ogni tanto di sotto, star quasi per scivolare e far cadere giù qualche sassolino e non sentirne nemmeno il rumore quando cade per quanto è fondo

la verità, forse, è che a me piace l'incertezza, credere di aver capito ma poi rimanere col dubbio, quest'avere dei punti fermi solo trasitori che si spostano allontanandosi e riavvicinandosi ad un ipotetico centro

la verità, forse, è che mi infilo solo nelle storie che so già come andranno a finire, quelle dove c'è scritto catastrofe da tutte le parti, quelle che la prima volta che lo guardi in faccia sai già che ti spezzerà il cuore in tanti minuscoli pezzettini

la verità, forse, è che sotto sotto siamo uguali
due stronzi che non sanno parlare, che non sanno dirsi le cose e sbagliamo i modi e i tempi, che non capiscono di provare, che non sanno dimostrare, che allontanano le persone prima per paura di essere allontanati poi

due distruttori
cosa potevamo creare?

 
 
 

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Post n°341 pubblicato il 03 Maggio 2011 da quintovento

riassumendo...
ho problemi a lavoro (se questa merda può essere considerata lavoro)
ho problemi su un altro lavoro a cui un po' avevo creduto e non è affatto una cosa fattibile
credo di star sviluppando qualche tipo di intolleranza alimentare e, calcolando che da sempre l'unico mio sfogo è il cibo...come posso sopravvivere?

mondo perchè ce l'hai con me?

in più ho il ciclo e sono zitella

ma che cazzo

 
 
 

ri-flessioni

Post n°340 pubblicato il 03 Maggio 2011 da quintovento

Ci sono modi e modi di vivere una storia. Io la vivevo aspettando la fine, ma non vivendo ogni minuto come se fosse l’ultimo, ma semplicemente scrutandolo con sospetto, per vedere se fosse effettivamente l’ultimo. E non è un bel modo di vivere questo,non è vivere affatto. E non so se dipendeva dal fatto che tu continuavi ad andare e tornare o da me che non avevo idea di quello che mi passava per il cuore, cercavo semplicemente di modularlo in base al tuo comportamento. E non era giusto.

A modo tuo, nella tua lucida follia, mi dicevi di pensare a ciò che volevo veramente, ma io sapevo che quello che volevo davvero tu non avresti voluto/potuto darmelo e allora facevo finta di volere quello che volevi tu.

Il problema era che non avevo la minima idea di quello che volevi come forse non ce l’avevi tu. Andavamo avanti così, senza parlare, senza confrontarci, io facevo finta che mi stesse bene e tu eri forse soddisfatto del fatto che mi stesse bene ,credevi di aver trovato, forse, un equilibrio. O almeno era questo che midicevi in quella che forse è stata la nostra unica chiacchierata a riguardo.

È un errore che non vorrei più fare, adattare i miei desideri a quelli di qualcun altro, cercare di modulare i miei sentimenti in base a quelli che credo provi qualcun altro e, soprattutto, non parlare.

Ma so già da adesso che non ne sarò capace

 
 
 

netto

Post n°339 pubblicato il 03 Maggio 2011 da quintovento

sarebbe bello poterne ridere subito e non dopo

sarebbe bello poterne ridere subito e non voltarsi verso chi ti sta guardando piangere senza poter fare niente e dirgli “un giorno ricordandoci di questo momentorideremo insieme”

sarebbe bello dover aspettare 5 minuti e poi dimenticare il dolore non mesi interi di strazio

è che le cose si dimenticano piano piano, un minuto alla volta, è come perdere i pezzi camminando, come sostituirli con pezzi nuovi senza accorgersene, come avere un meccanico che ci segue passo passo

il giorno prima stai di merda e dopo un po’ ti svegli e ti dici “ma come cazzo stavo?” e non sai come hai fatto a guarire.

Quello che ho imparato ultimamente è il taglio netto. Alla “veneranda” età di 28 anni non l’avevo ancora sperimentato, troppo codarda forse.

Il taglio netto consiste nel trasformare una persona che credevi stesse diventando la tua vita in un perfetto estraneo, il tutto nel giro di 5 secondi netti.

La cosa comporta: incazzatura iniziale che ti spinge all’azione, rimpianti, rimorsi, ripensamenti su ripensamenti, analisi della storia vissuta più o meno da un milione di punti di vista –solo apparentemente- diversi, sensi di colpa inutili e immeritati, centomila diverse possibili  –leggi irrealizzabili- soluzioni, irrefrenabile voglia di sbattere la testa al muro, voglia di parlare che si alterna dal tutti a nessuno e viceversa, i pochi ricordi meravigliosi che si insinuano nel tuo cervello con una forza degna di maciste e più o meno altri dieci sintomi, anche questi netti, nel senso che accade tutto all’improvviso e il tuo umore è peggio che in balia degli sbalzi ormonali del ciclo mestruale.

Il taglio netto ha anche dei sintomi psicotici o schizofrenici, nel senso che dopo un paio di giorni cominci a pensare seriamente di aver immaginato tutto, di esserti sognata il tizio in questione, di non averlo mai conosciuto. Se non fosse che lo hanno visto anche le tue amiche e non volendo continuano a ricordartelo, o quantomeno a ricordarti che è esistito sul serio.

Quando poi, invece, ti accorgi che la tua vita grazie alla sua assenza è in netto miglioramento, lui riappare dal nulla in due modi: o ti cerca di nuovo, o lo incontri per caso (cosa mai successa prima) negli unici posti in cui non pensavi proprio di vederlo.

E giù, a picco, per qualche altro giorno.

L’antidoto è operare di nuovo il taglio netto o chiudere tutto con un netto vaffanculo,che, anche se fa poco signora, non guasta mai

 
 
 

le 3 e 10

Post n°338 pubblicato il 29 Aprile 2011 da quintovento

"...guarda che lo so che in fondo in fondo mi hai voluto bene davvero"
"lo sai perchè te l'ho detto"
"no, non me l'hai detto, ma io ho parecchia fantasia"

e invece me la ricordo quella sera
era il 5 gennaio e avevamo appena schizzato tutta la macchina di fango
me lo ricordo che l'hai buttato là, in mezzo ad una frase apparentemente innocente, e nella penombra ho creduto addirittura che fossi arrossito
ho finto di non farci caso perchè
quelli come noi
quando dicono una cosa del genere
non hanno bisogno di repliche
perchè
quelli come noi
non si espongono mai e quando lo fanno fingono che non sia vero per non sentirsi nudi, fragili e facilmente attaccabili

e lo so che, proprio perchè sono come te
son stata capace più di una volta, di colpire dove fa più male e nel momento esatto in cui fa più male
ma mi hai mandato il cuore in fiamme e poi c'hai pisciato sopra
e non mi è piaciuto
affatto

dicevi che in quelle 9 pagine di mail non c'era nemmeno uno dei (tanti?) momenti belli che abbiamo passato
ma non sai che in fondo quella mail l'ho scritta più per me che per te perchè sapevo già che, un giorno (oggi?) a distanza di tempo, tutte quelle cose le avrei dimenticate e avrei ricordato solo le volte che c'eri e non le innumerevoli assenze

quell'oggi(?) mi rendo conto che molte cose le ho fatte più per me che per te, anche farmi del male
anche confessarti che ero stata con un altro e dirtelo proprio nel momento in cui avevo capito che stavi tornando
è che lo desideravo così tanto da capire che era una cosa tremendamente sbagliata e sapevo che quello era l'unico modo per farti cambiare idea senza possibilità di ripensamenti

hai detto che non avrei dovuto dirtelo, che sarebbe stato meglio tenerlo per me
"hai ragione, sarei potuta uscirne completamente pulita"
ma non mi importava nemmeno prendermi la colpa di tutta

o forse volevo solo vedere se anche tu eri disposto a perdonare come avevo fatto io

o forse mi faceva incazzare il fatto che ti decidevi a tornare tutte le volte che mi mettevo l'anima in pace ormai rassegnata al fatto "ormai non torna più"

sono stanca dei tuoi viavai
ogni volta il mio cervello si inceppa e poi decolla e poi si schianta al suolo

non voglio più vedere le tue parole comparirmi sotto gli occhi alle 3 del mattino
non voglio più sentire la tua voce nel bel mezzo della notte mentre mi racconti cosa fai o cosa non fai
non voglio più guardarmi riflessa sui tuoi occhiali da sole in quella foto che ti ho scattato al mare

e soprattutto non voglio più chiedermi se c'è un'altra al posto mio a cui racconti le stesse cose e con cui fai le stesse cose
non voglio più che mi importi

e così ti ho cancellato
l'ho imparato con te che il taglio netto, per quanto doloroso all'inizio, è la cosa migliore
sto solo scrivendo parole che mi frullavano in testa da giorni e che non riuscivo a trasformare in frasi

poi proverò a smettere
ce l'ho fatta una volta posso farlo ancora

 
 
 

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Post n°337 pubblicato il 29 Aprile 2011 da quintovento

è che te ne sei andato via tante volte
ma forse questa era l'ultima

è che te ne sei andato via tante volte
ma io ti ho permesso sempre di tornare
ma forse questa era l'ultima

è che te ne sei andato via tante volte
alcune delle quali senza nemmeno accorgertene
il tempo passava in un modo diverso per te
ma un giorno mi hai detto "non siamo mai stati più di un giorno e mezzo senza sentirci, te ne sei accorta?"
e poi d'improvviso sei sparito tre giorni
ma allora anch'io non me ne sono quasi accorta perchè avevo cominciato a contare il tempo come lo conti tu
ma non era giusto

è che avevi detto tante cose,
non erano promesse, lo so
solo delle proposte o delle ipotesi
dei pensieri che ti passavano per la mente
e non ti importava se il momento dopo non c'erano più
il problema era che passavano dalla tua mente alla mia e io li rielaboravo ricamandoci un po' sopra, proiettandoli nel futuro mentre tu li avevi già buttati nel passato

è che io frenavo quando tu acceleravi
è che io poi cercavo di rincorrerti ma tu inchiodavi
ed era normale scontrarsi, ma in un modo o nell'altro rimettevamo insieme i pezzi

"prima era diverso, prima non c'erano tutte queste domande"
è che prima non eravamo quasi niente, poi stavamo diventando qualcosa
ma non abbiamo voluto scoprire cosa

è che te ne sei andato tante volte
ma questa è stata quella di troppo

 
 
 

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Post n°336 pubblicato il 30 Marzo 2011 da quintovento

lui è tanto tanto tanto tanto tanto ma tanto carino



ma tanto tanto


solo che è nato nel 1991



è vabbè... non si può avere tutto dalla vita, no?

 
 
 

eh...vabbè...

Post n°335 pubblicato il 23 Marzo 2011 da quintovento

poi ti accorgi che l'amore è una cosa strana
quando ami davvero in fondo non ti importa nemmeno se lui ti ama o no
sei solo grato
grato di vivere nello stesso mondo in cui vive lui
di respirare la stessa aria che respira lui
grato che lui esista

grato di aver avuto la fortuna di insontrarlo e conoscerlo

non so nemmeno se mi importa se torni
sono solo felice che tu ci sia
da qualche parte
a vivere la tua vita, anche se non è con me

[l'una e dieci di un martedì sera di marzo...ben 6 anni dopo
e sono messa ancora così male...
e vabbè...]

 
 
 

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Post n°334 pubblicato il 21 Marzo 2011 da quintovento

devo ammettere che la notte un po' mi mancano le tue telefonate, la tua voce che quasi rimbombava nel silenzio di questa stretta via di paese
devo ammettere che avevi ragione: ti ho inviato una mail di dieci pagine che in fondo era solo una lista delle tue (e mie mancanze) senza nominare nemmeno un momento bello, uno solo
e ne abbiamo avuti, lo so.
la prima volta che t'ho visto
la prima volta che mi hai baciato
ogni v0lta che mi passavi a prendere e aprivo lo sportello e tu stavi sorridendo, ogni tuo sorriso era un momento bello
era così semplice per te regalarmi momenti belli, talmente belli che rendevano ancora più brutti e insopportabili i momenti brutti, le volte in cui non chiamavi, quelle in cui sparivi, quelle in cui mi rispondevi "io non ci penso" dopo che, non senza uno sforzo sovraumano, cercavo più di farti capire i miei sentimenti che di indagare i tuoi.

ma "quelli come noi" -come dici tu- non sono bravi in queste cose
noi immagazziniamo soltanto, mandiamo giù, buttiamo dentro, non tiriamo fuori, non parliamo, non esprimiamo
teniamo da parte forse
teniamo per noi per non mostrarci fragili

"e certe volte non vorresti, non te ne rendi conto, ma allontani lo stesso le persone"

e io ti dico che, alla fine, ill motivo per cui siamo durati così tanto è perchè in fondo in fondo siamo uguali

"come credi che finiscano, invece, le mie storie?"

credi che per me sia diverso?

l'ho visto subito che eri come me, non saprei dirti da cosa l'ho capito, ma "quelli come noi" si riconoscono come animali della stessa specie

forse è odore, chimica, istinto

forse è il modo di usare il silenzio
di difendersi con la finta indifferenza

forse abbiamo impressa negli occhi quella capacità di riuscire comunque a rovinare tutto

e allora ci si incontra e ci si distrugge, un po' per uno, un po' per volta
fino a guardarsi un giorno e dirsi "lo sapevo, te l'avevo detto"

noi siamo quelli che provano a cambaire solo l'inizio, credendo che diverse premesse portino a diversi finali e invece ci ritroviamo sempre al punto di partenza con ancora meno fiducia, qualche ruga in più e la voglia che sia solo SEMPLICE

è questo che forse ci è sempre mancato: la semplicità

se per "quelli come noi" stare insieme fosse altrettanto semplice come riconoscersi al primo incontro, allora, forse, per un po', potremmo anche essere felici

 
 
 

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