Histoire d'A

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.. A non riesce a staccare gli occhi da quelle righe.. ma non le legge, in realtà le guarda mentre le vede trasformarsi in ipotesi, teorie, dubbi, possibilità, controipotesi, controdubbi, controtesi, impossibili impossibilità.. e farsi sbarre dei suoi pensieri.. dentro quella prigione di domande e misteri senza risposte A si sente senza scampo.. 'chi sono D e & e G?.. saranno due o tre o uno? e donna o uomo o a doppio senso di marcia? e ancora.. cosa avrà scoperto G (o D o & o come cavolo si chiama la sexy bomb che mi tengo in casa, apparentemente disinnescata, sul divano) col tratteggiare sembianze di donna sulla foto maschile di D (o G o & o come cavolo si chiama)?.. e H, anche lei.. di chi sarà H?!'.. i pensieri si spingono anche oltre quando A ripete a se stessa le parole che aveva usato l'ucraina per dirle che aspetta un bambino.. aveva detto 'devo trovare mia casa, ora che sta arrivando anche mio gesù bambino'.. non aveva detto 'sono incinta'! e realizza solo ora che tutte le domande di G sulla maternità e sullo svezzamento non necessariamente erano quelle di una madre in attesa ma potevano essere anche quelle di un padre ('o no.. forse no.. come faccio a ricordarmi tutto?!').. 'e se G fosse uomo?.. e se G è il padre, chi è la madre?.. da dove, da chi, stava arrivando quel bambino?'.. non c'è nulla da fare.. più A pensa e meno ne viene a capo.. e si sente in carcere più di quanto non lo possa essere D, almeno lui la sa, la verità.. già, D.. insomma, il suo capitano, scrutator degli abissi.. 'oceania, asia, nordamerica, medio oriente.. dove sarà veramente? e sarà davvero prigioniero?'.. mentre con l'immaginazione gira il mondo, di galera in galera, alla ricerca di quel volto, A pensa a K.. come vorrebbe che fosse ancora lì con lei.. lui sì che l'avrebbe di certo aiutata a placarsi.. e ricorda quella volta che K, con il suo sorriso dolce, le disse, come cantando su una melodia di dido, che la libertà 'è tuta dentro te'.. il solo pensiero di K le fa trovare un po' di pace e quasi crede di vedere D, rinchiuso in una qualche gattabuia del pianeta, respirare i tic tic del tempo, navigare i mari profondi della solitudine e sapersi far cielo e sole di quel soffitto basso, nel buio e nell'umido della cella.. in fondo era stato lui a insegnarle come trovare la luce nell'ombra e l'ombra nella luce.. senza risposte ma con l'animo tanto confuso da sembrar leggero, A sta già uscendo dalla stanza, per tornare in salotto (dove, già da un po', sembrano tacer i 'libera!') e seguire il dibattimento della causa G-L, quando 'bling!.. arriva un nuovo messaggio di posta.. è C che risponde agli auguri di natale allegando anche le foto della famiglia al completo, inclusi i membri appartenenti agli invertebrati.. in quello zoo colorato spuntano anche i musetti di U1, U2 e U3 (C, evidentemente, aveva un debole tassonomico per le nomenclature rigorose), frutti meticci di un trigemellare (certo, lo sappiamo che sembra impossibile.. ma così è!) incrocio con V, femmina autoctona del Borneo, dove s'era trasferito per nuove ricerche (datosi, tra l'altro, che l’iguana delle Galapagos aveva poi deciso di mettere la testa a posto e s’era accasata con un geco, invadendo l’isolotto di cuccioli).. a quella vista A non può che sorridere, mentre cerca di distinguere maschi e femmine di quella cucciolata e capire chi somiglia a chi.. ma un insistente scampanellìo la richiama al 'qui e ora'..alla porta è W, la vicina di casa che, messa in allarme dalle grida, s’era presa la briga di chiamare un’ambulanza temendo che qualcuno stesse male.. voltandosi dunque verso il divano, A si rende conto che L, non solo non è riuscito nel suo intento di rianimare G, ma che è svenuto lui stesso (proprio un master coi fiocchi).. i due poveretti vengono dunque soccorsi, imbarellati e caricati di gran carriera sull'ambulanza dai paramedici X e Y i quali, prima di uscire, si scambiano un’occhiata che tradotta in parole suonerebbe più o meno così: ‘è poi passato il finanziamento del governo alle asl per dotare il 118 anche di camicie di forza?’ [essendo che A aveva chiesto loro se gradissero del vin brûlé (ne aveva un sursurplus, va bene?!)].. katja maria werker: freedom is inside