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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO

Post n°104 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

 

Al padre

Ombra che indugi nella memoria confusa

come al ritorno da un lontano viaggio

non più dicendo di altre partenze e fatiche

e del destino di abitare sulle onde.

Corpo toccato solo avanti la morte,

arrese mani, brevi ceduti lamenti,

venni per mare anch'io se mi portava

fra chiuse mura la tua nave inerme.

Vecchio randagio lungo deserti di acqua,

partito ragazzo da un paese di selve,

poco o niente sapesti del figlio sperso

a rintracciare nel buio l'esatta via.

( Aprile, vele nel golfo, tu m'attendevi

e la pianola sgranò una promessa d'amore,

m'involse allora la pena che adesso sciolgo,

avevi gli anni che compio mentre ti parlo.)

 

 

( Noi scendevamo l'isola verde di luce,

svaniti gli orti, le case, prossimo il cielo,

nelle tue braccia, come semenza nel solco,

colsi un istante il bene di essere colmo.)

Ti riconosco compagno nell'arduo cammino

oggi che molti padri invano ho cercati

solo trovando uguali nel dubbio, nell'ansia,

cauti viandanti verso un ignoto traguardo.

Sei la stagione trascorsa avanti la mia,

l'ultima porta e scendo verso l'uscita,

la voce tenue levando traverso le nebbie,

ombre chiamando nel nome breve dei vivi.

 

 

 

 

 

Confidenza

M'attende nello specchio

come in un vecchio racconto di prevenuta pazzia,

raramente mi guarda

pure so bene il disprezzo che alterna alla paura,

stiamo insieme ab initio

ci staremo di certo fino all'estrema chiusura

quando ripartiremo

per quel niente che a noi come a tutti spetta.

Ogni tanto lo scordo

e andando si fa lieve e contento il tragitto,

ma presto l'ignorato

torna a contare i passi, a mozzare i respiri;

l'ho visto, si ammanniva

di assai dubbie speranze, di premi da poco,

quando era sufficiente

amministrarsi le ansie e le voglie mai zitte.

La volta che ho provato

a lasciare la stanza del suo triste segreto

ha socchiuso la porta

e m'ha mostrato, un attimo, sabbia soltanto e

cenere.

 

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