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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO

Post n°117 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

INEDITI

A Fiore

Non sono ancora arrivato
e già soffro gli orizzonti
delle montagne che chiudono
la mia ansia di varcarle,
ma ogni volta superata una catena
eccone subito un'altra.
Molti compagni di viaggio sono già caduti,
e se ogni notte mi pare di riaverli con me
al risveglio dal sogno cresce la vergogna
di portare dentro un segreto tesoro
che non so più a chi affidare.
Ma ieri uno sconosciuto
mi ha guardato e mi ha detto
"nessuno è più ricco di te".
Alla luce di quel lampo,
dall'alto ho visto un paesaggio
infinito senza più montagne.
Forse ero arrivato, forse ero salvo ?
M'è sembrato di colpo d'essere
sollevato in cielo fra gli dei.
Perché carni, volti, nomi
oggi sono la sostanza dei sogni
offerti come gli antichi sacrifici
il cui profumo si perdeva in alto nei cieli,
cercando il favore degli dei.

 

 


Il mio niente

Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

 


La costruzione della vita

Ormai anche l'ala nord è finita,
il palazzo si mostra nella forma intera.
E la facciata innalzata per prima
più di mezzo secolo fa,
inizia ad invecchiare,
il suo stile è superato,
non è più di moda,
criticano l'architetto manierista,
oggi l'avrebbero disegnata più severa,
meno ricca di marmi colorati,
come una vecchia fortezza medievale,
pronta a resistere ai pirati del mare.
Per giocare l'usura del tempo,
salva le forme partorirle già antiche,
la strategia sarebbe quella dell'animale
che si finge morto,
per non essere divorato.
Mi perdo a fantasticare
come avrebbe potuto apparire
l'animale mia vita in altre forme,
fiuto la trappola in cui sono caduto
scegliendo il mio stile di poeta.
E invece nemmeno più leggono le parole,
aprono un libro se ricco di immagini,
non sanno più cantare la cosa
ad occhi chiusi.

 

L'eretico

Non ero nato per vivere nell'ombra,
ho dovuto subirla,
ma di quali doni ricompensa
splendere nell'oscurità !
La gioia della meraviglia
se qualcuno mi scopre
e si prende il merito della scoperta,
il sollievo di aver già in partenza
deposto l'affanno di salire,
la risorsa di uno spreco delle ore
da gran signore del tempo,
la libertà di camminar fra chi corre,
la leggerezza di saltare corsia
non appena scorgo la fila
del buon senso,
lo spettacolo della vita
da fuori campo, fuori linea,
eretico da niente,
che gioca coi segnali delle parole,
e inaugura mondi
con gli alberi dalla chioma
sotto terra e le radici per aria,
a prendere confidenza
con gli errori del vecchio Dio,
che non ci vede più bene
e si lascia suggerire
dal diavolo le forme che non vede,
( il diavolo sono io ).

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