LA PERDITA DI SE'
Se penso a me
clonata
fissata in un'altra
dimensione,
guardata con stupore.
Sparsa nel mondo in
tante copie,
senza un condono di
riconoscimento.
Abbandonata senza un
lamento,
senza una febbre attiva...
quale tormento.
Che sia la morte a salvare
quello che di me
rimane.
Che sia il ricordo di me
a farmi ricordare.
LA BARCA
... che la barca del sonno
sia leggera,
per trasportare il peso
più irreale.
SIGNORA IN NERO
La solitudine,
è un lungo abito nero
(di gran classe)
che aderisce.
Morbidamente scende
accarezzandoti le forme...
della fronte.
Che poi diventa fonte
di profondissimi pensieri.
FIORI NEL GELO
Guarda come s'accasciano,
quei fiori rossi
sotto il gelo.
E nell'istante vedo
in ogni stelo,
le braccia avvinte
che piano piano cedono...
mollemente stanche,
disciolte nel fuoco
dell'amante.
L'ABITO DI COSTANZA
Prima che divenisse
candido come un giglio,
portò nelle profonde
fibre
tutte le conseguenze
dei colori.
Le macchie dei pittori.
TUTTI I SAPORI
Tutti i sapori
del legno
del gesso del marmo
del ferro
e ogni limatura...
Persino il morso bianco
di un cavallo scaltro,
che con sorpresa s'accorse
che mai
mi sarei arresa.
Io più di lui
volando,
Morso Galoppo
e Ascesa.
LA FOTO
Attraversando una via,
confusa nel folclore
del mercato,
uno straniero m'ha
fotografato.
Perchè mi porta via?
E poi, per quale scopo?
Poi mi consolo...
A mia insaputa,
vedrò una vertigine di
luoghi,
una cascata di colori,
senza poterli raccontare.
CORTOMETRAGGIO
Nel buio rotondo
della sera,
lancio dalla finestra
un sentimento...
Un piccolo gattino nero,
esce da un angolo tutto
illuminato.
Sembra contento,
infatti non rientra,
sfida il vento.
Poi guarda in alto,
verso di me
coi suoi faretti d'oro.
Mentre fa acrobazie giocose
con la coda.
Per lui, io sono un'ombra
silenziosa,
forse una sorta di miraggio...
un pezzo di formaggio.
TRAM DI NOTTE
Quella carcassa lucida
rotante,
che scivola di notte
sui nastri del destino,
è la mia anima viaggiante
salita di nascosto,
vicino al finestrino.
Lo vedi come muoiono
le cose?
Basta volerle uccidere.
La fine di un lustrino
saltimbanco,
che illuminava i tempi.
Ma intanto
siamo vicini al capolinea...
Pernotta qui signora?
No, Voglio volare giù
dal finestrino,
voglio aspettare l'Alba,
voglio sentire la forza
del mattino.
FIORE DI RISO
Carissimo...
Ti mando nell'aria
un candido fiore di riso.
Posalo sui pensieri
sugli affanni
sugli inganni.
Sulle nuove brillanti
radici.
TENSIONI
La Primavera soffia
sui nastri sciolti
del vento,
il suo irrequieto sapere.
Rifiuta il contrabbando
di un Ponentino miope,
che ancora misura le
distanze...
Guarda sorpreso
dagli altipiani della
fioritura,
dove respira la bocca
rosa
della primavera.
PIETRA DEL MARE
Pietra dell'universo,
tu che non muori
mai,
che rappresenti l'eternità
della Memoria,
sei sempre sola, senza
vita.
Nell'onda impetuosa che
comando
voglio esserti accanto.
Voglio lambirti l'anima,
farti sentire viva.
Suvvia respira!
Io sono il Mare,
solo con me puoi farlo.
EFFETTO TRAUMA
Cosa può registrare,
(per risalire dal profondo)
la tenera memoria
di un bambino.
Cerchio di luce palpitante,
che il trauma dell'abuso...
spegne e confina,
dentro la gola di un
imbuto.
Per soffocare l'urlo muto.
LA LIBRERIA DEL MARE
Tutte le mie parole
portate via dal vento
cadranno in mezzo al mare.
Disperse in mezzo ai flutti,
salite e ridiscese per
nuotare.
Le leggeranno i pesci
letterati.
Le piccole conchiglie
innamorate.
La Società Anonima dei
pescicani.
Per tramare, per rimanere
a galla per mangiare,
tentando con i denti
di strappare... quelle
parole care.
Per leggere e imparare,
è tutta trasparente
aperta notte e giorno,
la Libreria del Mare.
PIAZZA ARMERINA
Racconta un'antichissima
leggenda siciliana,
portata su dal mare...
*
Donna Armerina piange
come una fontana.
Il suo padrone giramondo
è andato via.
Senza terra l'ha lasciata.
*
Donna Armerina arranca
lungo la strada.
Scioglie i capelli neri,
(ali di vento)
dentro la nottata.
*
Straccia la veste bianca,
toglie la chiave d'oro
dal suo seno.
La getta dentro il pozzo
che è segreto,
dove la luna dorme
rispecchiata.
*
Guarda l'ultimo cielo
pieno d'ombre, poi si nasconde.
E' disperata!
Intanto, dentro la casa
bruna
fatta di spine,
le sue sorelle maghe,
preparano frittelle di
sventura.
Donna Armerina
le mangerà più d'una...
*
Come d'incanto passano
in fila
mille anni.
Assieme alle colombe
e i gelsi.
Quando d'un tratto
un grido di potenza
spacca la terra cruda.
*
Sotto la terra nuda
avanza e suda
l'avorio delle mura.
Che prende forma sotto
il sole.
Come un castello magico
che s'ingrandisce
a dismisura.
*
Dice la storia
ormai tornata a galla...
Prima che si facesse roccia
che si facesse spuma
cantico di corallo
ricamo della natura,
Piazza Armerina era una donna.
Era la fiamma d'una creatura.
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36