Tony Albert Brewster

# 201


QuasimodoGemono i cardini, il limone è spezzato e spifferi-ricordi m'attutiscono le guance. Perché questo è la proprietàdegli epiteti: la fantasia di una vita. Non ho mai riflettuto abbastanza su ciò che ci sorprendetransitando giorno dopo giorno e affidandoci uno specchio,non ho usato il collutorio della superba giovinezzao visitato saloni da cui pendevano maschere ma ho avuto orgoglio per la maturità che si muta in vecchiaia.Tornerei ragazzo? No.Tremebondo e punteggiato d'acne,chiuso in un bagno e spaventato dai nemici,No.Ora che il viso è gonfio e le proprietà scarnite,le vene in rilievo e lo stomaco sporgente dall'alcol e dalle pastiglie mi sorrido. Esplodo d'ironia addirittura e sapete perché?Perché sono un sopravvissuto.Potevo darmi venticinque anni di vita e adesso che ne sfiorerò il doppio incrocio le dita e parlo. Discuto con Dioe possiedo una morale,quella che m'era sconosciuta,quella transeunte,quella ridicola. Sono in piedi, diritto e, per vocazione,ho posseduto il mondo contro. Nulla,vi ripeto nulla è stato facile:con le unghie spezzate ho grattatosbarre di celle, con lingua esitante ho preteso discorsi fluenti,da timido teppista sono diventato un uomo.così, non venite a parlarmi di freddo o resa,tutto ciò è alle spalle, si rivoltasse il mondoscrollerei le mani e pagherei doppioper lo spettacolo. Ho ossidiana al posto del cuore  cicatrici dove esisteva un sesso. Mi esibisco in posti malfamatie ho pagamento forfettario,le marchette le lucido sulle nuvolee traggo dal buio solo la scintilla che mi serve.Verso le tre del mattino mi rifugio nella catapecchiami faccio la barba e vi ammiro tutti, voi che volenti o nolenti contribuite alla mia saggezza alla bava di lumaca chiamata Amore.Volenti e nolenti mi avete scarnificatorendendomi scapolo di miraggi e con quelli ho innalzato pinnacoli e ogive. Qui posso restaree crescere ancora lisciandomi nervi sul marmo.Qui posso risiedere e gioire se a ogni giornone succede un altro.