Tony Albert Brewster

# 229


 
Sto bene e così spero di TeEra un racconto che terminava in un quadroe finiva bene,dentro filamenti di un turbinoso passato crepitava la celebrazionedi anime nuove,trattavasi di un universo mondatoe calore sopra gelo.Stelle smarrite gongolavano dentro paia di galassieconfuse, abbracciavo chiunque e chiunque aveva il sapore di tutti mentre la tempistica dei suoi occhi mi ringraziava donando un amoreal tempo stessolo stesso tempo che si era scorticato a lungoe ora invece riluceva, apoteosi di mesto fulgore, la bellezza inquartata con sopra tirate le copertedi grezza lanae un piccolo presente ad operare la differenza.Scendendo in cortile mi perdevo pensandoalle brutture trascorse e al cieloche appariva come rubino in teglia,ma subito insorgeva quella felicità lasciata di latoa lungoe quasi un colono dentro terre sparigliatericonoscevo colori e scritte sui muri.Da questa periferia dove ci si azzarda a sopravvivere buttavo sassolini lungo la salita e piegando la testali vedevo risalire a coppie o ansimandodanzando o rotolando, credendo ai miracolie alla porta dal numero cancellato,da dove, si dice, ogni visione è come questa