Tony Albert Brewster

# 255


 
Culto del Cargoè un rude vagare, un'ipotermiache strizza le dilatazioni dei pori della pelle,una fragrante memoriae poi nulla Siamo giunti insieme dove non si vede più nullae larghe le pozze di lumacheattorcono cartelli stradaliche nessuna indicazione per nessunooffriràViaggi crespi e malaugurio,tugurimalariadifteritechininoluoghi stanchiSiamo giunti alla cresta della banchisa,da qui in avanti si abiterà solo la propria pelle e navicelle come pazziattenderemo Perché l'oceano diventi galassia e qualcuno ci pigli asteroidivene spazialivia latteanebulosa Getto la mia cartaccia orientativadalla sommità,nessun spazzino mi dirà nullae niente mi comunicherannogli uominitranne i resilienti d'anime accesein rammendi e ricordiChe, allungate le ombre,saprannodonarmi compagnia