SemiramideUn tetto, un viaggioe movimenti repentini di modesti roditori bianchitra le tegole;mi ci è voluto un cuoreper salire fegato per non cadereLa casa è quasi sventrata, una scalinataprecaria appesa alle mura mi ha fatto ascendere,la notte viola ha abbassato il velo,i nemici sono lontani piegati a raccogliersi Stagni, vedo stagni dalla vettae abitazioni nuove a basefortemente svasata,delle torri per formiche, intendiamociraggranellate da architetti in biancouomini da un'abluzione sola, furtivaEccomi, sono dentro il sogno e inizioa volare, prima a quote minoripoi sopra dune - sacrario e minorati fedeli.Minareti bianchissimi e muezzin pure acciambellatibelli quanto una razza di nubi nere l'odore della carne halal mi fa deviare brancicando,sono fuori dai confini, sono infedelepoco sopra il ventre di generali e pasdaran,ladro fuggito appena in tempo vertice di bastoncini prima delle tende,con la fronte aggrottataDa queste parti giace Prometeo azzannato dall'aquila,più a nord l'arca e i simboli, e come Noè giacque ignudoe ubriaco, schernito dai figli che maledissee vomitò dallo stomaco insieme alla sapienza, stordito ma fermo vide il mondo che io osservo:Cappadocia in arenaria e stralunate basiliche vulcaniche che inducono la fantasia a inginocchiarsie poi mi fanno camminare