Tony Albert Brewster

# 186


 
E discendemmoAdamo:Ora è notevole il momento:tempo di ridestarsi,il sole mi schiaffeggia la pellee partirò presto, scacciato e offesoforse sentirò rimpianto per tutto ciò che mi colava negli occhii santuari chiamati deserti mi attendonoe le vibrisse dei miei pensieri tremanolavo il corpo da cui mi fucavata una costola e ne fu fatta formavivente,la mia compagna, che sento alle spalleabbandonata in respiro leggero prima del misero fagotto della partenzatroviamo sostegno e sollievo nei nomi che ho dato al Mondo, al ristagno e allo splendoresarà sufficiente per incamminarci sotto il Suo dito,vinti e maledetti, saremo fondamentoa progenieche dalla fronte stillerà sudoree possiederà malinconie e tuguri sopra la virtù che tutto confonde e torceEva:Nudi ci siamo coperti, il velo è franatodagli occhi, oppure abbiamo erratoché la trasfigurazione c'era fraterna;forse il mio nuovo cuore fu selvaggio quando mi persuasi a concepire curiositàe a indagare tra le foglie la questua del piacereforse fui mignolo e indice, cogliendo la sapienzae lasciando il rettile scoprirmi nei desideriero leggera quando mi comparve la conoscenzala quale s'appende alle labbra e pende dalla menzogna,corollario di frantumi di tempo e fine recondita.Ascoltai e ora esalo fianco all'orecchiodel mio uomo, condannato e abbandonatoin mezzo ai fumigi del dovereper lo strazio della comprensione abbandoneremoun paradiso che in macilenta strada mutò subitoposso già osservare le generazioni che opererannodietro il nostro solco, assurde e avvinte,grevi e simbiotiche al Nulla. Tutto riuscìper sbadigli e noia, restai convinta dallo studio dell'inganno e mi sopportaia fare di lui complice austero ma solitario