Tony Albert Brewster

# 187


Il CristoIn Tempesta che s'apre e preannunciala Tua Morte, osservo antichi tepori trascorsisu piane desolate, tentazioni, struggimenti e orti;mi graffio le guance ed esce siero, violo i buoni frammentie arrovello le tempie, delimitate da pietre miliari di stupende intenzioni.Passeggiavi, salivi in groppa a un asino perviolare Gerusalemme, non ti annettevi nulla mentre roboante si faceva la Canaglia e sceglieva il colpevole all'Innocente, Tu annuivi poiché già conoscevi.E poi fu la devastazione e il cupo dileggio,a brani Ti fecero e Ti incoronarono sul bordeggiaredella spietata angoscia;Uomo o Dio? Moristi e risorgesti ma solitario fostisulla smagliante e becera Palestina, tremasti nascostoe mentre indugiavano i discepoli chiamastiChi non ascoltava: terra intrisa di fiele ingoiasti,ramingo avesti le tue ore (i tuoi giorni)d'erta sanguinosa e dubbio, sprizzasti scintille dell'Orgoglio e subito le richiudesti.Strano Ti fu il Destino e legato come cappiosi rivelò il salmo nella celeste apoteosi.