Tony Albert Brewster

# 191


 
Quando i bimbi giocanoUna minuscola striscia d'asfalto fino ai gradini e alla porta,Bitume sgretolato e un demone all'ingressochina il capo in segno di accoglienza,si leva il cilindro, stucchevole, incantevole, misurato,persino innocente malgrado i diversi gradi di Giudizio celeste.Lì sono cresciuto e ancora torno di notte, giungendo le mani e torcendo le preci sino a farne materiale modificabilee avvampando le orecchie dalla vergogna per la troppa adolescenza.Ho avuto un'ostinata infanzia e rami che mi crescevano dalle manianimale in un corteo di Dioniso dannato visionario appeso per la coda,ho sfrenato unicamente gli istinti, da bambino credevo al corpo,ma è necessario per delimitare il proprio territorio e inventarsi;io ero un capretto indomabile anche se mille ostie m'avessero costretto ad ingoiare, oscuri lamenti al buio: li enumeravo tuttie al mattino continuavo a piangere. Quanto è ogni cosa così piccola, quando ritorni ai tuoi dolcimisfatti, quando raduni le vecchie croste, le spazzi e le butti mentre un sole terrestre massaggia le ragnatele all'apicedel dominio, un tempo raccontate da degustatori del disfacimento.In questo modo fissavo lontano i sotterranei pieni di luce, fuggivanoi pastori infingardi pittati di rosso sulle guance, Virtù e Colpa,scoprii, che s'erano mescolati (al tempo era facile) e nella Santitàvedevo il suo pube dai peli biondi. Ora che siedo per terra, vedo doppio.