Tony Albert Brewster

# 267


 
Ogni MattinaStanco era il mulo,con bilanciata sulla groppa un uomo,delle assi, bisacce.Piangeva anche se non si vedeva,e piangevo anch'iosenza farmi vedere;l'uomo che lo montava aveva di quei grossi mustacchi e una trippa che avrebbe schiantato una carrozza postale condotta da 50 stalloni.Penso che, nel sogno, eravamo nel Guatemala, versoil 1957;e io lacrimavoperché ero bambinoe non sopportavo quegli occhi di mulo:occhi solitari nel dolore, e muti dentro la pazienza infinitache ti porta alla Morte,ma non ti esclude dall'incrociare una carezza invisibile;non data per troppa timidezza,ma lasciata lì avanti destarsi,per qualcuno che voglia ricucire Morfeo con Cristo.E poi dimenticare tutto, in mezzoa fotocopie, firme certificate, inoltri,solleciti e led oltraggiosi che sopporto a malapena,trasformandoli(nella mia fantasia)in pianeti, lontanissimi dai loculidella deriva umana.