Tony Albert Brewster

# 270


 
KUNOPrimavera? Estate? Autunno? Inverno?Era Kreuzberg, 1997. In Berlino.Ed era il 15 agosto. Ferragosto,compleanno di mia madre...Kuno parlava prima che uscissimo;e mi parlava di sua nonna Sybilleche era originaria di Cottbusnel Brandeburgo,ma aveva deciso di abitare nei dintornidi Sielow zona agreste,per amore del nonno, Helmutche faceva ancora il contadino frantumandosi le ossae stirandosi spesso i muscoli.Sybille... Che nome magnifico!Avevo bofonchiato, ma non invidioso,perché mia nonna si chiamava Vittoria.Che è anche meglio.Soli, lo osservavo con questa sua stranamania di accendere una candela semplicissima,una vecchia candela di sego che recuperava chissà dove. E allumava prima che uscissimoper qualche club alle 11 di notte...Abitudinariamente il Tresor, oppure il Matrix, che non so se esista ancora.Per lui era una sorta di rituale, incunearsifra buio e luce, prima delle stroboscopiche o dei flash improvvisi da ecstasy.Penso che avesse a che fare con il suo contatto con la terra, quella che si sbriciola fra le manida millenni a questa parte.Così differente dalla Città dove non si dorme mai.Lo ascoltavo mentre prendevo vodka,qualche valium, e appena una striscia di cocaina(allora girava così, capirete avevo 23 anni)ma non ero particolarmente rintronato.Tutt'altro.Kreuzberg, fuori, già urlava di scendere ma noi la prendevamo larga:in un certo, strano senso quella nottenon avevamo fretta, e Kuno spiegava come i suoi antenati spingevano l'aratro attaccato ai buoi da millenni, per linea paterna.Che angelo! L'oscurità mentre scendeva alla finestraspalancata, e ci addormentava curiosamente, malgrado le sostanze dovesserosostenerci,e allungarci la vita fino alle seidel mattino seguente... Lui mescolava leggenda e patria rossa,raccontava delle battaglie degli operai a Moabit,come suo zio Siegfried che era morto,causa manganellata d'ordinanzadi uno sbirro proprio sull'osso occipitale,mentre tirava bolognini per il pane.Era la Germania senza firma e senza memoria,la Berlino delle autodidatteche si leggevano Flaubert,e studiavano i viottoli per sfuggire ai dragoniquando caricavano di sciabola.Berlino delle migliaia di bettole, e dei canali;Berlino della mia Sprea:che scorre ancora nelle vene di un temporemotissimo.Kuno adesso è morto. A 47 anni.In autostrada (un gomitolo impazzito fuori Norimberga)si era imbattuto in un'utilitaria in panne nel momentoe nel posto sbagliato:si è accostato e fermato sul limitareper dare una mano,e stava seguendo tutte le proceduredi emergenzaquando un autoarticolato scompostolo ha travolto, e sbriciolato.L'avevo saputo dopo una settimana dalla fine,perché nessuno trovava il coraggio di girarmi il lutto.Però al termine è piombato,come una cappa di piombo fuso,come una caligine di morbo incurabile.Fumo una sigaretta, adesso che sono le tre di notte, alla mia finestra al pianoterradi Trento. Non ne fumo più di due, massimo tre in tutto l'arco del dipanarsi del cicloquotidiano,noiosissimo e inconcludente.Fumo una lucky strike.E ha esattamente 22 anni.So benissimo che non è così, ma Kuno fumava sempre quelle:le migliori diceva, sapendo che sono tutte uguali.Ma tutti uguali non siamo noi uominie donne,no, davvero:c'è chi lascia il solco, come dietro un aratro,è c'è chi inizia a seminare per il raccolto (quando sarà il momento).C'è chi piange senza che nessuno se ne accorga,e continua a piangereanche quando sa che spargere il prodotto,della fecondazione del fiore con il polline,darà buoni frutti.C'è chi espira fumo nel buio, con una candela di sego accesa,recuperata chissà dovea fargli da sfondo.Più chiara del sole,e incantevole come Kreuzbergche non dormirà, mai.  Nemmeno per sempre."Forse è così. Un piede. Una mano. o un'idea.Qualcosa scivola. Si sposta. Ti ritrovi in un altro mondo.Non stavi nemmeno guardando. è arrivato, e basta.è apparso. Come un cervo all'imbrunire. Improvviso.Immobile. Un orecchio che ha uno spasmo. L'altro orecchio.Non sei solo. Non lo vedi nemmeno. Ma lui ti vede.Forse è proprio così." (Sam Shepard - Quello Di Dentro, pag. 115)Per KUNO HOSTETTLER (Berlino, 1972 - Svincolo Autostradale Nuremberg west, 2019)