Creato da ReDiSperanza il 15/01/2006
Un minimo barometrico dell'Atlantico avanza in direzione orientale incontro ad un massimo incombente sulla Russia, e non mostra per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportano a dovere. La temperatura dell'aria è in rapporto con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica.
 

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Post N° 227

Post n°227 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da ReDiSperanza
 

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Io sono un collezionista. Sempre stato, nell'animo. Mi piacciono le cose che mi piacciono. Io so cosa è bello, in ciò che colleziono, e so perché è bello, e lo ammiro, e lo rispetto. Io so quel che mi piace, e mi piace quel che so.

Io colleziono dischi. In senso generale, una passione come un'altra. Dal mio punto di vista, è qualcosa che mi dà il senso di ciò che sono.
Mi piace collezionare dischi, cd, ma anche in vinile.
E dei dischi, mi piacciono in modo particolare le confezioni, la veste grafica; l'artwork, come si chiama.
Sempre piaciuto. Sin da quando, ragazzetto, mi eccitava l'attesa di scartabellare negli scaffali, trovare e soppesare gli album, col gusto di scegliere, per poi provare quel senso di possesso, stringendo tra le mani il disco, sapendo che, una volta a casa, me ne sarei riempito gli occhi (e le orecchie, chiaro) a lungo, tanto che quel disco sarebbe diventato parte di me.

Ed è così che è sempre avvenuto, è così che è ancora.
C'è un senso di malinconia, in questa passione: ciò che avresti voluto diventare, ciò che sei diventato, ciò che vuoi continuare ad essere.
Ed è per questo che continuo a comperare dischi, nelle varie nuove edizioni, e soprattutto nelle edizioni ormai 'storiche'. Del resto, internet offre la possibilità di avere su vasta scala e a prezzi davvero modici ciò che un tempo sarebbe stato un raro e prezioso tesoro: le prime edizioni inglesi dei vinili degli anni '70. Un tempo sarebbe stato il più incredibile e proibito dei sogni.

In sé sembra e forse è una delle tante follie che colorano il nostro tempo, spendere 15 euro per acquistare per la settima o ottava volta lo stesso disco.
Ma quando lo cerchi, e immancabilmente lo trovi, la magia si ripete, e si rinnova. Riecco il ragazzetto in azione, riecco ciò che è stato che torna ad essere; riecco il gusto per l'osservazione del dettaglio, riecco il piacere della cosa bella.

Ci sono dischi che ho acquistato anche otto o nove volte - in edizioni e formati diversi, ma ultimamente sempre nello stesso: la prima stampa inglese.
Perché era inglese il mio orizzonte: stava lì il mio immaginario, in quella manciata di anni...
E così ci sono dischi che possiedo in quattro o cinque copie, alcune delle quali uguali tra loro. Che poi uguali non sono mai, perché nessuna copia è uguale all'altra: gli anni han segnato anche loro, le han caratterizzate. E raccontano gli anni passati, misurano una distanza nel momento in cui, reggendole in mano con la stessa passione e guardandole con gli stessi occhi, l'annulla.
C'è un senso di profondo rispetto, credo, in tutto questo, una vera pietas, che è poi ciò che caratterizza e distingue il collezionista autentico; la pietas verso le cose. Il prendersi cura di esse, direbbe uno che se ne intende, che è però innanzitutto e perlopiù il prendersi cura di se stessi.

Sono belli, i vecchi vinili. Sono belli oggettivamente, voglio dire. E sono belli per ciò che raccontano, se hai voglia di ascoltarli. Ed io ho bisogno di starli a sentire. Come un bambino ha bisogno di sentirsi raccontare sempre la stessa storia, per esser sicuro che sì, tutto è a posto.

E allora mettersi in casa la decima e l'undicesima copia di Tubular Bells, acquistate contemporaneamente, ha un senso che va molto al di là del banale senso comune. Perché Tubular Bells è stato il terzo LP che mi sono comperato in vita mia, e quello che più di ogni altro è diventato il mio disco. Un senso che non sta nel disporre le varie copie, allinearle, o guardarle insieme, ma nell'averle trovate, valutate, soppesate, una per una, e poi prese e tenute strette. Come un tempo.

Come un tempo...
Perché io sono un collezionista, io so riconoscere cosa è bello, e perché è bello, e lo rispetto e lo ammiro. Perché so quel che mi piace, e mi piace quel che so.

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isotropico
isotropico il 10/02/07 alle 14:24 via WEB
"I know what I like, and I like what I know". Il lontano 1973...
 
rosso.scarlatto
rosso.scarlatto il 10/02/07 alle 20:22 via WEB
Non so se ho "l'età" per Tubular Bells... ma è stato il mio primo disco... e il mio primo CD... e la mia prima "seconda copia" del singolo...
 
Xeinar
Xeinar il 21/02/07 alle 15:04 via WEB
D'altronde e' proprio dell'essere umano possedere cio' che piu' gli da gioia. Essendo il passato legato a ricordi, ed impregnandosi gli oggetti di vibrazioni, sappiamo che i nostri ninnoli diventeranno vivi.
 
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