Creato da: renatodandria3 il 29/08/2011
Articoli sulla rubrica di Genesi Journal di Curci e Renato d'Andria
FIRMO, VOTO, SCELGO. (Renato d'Andria)
Post n°20 pubblicato il 26 Settembre 2011 da renatodandria3
Tag: 55%, Firma, liste bloccate, premio di maggioranza, Referendum abrogativo, soglia di sbarramento
Firmo, voto, scelgo. Liberi di scegliere i propri rappresentanti. Come? Attraverso il referendum, l’arma popolare per dire a chiare lettere al Governo che la distanza è ormai colma. Che i cittadini hanno e rivogliono il diritto di scelta sui candidati. Per la democrazia, per la ripresa del senso civico, per il recupero dei valori, se non morali almeno politici. Oggi i parlamentari italiani sono nominati dai segretari di partito. Non rispondono ai cittadini né hanno l’obbligo di “sudarsi” la campagna elettorale conquistando sul territorio la fiducia delle persone. Pertanto restano fedeli a chi li ha candidati. (Renato d'Andria) L’attuale legge elettorale, il Porcellum, che deve il nome ad un commento del suo autore, genera attraverso un sistema di liste bloccate, il premio di maggioranza, le deroghe alla soglia di sbarramento e l’obbligo di indicazione del candidato premier, il perpetuarsi di una casta con ruoli ben definiti. Dal capo all’usciere. Dal ministro al consigliere. E muta il paradigma sociologico dell’ american dream nella possibilità concreta data ad un novello della politica di diventare deputato, deputato europeo, consigliere regionale, ministro. Ecco il meccanismo. Liste bloccate. Gli elettori oggi votano per liste di candidati decisi dai partiti, mentre nelle elezioni europee, regionali e comunali esiste la possibilità di dare delle preferenze. Un Parlamento, dunque, di “nominati”, obbedienti alla propria coalizione, o a chi li ha messi in lista, e lontani dagli elettori. (Renato d'Andria) Il premio di maggioranza. Per entrambi i rami del Parlamento, alla lista che ottiene un voto più delle altre, si applica un sistema maggioritario di coalizione, con successivo riparto proporzionale dei seggi fra le liste che partecipano alla competizione. Mentre in Parlamento la lista che ha vinto si vede attribuire il 55% dei seggi (anche se ha il 35% dei voti), al Senato si procede alla divisione dei seggi spettanti alla regione, applicando il proporzionale dei quozienti interi e dei resti più alti. Se con questa operazione nessuna coalizione o lista raggiunge la quota di maggioranza corrispondente al 55% dei seggi della regione, questa cifra viene automaticamente assegnata alla coalizione o lista singola con il maggior numero di voti. Il rimanente 45% dei seggi è suddiviso tra le altre coalizioni e liste singole. Questa possibilità fa si che anche i partiti maggiori vadano alla ricerca di qualsiasi voto utile. La conseguenza sono coalizioni sempre più ampie ed eterogenee. Ciò una ancor più vasta frammentazione della maggioranza di governo e paralisi della sua attività. (Renato d'Andria) Soglia di sbarramento. Per avere seggi alla Camera, ogni coalizione deve raggiungere almeno il 10% dei voti nazionali, mentre per le liste non collegate la soglia minima viene ridotta al 4%. Al Senato le soglie di sbarramento (da superare a livello regionale) sono pari al 20% per le coalizioni, 3% per le liste coalizzate, 8% per le liste non coalizzate e per le liste che si sono presentate in coalizioni che non abbiano conseguito il 20%. Anche tale distinzione genera una ulteriore frammentazione delle forze presenti in Parlamento. Indicazione del candidato premier. Grazie alle obiezioni del Quirinale (la designazione del premier è riservata al Capo dello Stato) è stata introdotta una norma che prevede l’indicazione del «capo della forza politica» pur «restando ferme le prerogative del Presidente della Repubblica previste dall’articolo 92». (Renato d'Andria) La proposta del Comitato. Il comitato è consapevole che “Il referendum abrogativo è per sua natura uno strumento imperfetto, ma spesso è necessario per superare la paralisi dei partiti ed aprire la via a decisioni del Parlamento, che resta ovviamente libero di integrare o modificare l’assetto risultante dal referendum (sui collegi uninominali, sul voto di preferenza, etc.)”. Ma, poiché il Parlamento non ha saputo riformare la legge elettorale, né è presumibile che riesca a farlo ora, il Comitato promotore ha deciso di depositare i quesiti in Cassazione dando concreto inizio all’iter referendario. Lo sfaldamento del centrodestra offre l’opportunità. Se si dovessero raccogliere abbastanza firme, si tornerebbe alla legge elettorale precedente: il Mattarellum, come denominata Giovanni Sartori. (Renato d'Andria) Presso gli uffici comunali sono depositati i moduli per la raccolta firme per quesiti referendari:
|
||||||
|