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Creato da: antifascistavt il 06/07/2006
Coordinamento Antifascista della Tuscia

 

 
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Post n°56 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da antifascistavt
 

Lettera aperta sul Giorno del Ricordo ai rappresentanti dei partiti e agli amministratori appartenenti al centrosinistra nella provincia di Viterbo.

Anche quest’anno, come succede dal 2004, sarete invitati a partecipare in vari modi alla celebrazione del Giorno del Ricordo “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale”, sollecitati non senza quel po’ di provocazione da colleghi di centrodestra che si rivolgono a voi con l’espressione facciale di chi vi sta rivelando chissà quali incontestabili e imbarazzanti verità sui vostri trascorsi.

Forse in questi giorni il mondo politico è preso da ben altre preoccupazioni ma, a quattro anni dalla sua istituzione, il Giorno del Ricordo dovrebbe aver ampiamente dimostrato quali fossero le necessita più impellenti dei suoi propugnatori: mettere in secondo piano la Giornata della Memoria contrapponendole fatti per nulla paragonabili al genocidio nazifascista, per di più riportati con una ricostruzione storica assai discutibile.

In questi anni, a Viterbo, siamo intervenuti più volte per denunciare certe imprecisioni, chiamiamole così, tramite comunicati e iniziative pubbliche, e ogni volta è accaduto che qualcuno del centrodestra rispondesse invocando obiettività e ammissioni di colpa, senza però entrar nel merito di quanto da noi documentato, mentre il centrosinistra - perché negarlo? – in genere ha preferito concedere, ignorando la perniciosità di certe assurde equiparazioni. 

Evitiamo qui di rievocare tutte le tappe che ci hanno portato oggi a mettere sullo stesso piano la “foiba” Basovizza e il campo di sterminio di Auschwitz, di contestare per l’ennesima volta asserzioni e cifre sparate sulle decine, se non centinaia, di migliaia di “italiani infoibati con la sola colpa di essere tali dai criminali slavo-comunisti”, o di tentare contestualizzazioni: si può ormai disporre di un’amplia e dettagliata bibliografia in merito; basta solo un po’ di buona volontà.

Mi appello quindi direttamente a voi politici del centrosinistra, che vi ispirate ai valori dell’Antifascismo e della Resistenza, affinché:

- Ogni qualvolta vi vengano sottoposti documenti di respiro storico, a maggior ragione se comportano scelte atte a gravare sui contribuenti, prima di apporre firme chiediate ai colleghi del centrodestra di citare le fonti alle quali hanno attinto per la redazione dei medesimi, onde verificarne serietà e attendibilità in nome d’una, seppur minima, validità storiografica (casuale è qui ogni riferimento alla discussa mozione Udc dei viaggi premio a Basovizza, approvata dal Consiglio Provinciale e basata, a detta degli stessi consiglieri Udc, su “informazioni prese da internet”).  

- Diate un contributo nelle vostre sedi e con gli strumenti che avete a disposizione per fare luce sulle vicende del confine orientale. Perché vi sia maggiore chiarezza occorre non omettere o censurare nulla, anche riguardo la politica antislava del fascismo, la sanguinosa aggressione nazifascista ai Balcani e le responsabilità nell’avvio della pratica delle infoibazioni.

-  Vi facciate quindi promotori del superamento della cappa di censura che grava sui crimini contro l’umanità commessi dall’Italia sabauda e fascista durante le sue avventure belliche e coloniali, nonché sull’impunità che ne è seguita.

A tal proposito potreste impegnarvi affinché nelle scuole (sempre tirate in ballo per queste faccende) si proiettino film censurati come Fascist Legacy - la RAI lo ha acquistato nel 1989 senza mai trasmetterlo - e Il leone del deserto, sulla Resistenza cirenaica contro l’occupazione fascista, oppure, nel nostro piccolo, il documentario Mio fratello Gojko, intervista a Nello Marignoli, partigiano viterbese combattente in Jugoslavia.

- Vi ricordiate, in conclusione, di rendere omaggio, in nome della solidarietà e della fratellanza tra i popoli, alla Resistenza; a quella jugoslava, che ha dato un contributo di sangue fondamentale per la sconfitta del nazifascismo e quindi per la pace in Europa, così come a quella italiana, tenendo presenti le migliaia di nostri soldati che dopo l’8 settembre, rifiutandosi di continuare la guerra per il Terzo Reich e per la repubblica-fantoccio di Mussolini, si unirono alla Resistenza delle popolazioni balcaniche, inquadrandosi nelle varie Brigate Garibaldi o entrando direttamente nell’EPLJ (Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo).

In 20mila caddero, sul campo, fucilati, morti per stenti o decimati dal tifo petecchiale. Proprio questi combattenti cancellarono col loro sacrificio l’onta dei crimini commessi dall’aggressione fascista in quelle terre.

Distinti saluti

Silvio Antonini

Segretario e portabandiera

Anpi Comitato Provinciale Viterbo

 
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Antifascismo militante

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Petizione Contro l'intitolazione della Circonvallazione a Giorgio Almirante

Il giorno 19/07/2006 il sindaco di Viterbo ha intitolato una parte della circonvallazione di Viterbo a Giorgio Almirante.

Almirante è stato uno dei redattori della rivista “La difesa della Razza” caratterizzata da feroce e becero razzismo ed antisemitismo.

Militante attivo della Repubblica sociale di Salò che, alleata dei nazisti, torturava e massacrava i cittadini italiani democratici, è stato, dopo la guerra, tra i fondatori dei Movimento Sociale Italiano, diventando poi segretario dello stesso partito. Il MSI di Almirante, si caratterizzò anche come organismo politico che mitizzava la dittatura mussoliniana e che esaltava anche le dittature contemporanee, come la dittatura greca dei Colonnelli, la dittatura militare Turca e il colpo di stato cileno, mentre denigrava ed offendeva il movimento antifascista e la democrazia repubblicana italiana. Il MSI di Almirante si rese protagonista inoltre di una miriade di aggressioni contro studenti, operai e militanti democratici con conseguenti ferimenti ed omicidi.

Lo stesso Almirante partecipò attivamente all’attacco violento contro la facoltà di giurisprudenza insieme al collega Caradonna.

Almirante ancora protagonista di un inquietante episodio collegato alla strategia della tensione. Viene infatti incriminato per favoreggiamento del terrorista Cicuttini, autore della strage di Peteano. Si salverà con l’amnistia.

La storia politica di quest’uomo, si chiude senza alcun riconoscimento delle battaglie civili che hanno contribuito alla costruzione della democrazia italiana.

Intitolare a questo personaggio una via di una città italiana, significa quindi offendere chi è morto lottando contro i nazifascismi ed offendere chi ha speso la propria vita per costruire e rafforzare la democrazia italiana.

Chiediamo rispetto per l’Italia. Chiediamo che questa targa sia rimossa dalle vie della città di Viterbo.

Per aderire inviate via e-mail il vostro nome e cognome all’indirizzo antifascistavt@libero.it

Iniziativa appoggiata dal Coordinamento Antifascista della Tuscia

 

 

 

 
 

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