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“Live Set Visuals From BEGOTTEN” ( Performance AUDIO/VIDEO)by LABORATORIO MUSICALE SUONO C

Post n°4 pubblicato il 11 Febbraio 2013 da gruppoakira
 
Foto di gruppoakira

Da un’Idea di Donato Console e Giuseppe Bruno
Realizzazione/Produzione: Associazione Artistico Culturale
"GRUPPO AKIRA"
con la collaborazione di Natascia Abbattista.

THE BEGOTTEN (1991) esordio cinematografico del regista statunitense E. Merhige Elias è senza dubbio una delle più alte espressioni del cinema weird.
Girato interamente su un negativo intenzionalmente graffiato e con l’impiego di filtri di intensità, tutto intriso sin dai primi istanti di un atmosfera funerea e decadente, questo film parte di getto, scaraventando lo spettatore in un universo abietto e scolorito. Tutto appare immediatamente come un brutto sogno, nello sgranamento esasperato del bianco e nero, che dilata le immagini, le quali sfumano e si disperdono lasciando soltanto intravedere la reale consistenza delle sostanze presenti nell’ambiente circostante.
Questo film è una delle esperienze visive più atipiche ed ombrose che si possa intraprendere ed è bene dirlo: al di là di tutte le possibili interpretazioni, nel complesso, sono l’atmosfera e i sensi dello spettatore i protagonisti assoluti della proiezione. Ed è così che va goduto, impulsivamente, senza affannarsi a trovare una spiegazione o interpretazione coerente.
 Col suo linguaggio onirico ed allusivo, inesplicabile e bislacco questo film si pone all’osservatore come fosse un quadro commemorativo i cui contenuti sgorgano direttamente dai sensi ai suoi istinti inconsci.
I movimenti che osserviamo sullo schermo sembrano come la sintesi di una trasformazione della “materia” che ci appare nella sua continua fermentazione all’interno di una dimensione indefinita.
Sebbene le situazioni del film alludano di continuo al mito della creazione (è bene sottolineare che solo dai titoli di coda emergono le identità delle figure e dunque sorge inevitabilmente una chiave di lettura) alter ipotesi indicano un riferimento al simbolismo magico di Aleister Crowley, oppure ad un’allegoria delle deturpazioni continue che da sempre l’uomo infligge alla natura. Ed al rapporto (tematica ermetica) tra Uomo e Dio che sfugge all’intelletto umano.
Difficile certo delineare un quadro interpretativo coerente ed esaustivo in quanto, come già detto, si tratta di un’esperienza visiva che va vissuta in modo soggettivo e che sarà arricchita per l’occasione dall’elemento sonoro electro-ambient dell’ansamble sperimentale LABORATORIO MUSICALE SUONO C ( non nuovi a questo genere di esperienze, basti citare “A memoria” di Ciprì  e Maresco) i quali avvalendosi anche dell’amichevole, preziosissima partecipazione artistica di Loredana Savino (voce dei Muretti A Secco, U Monnacidde, nonché autrice e regista de Maria Ferrar e Medea),ricreerà dal vivo l’intero sonoro del film.
La proiezione sarà quindi accompagnata da una esibizione performativa musicale che pur attenendosi al medesimo concetto ambient-rumoristico del sonoro originale ne riscrive le atmosfere stabilendo nello spazio acustico della sala un ponte medianico fra immagine e suono.


LABORATORIO MUSICALE SUONO C
Il Laboratorio Musicale "Suono C" si pone come obiettivo principale la ricerca di una mediazione fra caratteri acustici diversi fra loro, siano questi il prodotto di voci, strumenti, generatori elettronici o altro, e quindi l'approfondimento di una continuità reale fra suoni "elettronici" e suoni "naturali". Da qui l'esigenza di "comporre i suoni" (non solo di comporre con i suoni) prendendo in considerazione tutti gli aspetti dello spazio acustico e musicale, dagli elementi minimi, i più elementari, ai più globali.
Lasciandosi trasportare da questa concezione sonora il laboratorio arriva all'elemento dominante: l'improvvisazione, infatti in una campagna sperduta della Puglia e soprattutto di notte si incontrano musicisti e artisti vari per delle vere e proprie sedute d' improvvisazione mescolando generi, esperienze, profumi, sensazioni......., questo è il Laboratorio "SUONO C"

Gianni Console
Donato Console
Giuseppe Tria
Walter Di Serio
Special guest Loredana Savino

LOREDANA SAVINO

nasce a gravina in puglia il 02.09.1978. Inizia a studiare pianoforte e la musica tradizionale alto murgiana sin da piccolina. Più tardi intraprenderà lo studio del canto e della polifonia con Gabriella Schiavone delle Faraualla. Nel 2001 fonda il gruppo U’ munacidde con il quale partecipa a numerosi ed importanti festival internazionali e nazionali (folkest, fimu belfort, di suoni e di danze,  primo maggio bari, ecc..) e con il quale realizza 3 cd (u’ munacidde, nete inte o peccioune de la terre, tra mbaravigghie e sunne). Nel 2007 partecipa come cantante al lavoro di Francesco Sossio Sacchetti “Muretti a Secco” diventando cantante del suo progetto francesco sossio banda(festival interceltic lorien, folkest, folkontest, milano film festival, salento film festival, alexandrina world music festival). Ha cantato con la kerlox dub band ed attualmente fa parte di due gruppi “quattordicetto cetra” omaggio al quartetto cetra con il quale ha inciso un disco e “le nuvole” omaggio a fabrizio de andre’. Fa parte dell’ansamble vocale “Palazzo incantato”.  È una delle interpreti dello spettacolo teatrale “Prima della Poesia” per la regia di Rocco Capri Chiumstulo. E’ stata interprete di uno spettacolo concerto in omaggio a B. Brecht: in uno spettacolo regia Jelly Chiaradia “Le eumenidi”. E’ stata direttrice di produzione dei cortometraggi regia Natascia Abbattista “domani non si lavora”, “farida”, “la passione di cristian” e come assistente di produzione nel corto “the signature”. E’ regista e sceneggiatrice della performance “MED-ea” ispirata al personaggio di Medea. È attualmente impegnata in due nuovi progetti discografici e in una nuova produzione teatrale.

 



Venerdì 22 Febbraio 2013 h 21:00
Laboratori Urbani G.LAN
Laboratorio Urbano di Noci
Via Repubblica, 4 al II° Piano del Convento di San Domenico
70015 NOCI (BA)
INGRESSO 5 €
INFO e Prenotazioni
artistico.akira@gmail.com
331 4546 811

 

 
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L’Associazione Artistico Culturale “GRUPPO AKIRA”

Post n°3 pubblicato il 16 Luglio 2009 da gruppoakira
 
Foto di gruppoakira

SEMPRE NUOVA E’ L’ALBA   IV ediz.

Libera notte di poesia

Nell’ambito della rassegna estiva “Nocincanta 2009”, organizzata dall’Amministrazione Comunale, anche quest’anno  torna l’appuntamento con la Poesia. Ormai giunta alla  sua quarta edizione la manifestazione  “Sempre nuova è l’alba” diretta da Antonio Natile promette nuovamente di coinvolgere e stupire attraverso due personalità originalissime del panorama poetico nazionale e non solo: Maria Grazia Calandrone,  poetessa e performer romana   che conta numerosissime presenze su riviste letterarie  tra cui Nuovi Argomenti,  Gradiva, Sud,  Le Fram e notevoli  pubblicazioni, sua ultima fatica  La macchina responsabile” Crocetti 2007 e Giovanna Marmo, attrice, poetessa ed artista figurativa napoletana autrice  di “Fata morta” Emilio Mazzoli 2005 opera vincitrice del premio Antonio Delfini 2005 e del cd audio “Sex in Legoland” presentato alla  BIG (Biennale Internazionale Giovani) nel 2002.

Altri autori presenti saranno Biagio Lieti, giovane poeta  de “Le Battaglie i robusti no” del 2008 per  Poiesis Edizioni e Luciano Provenzano autore di   "Tempo liberato" , Pensionante de’ Saraceni , 1985 ).

Per concludere Irene Leo, autrice e performer di prossima pubblicazione il suo  “Sudapest” Besa 2009, &  Elisabetta Liguori autrice di “Il credito dell’imbianchino” Argo edizioni 2005.

Incursioni musicali a cura di Checco Curci.

 

 

Venerdì 31 luglio ‘09

Ore 21.00

Scalinata della stazione

Noci (Ba)

 
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Serata con Barbara Baraldi

 

Presentato il libro di Barbara Baraldi

Post n°1 pubblicato il 09 Luglio 2009 da gruppoakira
 
Foto di gruppoakira

LA CASA DI AMELIA

Passa da Noci il tour di Barbara Baraldi in Puglia

L'Associazione culturale TEATRO DEL V.A.G.O. e l'Associazione Artistico Culturale GRUPPO AKIRA in modo del tutto inusuale e fuori dal comune hanno presentato l’ultimo lavoro dell’ autrice modenese Barbara Baraldi.

Infatti il 26 giugno nella sala di Musica sita in via armonia è andata in scena una vera e propria opera teatrale con un Pippo Indellicati ,in grande forma, nel ruolo di uno pseudo conduttore che gioca a fare il detective per scoprire il colpevole che si cela tra le pagine de “LA CASA DI AMELIA”, che avvalendosi dall’enfasi letteraria dell’interprete Carmela Milano e delle atmosfere sapientemente create da Dante Spada , ha trasportato gli spettatori,tra i quali l’assessore Paola Annese e il neo consigliere provinciale Marino Gentile, in un viaggio spettrale nel buio della mente, dove i ricordi sono distorti dal filtro della paura, dell'angoscia, del senso di colpa.

In seconda battuta il nostro Conduttore/detective con un’intervista altrettanto fuori dal comune ha fatto conoscere un po’ più da vicino ai presenti l’autrice Barbara Baraldi che dopo “La collezionista di sogni infranti” , ci propone il seguito con La casa di Amelia, sempre in "BabeleSuite", la collana diretta da Luigi Bernardi per l' editore Perdisa.

La Baraldi, dopo aver navigato con la sua scrittura nel mondo della realtà virtuale, entra con questo racconto nei labirinti della mente di Amelia. Nella penombra del tramonto che si addensa nella casa della nonna a Trieste, il lettore ritrova Amelia sola, assediata dai ricordi del passato, costretta dai sensi di colpa in una prigione maniacale. E non si sa se le immagini cruente di Marina e Alex che le attraversano la mente, o le inquietanti telefonate vuote che la assillano siano i riflessi di un delitto da lei commesso o di una sua proiezione paranoica. Nemmeno la visita della mamma apprensiva e le insistenze della cugina riescono a farla uscire da quella torbida indolenza. Sembra inverarsi in lei ciò che è scritto nel Mercante di Venezia di William Shakespeare: "Possiamo chiudere col passato, ma il passato non chiude con noi". L' unica possibilità di fuoriuscita dalla greve e dolorosa inerzia è per Amelia affrontare i suoi fantasmi, prendere con sé lo zaino, salire sul primo treno per Ferrara e da Ferrara raggiungere nella Bassa "la casa degli orrori", forzare cioè quello spazio stretto e defatigante in cui Amelia si dibatte. Il racconto si apre e si chiude con un andamento di fiaba:

"C' era una volta una principessa triste, prigioniera in un castello incantato"; "Il castello incantato che la teneva prigioniera bruciò tra i raggi del sole quel mattino...", con quella tonalità dominante che conferisce al racconto nei suoi momenti decisivi una certa lievità crudele.  Infatti La casa di Amelia è un noir psicologico in cui anche le figure più rassicuranti, come in certe fiabe nordiche, possono rivelarsi ambigue e sfuggenti. In questo racconto, in cui si assiste ad un continuo ondeggiamento fra la dimensione della realtà e quella delle ossessioni, il lettore si trova sospeso fra la narrazione in prima persona con cui affonda nella mente di Amelia e la narrazione in terza persona con cui ristabilisce la giusta distanza dalla protagonista; fra le parole che gettano un po' di luce e i silenzi ombrosi che sembrano adagiarsi fra gli spazi vuoti di una sintassi organizzata in sequenze minime.

 

Gentile Giovanni

 

 

 
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