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Dura lex, sed lex...

Post n°5 pubblicato il 05 Marzo 2008 da WebOrange

Stamattina, aprendo gli occhi, la luce era più bianca del solito. Un silenzio ovattato accompagnava il dondolare flessuoso di tanti morbidi fiocchi di neve, dietro la finestra. Non so se ci avete mai fatto caso, ma vedere qualcosa che si muove in silenzio ti dà una sensazione di silenzio maggiore del silenzio percepito nell'immobilità. Sembra la vita, a cui hanno tolto l'audio...

L'ultima volta che ho visto la neve scendere la mia vita era diversa. Ed è, in fondo, bello e crudo accorgersi che tutto continua a scorrere nella sua inevitabilità, mentre dentro di te i capitoli, le sensazioni, si aprono e si chiudono con un ritmo di cui il resto del mondo, giustamente, sembra non occuparsi. E' la vita che va avanti, anche se a te a volte sembra di restare al palo, legato con un 'inglese doppio', di quelli che una volta in trazione devi tribolare - e non poco - per scioglierli... al ricordo di un recente passato che, se è mai esistito, appartiene, appunto, al passato.

Stamattina, comunque, al risveglio, i fiocchi di neve e i 'Silvia, rimembri ancor' hanno lasciato ben presto spazio a quello che avrei dovuto affrontare in tarda mattinata. Mi aspettava l'aula di un tribunale, nella quale mi sarei dovuto difendere dall'ennesima beffa, che mi porta qui, con voi, a fare l'ennesima elucubrazione su miseria e nobiltà dell'animo umano.

Il sette settembre del 2005 un tizio ha pensato, giustamente, che io sapessi bene dove lui abitava, e quindi ha sterzato tranquillamente per casa sua, venendo a invadere la mia corsia per fare un'allegro frontale tra la mia auto e il suo leggerissimo e poco ingombrante monovolume americano. Ne sono uscito vivo, credo grazie all'intuizione di un carneade qualsiasi, John W. Hetrick, che nel lontano 1952, pensando ovviamente alla mia incolumità, brevettò un curioso cuscinetto gonfiabile che soprannominò simpaticamente airbag.

Alzi la mano chi non ha mai commesso un errore; tuttavia, quasi sempre negli annali non resta impresso l'errore, ma le sue conseguenze. Quindi, fin qui, con la pelle (diciamo) salva, ed una piena, bieca ammissione verbale di responsabilità da parte dell'ameno invasore di corsia, nessun problema. Le auto si aggiustano, si cambiano. 'Altri mali 'n venissero', era il titolo di una commedia nella quale ho recitato in gioventù. Salvo che, un anno dopo circa, e con la pratica dell'assicurazione chiusa da tempo (ovviamente a mio favore), mi arriva una richiesta colossale di risarcimento danni da parte di questo 'entrante' automobilista.

Forse, innocentemente, gli è pervenuto un assai poco deontologico sussurro nell'orecchio che, magari, valeva la pena provarci. Per alzare qualche soldo, perchè, in fondo, di fronte alla tua coscienza (almeno per ora), nessuno ti chiede il conto della coerenza delle tue azioni. La vigliaccheria e l'avidità, in fondo, non sono mai state reato, e se nel diritto moderno 'depenalizzazione' ormai coincide con 'legittimazione', figuratevi se di fronte ad un atto di tale bassezza (morale, ma direi anche materiale), qualcuno possa scomporsi. Al massimo, ci si stringe nelle spalle.

Abbiamo ancora molta strada da fare.

Io ho sempre creduto, e sempre crederò, fino all'ultimo giorno della mia vita, che le persone non si misurano da quanto ci chiamano 'amico', da quanto ci vogliono, o dicono di volerci bene. Da quanto ci stanno vicino, da quanto ci aiutano, da quanto ci salvano, da quanti consigli hanno per noi ad ogni ora del giorno e della notte. Dalle birre in sequenza, dalle sbornie colossali (e da quelle sentimentali). Dalle cene, dai dopo cena. Da quanto ci dicono 'bravo', ci dicono 'forza', ci dicono, o ci mandano a dire, 'sei in gamba'. Dal 'batti cinque'. Da quanto 'si trovano bene con noi', dalla condivisione di valori, fedi ed obiettivi. Dagli sfioramenti, dalle fusa. Dall'empatia, dall'affettività, dall'intensità, dal doloretto di stomaco, dal sangue nei corpi cavernosi o dall'effluvio di umori. Dal sesso da incorniciare (non l'ho mai fatto con nessuno come con te). Dal 'guardare entrambi nella stessa direzione', dal tendersi la mano. Dalle parole dolci, seguite da gesti incontrovertibili. Dai respiri, dai silenzi, dai messaggi, dalle citazioni dei libri, a quelle delle canzoni. E potrei continuare fino a che Libero mi chiama dicendo 'ehi, dacci un taglio, non c'è più spazio sui server'. Da niente di tutto questo.

Per me le persone si misurano dalla dignità dei loro gesti. Giusti o sbagliati, calcolati o affrettati, assurdi o logici che siano. Tutto il resto, per me, è destinato a sciogliersi come questa neve tardiva.

La temperatura, intanto, si è alzata, poco, ma quanto basta affinchè la delicata espressività di questa bella nevicata lasci spazio all'angoscia introspettiva di una pioggia silenziosa e costante.

Non so se la spunterò in questa causa. La giustizia, quella a prescindere, se mai esiste, lo so, sarò banale, pleonastico, demagogico, pessimista, ok, accetto tutto. Ma non è di questo mondo. Come concetto, intendo. E se mai lo fosse stato, ci abbiamo pensato noi a metterla in secondo, terzo, o quarto piano.

Spero di non avervi tediato, a presto.

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Anonimo il 18/05/08 alle 17:10 via WEB
Fai bene a rifiutare tutto e a conservare solo colui che ha dignità? Ma cos’è la dignità? Secondo me, caro Weborange è come la coscienza, tutti possiamo averla, ma solo pochi gli danno ascolto e guardandosi allo specchio, sentono o fanno quello che la loro coscienza gli dice. In altre occasioni abbiamo avuto modo di confrontarci a proposito degli ideali… Anche la vera amicizia è un ideale che va al di là delle cene, del dammi un cinque perché sono contento per te, tutti possono considerarsi tuoi amici, ma solo tu sai chi ti è veramente amico. Quando ero piccola sentivo spesso dire, da quelli più grandi di me, chi trova un amico trova un tesoro, perché il tesoro può finire e l’amico resta…di solito aggiungo io. L’amico è umano, come tale ha pregi e difetti, ha i tuoi stessi problemi, impegni e i tuoi turbamenti. In proposito la pensiamo diversamente, per me il vero amico e colui che ha la dignità per essere chiamato tale è colui, che ti sta vicino nei momenti di bisogno, che piange con te nei momenti di tristezza e gioisce con te nei giorni felici. Purtroppo pur essendo tutti uomini, non tutti abbiamo fatto le stesse esperienze che ci hanno fatto crescere, soffrire e diventare quello che siamo, imparando proprio da queste. Prima si capisce questo e meglio è, perché in questo modo si evitano sofferenze. C’è chi affronta una determinata strada in salita e chi in discesa ed ognuno di noi affronta i problemi delle vita in maniera diversa! Ritornando alla DIGNITA’ bisogna saper guardare dentro le persone e comprenderle un po’ di più. Bisogna capire perché uno ti dice una determinata cosa proprio in quel momento, bisogna saper scindere, perché tutti possono cambiare idea. Tutti nella vita possiamo avere dei problemi, è vero in quei momenti quasi sempre si è soli, ma come disse Gesù chiedi e ti sarà dato! Anche a proposito dei sentimenti o del sesso bisogna saper distinguere, ognuno di noi può dire “ come l’ho fatto con te non l’ho fatto con nessuno” e tutti possiamo mentire e a volte siamo anche bravi. I gesti quello che una persona fa per te al di là delle parole e a distanza di tempo è quello che resta… Una persona più di un anno fa mi ha promesso una cosa… che io non gli avevo neanche chiesto; io però ci contavo, questa persona mi ha sempre detto di si, ma senza aver nessun riscontro. A distanza di tempo mi viene in mente che forse voleva semplicemente adularmi, forse dovevo lasciarla perdere perché prima o poi mi avrebbe mentito? Ora visto che il tempo è contro di lui (perché esiste quel detto che dice dai tempo al tempo e prima o poi ti darà ragione) mi chiedo la sua dignità dov’era? Come vedi caro Weborange solo il tempo ti dirà se quella persona merita o no il tuo rispetto…
 
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Data di creazione: 03/03/2008
 

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