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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da rinascitalibri.rinas

Follia
di Patrick McGrath

Quello che più colpisce in Patrick McGrath è la capacità di cogliere un sentimento anche solo con una parola, una frase...

    Della protagonista di Follia, lo scrittore sa indagare gli angoli più oscuri della personalità e riesce a comunicare al lettore le emozioni più impercettibili della sua anima.

    È la storia, ambientata nel 1959 in un manicomio criminale, dell'amore torbido e totalizzante tra lo scultore Edgard Stark, internato perché colpevole di un efferato uxoricidio, e Stella, moglie straordinariamente bella del primario psichiatra Max Raphael.

    Max, cerebrale, curvo e pallido, Edgard, massiccio, sensuale e sfrontato; Stella inquieta, orgogliosamente noncurante ed ingabbiata in un matrimonio sbagliato: l'attrazione è inevitabile.

    Una serra è il luogo del primo dei loro incontri febbrili, consumati con l'ansia incauta di chi non ha paura di sfidare il mondo. Poi lui fugge dal manicomio criminale e lei dimentica i suoi affettuosi doveri verso il figlio Charlie, le rigide convenzioni sociali, la delicata e prestigiosa posizione del marito, le critiche astiose della sofisticata suocera e lo segue nella sua insana avventura.

    "Follia" è il titolo del romanzo, non tanto perché Edgard è uno psicopatico, ma perché follia può essere l'amore, passione sfrenata, ansia di sentirsi vivi, ricerca affannosa di una dimensione fuori dal quotidiano dove " trovare la libertà. La libertà! "

    In un alternarsi di tenerezza, sensualità, violenza e abbrutimento si consuma una vicenda tragica che coinvolge il lettore e gli fa percorrere, passo dopo passo, la strada dei personaggi verso l'abisso.

    La singolare ottica scelta da McGrath per raccontare i fatti prevede come testimone, narratore e, insieme, confessore lo psichiatra Peter Cleave, che ha in cura Edgard e, poi, Stella.

    Proprio su di lei, i suoi sentimenti, le sue reazioni, l'occhio attento del medico indaga con lucidità implacabile e, insieme, con partecipazione sofferta.

    Stella: che piaceva a tutti "per il suo spirito, il suo distacco, la sua sensazionale bellezza... la carnagione pallida, quasi diafana, e folti capelli biondi, quasi bianchi, che teneva piuttosto corti e pettinati all'indietro".

    Stella: "donna pallida e appassionata" che mal sopporta Max "un uomo riservato, piuttosto malinconico, con buone doti di amministratore, ma debole, e senza fantasia" e solo con Edgard riesce a sentirsi "spericolata, originale, e libera".

    E ancora Stella: "una donna triste e stordita, con l'impermeabile aperto e una sigaretta tra le dita", che "viveva in una specie di nebbia, e le persone intorno a lei erano solo buie figure spettrali, fantasmi privi di una vera sostanza ... vestita di scuro, con quell'aria di malinconica rassegnazione, perduta nei calcoli del suo cuore ... bellissima: sottile, minuscola, angosciata.

 Bellissimo già dalle prime pagine un libro che non si dimentica, Cri

 
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