Creato da Ivy_Barnum il 03/11/2011

Game - Over

L'Italia senza berlusconi è più bella, spero che insieme a lui se ne vada anche tutta la spazzatura disseminata in tutti questi anni, anche qui dentro.

 

 

18) Mai più

Post n°18 pubblicato il 13 Novembre 2011 da Ivy_Barnum
 

 

Cosa resterà: un plastico di Bruno Vespa, le plastiche delle Santanchesse, il tunnel di Marystar, le Maserati di La Russa, le commiserazioni di Lavitola, la casa di Scajola, i crolli di Pompei, i crolli della Borsa, le poesie di Bondi, gli Stracquadani, i quaquaraquà, i voti di fiducia, la sfiducia nel voto, quelli vestiti di nero che considerano Roma (e l'Italia) cosa loro (i black bloc) quelli vestiti di nero che considerano Roma (e l'Italia) cosa loro (gli Alemanni), le mezze calzette, i Fede, i traditi, i traditori, i Mora, le bionde, i tg truccati di Minzolini, i voti truccati di Formigoni, le cene eleganti, le scene pietose, il Grande fratello, lo zio di Ruby, l'editto bulgaro, il dito (medio) padano, il G8, la P3, la P4, le cricche, quelli che ridevano, quelli che hanno pianto, le case dell'Aquila, l'alluvione di Genova, il casino di Arcore, il lettone di Putin, l'elettore di puttane, le gnocche, gli allocchi, gli Scilipoti, gli scellerati, gli illusi, i collusi, il bunga bunga, lo spread, i listini, i festini, i decreti, i cretini, la Resistenza, la persistenza.
E, ahimé, il vuoto dell'opposizione.

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Anche questo blog chiude qui, il suo unico scopo è stato accompagnare berlusconi all'uscita dei palazzi del potere e, speriamo anche fuori da una scena politica che mai fu resa così misera e volgare. Bisogna tornare con la memoria a quel bivacco di manipoli nel quale mussolini trasformò il nostro Parlamento: la sede per eccellenza dove, nei paesi normali, risiede la Democrazia. E dove dovrà tornare anche quella italiana dopo essere stata cacciata in malo modo.
E finalmente, anche fuori dalle vite di tanta gente che aspettava questo momento da 17 lunghissimi anni.
Il vero miracolo sarà quello di riuscire a ridare all'Italia la figura che merita.

Per questo bisogna lavorare molto, e soprattutto, non dimenticare.

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Berlusconi dimesso, una festa amara - Peter Gomez, Il Fatto Quotidiano


Gestacci e minacce. Minacce e gestacci. Quella che Indro Montanelli chiamava "la feccia risalita dal pozzo" ha dato il peggio di sé anche nel giorno delle dimissioni del Capo, Silvio Berlusconi.

Dopo 17 anni quel finalmente, che avremmo voluto gridare a pieni polmoni, resta quasi strozzato dalle immagini di un importante presidente di Regione come Roberto Formigoni immortalato mentre fa le corna e sfida la folla alzando il dito medio, esattamente come avevano fatto in giornata il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi e, più volte nei mesi precedenti, il cosiddetto responsabile delle Riforme, Umberto Bossi.

I sedicenti moderati, nel momento della sconfitta, perdono ogni residuo decoro istituzionale e diventano il simbolo della crisi di credibilità che, prima ancora di quella economica, sta affondando il nostro Paese. Le monetine lanciate fuori bersaglio e le contestazioni al premier uscente da parte dei cittadini, peraltro poi diventate una grande, rumorosa, inaspettata e pacifica festa di popolo, non bastano da sole per spiegare le iraconde reazioni di un pezzo importante dell'ex maggioranza.

I nervi saltano perché tutto il mondo ha ormai certificato che il sogno del miracolo italiano, più volte promesso da Berlusconi a partire dai primi anni '90, era solo una truffa e un incubo. Un incubo così lungo e interminabile, da non essere ancora realmente finito.

"Intanto, stacchiamo la spina quando vogliamo", ha detto il Cavaliere ai suoi dopo aver incontrato Mario Monti. E mentre metà del Pdl tentava inutilmente di convincere il Capo che nessun governo tecnico andava appoggiato, le agenzie battevano la notizia delle condizioni poste dal presidente del Consiglio uscente all'ex rettore della Bocconi. Due colpiscono in particolare. L'impegno di Monti e dei suoi futuri ministri tecnici a non presentarsi alle elezioni e la solita richiesta: non toccatemi le televisioni, non voglio nessuna legge anti-trust.

Ecco allora perché quel finalmente, che tanto ci sarebbe piaciuto urlare, va invece pronunciato con prudenza. Va sillabato sì col sorriso, ma ricordando sempre che è un semplice dato di cronaca politica.

Berlusconi, questo è certo, non tornerà mai più a Palazzo Chigi. Glielo impediscono l'età e la lunga e clamorosa catena d'insuccessi. Ma l'era della paura, non si è ancora chiusa. Il tempo delle minacce, non è ancora finito. E anzi adesso rischia di sommarsi a quello delle lacrime e del sangue che, inevitabilmente, a causa dell'ignavia di chi lo ha preceduto, il prossimo esecutivo riserverà agli italiani.

Perché a Berlusconi, l'uomo che passerà alla storia per aver portato non solo l'Italia, ma l'intera Europa, a un passo (si spera) dal baratro, è riuscito anche questo. Rendere amara persino la festa per la sua uscita di scena.




 
 
 

17) Lo so: porta male ma tant'è

Post n°17 pubblicato il 12 Novembre 2011 da Ivy_Barnum
 

 

 

 


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Maggio 2008, Prodi lascia a Berlusconi: lo spread è a quota 37, ovvero, il valore della memoria, quando la parola spread non la conosceva quasi nessuno oltre agli addetti ai lavori.


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Oggi è il giorno che chiude un ventennio, uno dei tanti della nostra storia. E il pensiero va al momento in cui tutto cominciò. Era il 26 gennaio 1994, un mercoledì. Quando, alle cinque e mezzo del pomeriggio, il Tg4 di Emilio Fede trasmise in anteprima la videocassetta della Discesa In Campo. La mossa geniale fu di presentarsi alla Nazione non come un candidato agli esordi, ma come un presidente già in carica. La libreria finta, i fogli bianchi fra le mani (in realtà leggeva da un rullo), il collant sopra la cinepresa per scaldare l'immagine, la scrivania con gli argenti lucidati e le foto dei familiari girate a favore di telecamera, nemmeno un centimetro lasciato al caso o al buongusto.

E poi il discorso, limato fino alla nausea per ottenere un senso rassicurante di vuoto: «Crediamo in un'Italia più prospera e serena, più moderna ed efficiente... Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo costruire insieme, per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano». Era la televendita di un sogno a cui molti italiani hanno creduto in buona fede per mancanza di filtri critici o semplicemente di alternative. Allora nessuno poteva sapere che il set era stato allestito in un angolo del parco di Macherio, durante i lavori di ristrutturazione della villa. C'erano ruspe, sacchi di cemento e tanta polvere, intorno a quel sipario di cartone. Se la telecamera avesse allargato il campo, avrebbe inquadrato delle macerie.
Oggi è il giorno in cui il set viene smontato. Restano le macerie. La pausa pubblicitaria è finita. È tempo di costruire davvero.
(Massimo Gramellini - La Stampa)

 

 
 
 

16) La fine

Post n°16 pubblicato il 12 Novembre 2011 da Ivy_Barnum
 

Salvo colpi di scena dell'ultim'ora, e gli ormai noti colpi di coda del caimano attualmente ferito dunque ancora più pericoloso, oggi dovrebbe essere l'ultimo giorno. Al cavaliere è rimasto l'ultimo giro di valzer.
I salvacondotti non sono previsti dalla nostra Costituzione, quindi sarebbe opportuno che nessuno cadesse nella tentazione di fare gesti caritatevoli nei confronti di Berlusconi consentendogli di salvare le sue capre e i suoi cavoli dopo aver distrutto un paese fin dalle fondamenta.
La costituzione di HardCore dunque termina qui e sarà necessario per il bene di tutti riportare Berlusconi ad una dimensione umana, il che vuol dire da domani (proprio da domani) metterlo di fronte alle sue responsabilità, soprattutto quelle di carattere giudiziario, fargli sentire quanto pesa quel bagaglio di illegalità che lui ha portato con sé nel momento in cui è dovuto entrare in politica perché in Italia si sa, la politica è l'ultima ratio, l'estrema soluzione per chi ha dovuto salvare soprattutto se stesso e non certo quel paese di fronte al quale si presentò come salvatore / liberatore. Berlusconi non ha fatto nulla di quello che aveva promesso, nessuna rivoluzione liberale, nessuna riforma per rendere questo paese dinamico, moderno, efficiente nei suoi servizi, nella sua burocrazia tutt'altro che snellita. In compenso ha distrutto molto: è riuscito ad estrapolare dalla maggioranza della gente tutto il suo peggio, quello che persone normalmente equilibrate si vergognerebbero di trovare dentro se stesse. L'operazione di rendere normale quello che non può esserlo mai, di rendere bello l'orribile, di rendere legale e consentito quello che invece le leggi non permettono a nessun cittadino gli è riuscita benissimo. La sua dottrina si è incistata in tutti gli ambiti e molti si sono prodigati per metterla in pratica, in tutti gli ambiti. Molti lo hanno fatto addirittura gratis pensando di poter trarre vantaggi personali, altri, invece, sono stati pagati a peso d'oro per farlo, non da lui ma da tutti quanti noi. E in questo paese bisognerà ricominciare dalla Storia, da quella per esempio che c'insegna che Matteotti non fu ammazzato per ordine diretto di mussolini ma perché chi lo uccise aveva pensato che a mussolini questo avrebbe fatto piacere. In questo paese c'è stato chi si è fatto in quattro per anticipare desideri che non erano mai stati nemmeno espressi, dichiarati. Ecco perché la convalescenza sarà lunga, faticosa e dolorosa, perché come diceva Montanelli: da Berlusconi ci può salvare soltanto Berlusconi. Io non so se quel vaccino abbia sortito il suo effetto, so però che questo è un paese in cui ci si dimentica in fretta specialmente delle brutte cose, ecco perché quelle stesse cose riescono a riproporsi con facilità. In sessant'anni, che storicamente sono una schioccata di dita, siamo passati dall'uomo della provvidenza a quello dei miracoli. Ecco: io vorrei che questo non accadesse più, mi piacerebbe poter vivere il resto della mia vita in un paese composto nella sua maggioranza da gente consapevole, da persone che quando entrano in una cabina elettorale non lo facciano con l'idea che quel voto sia la chiave per portare al potere persone che poi potranno essere utili per i propri tornaconti, o perché, come è stato per Berlusconi, "sono simpatiche e fanno ridere", o perché ci s'identifica in quel personaggio invidiando il suo modo di fare e i suoi atteggiamenti, ancorché i suoi soldi che nessuno di noi avrà mai la possibilità di accumulare. Io vorrei che chi esprime la sua preferenza lo facesse avendo in mente non se stesso ma tutti.

Perché un altro errore l'Italia non se lo può permettere.

 


 
 
 

14)

Post n°15 pubblicato il 11 Novembre 2011 da Ivy_Barnum
 

Tema:

 

Il ministro Gelmini contro Benigni: nuoce all'immagine dell'Italia

Svolgimento:

 


Il Time dedica la copertina della sua edizione europea, che sarà in edicola il 21 novembre prossimo, a Silvio Berlusconi con il titolo: The man behind the world's most dangerous economy (L'uomo che sta dietro l'economia più pericolosa al mondo). In un reportage realizzato da Rana Foroohar, si spiega "come il primo ministro uscente ha messo a repentaglio l'Unione Europea e il motivo per cui non è dispiaciuto". Richiami in copertina a Berlusconi anche nell'edizione americana e asiatica di Time. "Ciao Berlusconi! Come è diventato l'asset più tossico dell'Italia" si legge sulla copertina delle due edizioni.

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Meno male che stanno per sparire con tutto il loro bagaglio di pochezze, meschinità, menzogne, mediocrità, ignoranza e indecenza. Chi va via da perdente dovrebbe avere almeno l'umiltà di tacere.
Bisognerebbe domandare alla ministra se, aver fatto parte del governo del cosiddetto (dal suo avvocato) utilizzatore finale di ragazzine attualmente sotto processo per sfruttamento della prostituzione minorile, oltre a tutte le altre faccende di ordine giudiziario che lo riguardano sia stato, invece, per questo paese, motivo di vanto.
Leggendo la stampa estera, o semplicemente andando in vacanza fuori dagli italici confini,  non si direbbe. Per esempio ieri la stampa popolare americana, in quel di NY titolava più o meno così: "per colpa dell'Italia sta crollando tutto", very little italy (e il senso degli articoli è che è il paese il problema non più solo Berlusconi). Certamente però, non per colpa di Benigni.


 


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L'epilogo: cittadini in festa salutano affettuosamente il presidente più amato degli ultimi 150 anni

 


 
 
 

13)

Post n°14 pubblicato il 11 Novembre 2011 da Ivy_Barnum
 

In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.

(ELSA MORANTE 1945 - Lettera su Benito Mussolini)

 
 
 
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DIMISSIONI DI BERLUSCONI, LA STAMPA ESTERA: "E' FINITO IL BUNGA BUNGA, ALLELUJA! ADIOS, BERLUSCONI!"
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Dal Messico alla Patagonia, l'uscita di scena di Silvio Berlusconi è stata seguita oggi quasi minuto per minuto dai principali media latinoamericani, molti dei quali stanno raccontando ormai da settimane la crisi politica italiana. Due delle reti tv all news più viste dell'Argentina, C5n e TodoNoticias, hanno per esempio mandato in onda nel corso della giornata diversi servizi, mostrando scene sia delle immagini di oggi a Roma sia del 'Cavalierè, nome con il quale tanti argentini chiamano Berlusconi. «È la fine di un'era», ha sottolineato Todonoticias, che ha scelto quale musica per accompagnare il servizio una canzone di Fred Bongusto, mentre il sito del quotidiano di sinistra di Baires 'Pagina 12' ha ricordato che 'L'Italia ha detto 'adios' a Berlusconì. L'edizione online del 'Diario de Rio Negrò - un quotidiano della Patagonia - ha messo in evidenza nel titolo come le «riforme» approvate dal Parlamento abbiano «aperto la strada alle dimissioni di Berlusconi». Simile anche il titolo usato in Brasile da Uol - il secondo portale web più diffuso dell'America Latina - che per molte ore ha ricordato sul suo sito il piano di stabilità approvato dal Parlamento. Sempre in Brasile, il sito del quotidiano 'Folhà ha sottolineato tra l'altro «la gente in attesa delle dimissioni» fuori dai palazzi del potere.

 

FRANCIA: "FINE REGNO SOTTO FISCHI E INSULTI"
Hanno seguito in tempo reale le notizie che arrivavano dal Quirinale tutti i siti più importanti dei giornali francesi, che dopo pochissimi minuti dalle dimissioni di Silvio Berlusconi hanno cambiato le loro homepage per aggiornare i lettori. L'agenzia AFP ha seguito minuto per minuto l'arrivo al Quirinale e l'uscita di Silvio Berlusconi. «Fine regno sotto i fischi e gli insulti», è il titolo del pezzo conclusivo della France Presse dalla piazza del Quirinale, mentre in precedenza, la stessa agenzia si era così interrogata sul futuro del presidente del Consiglio: «fuga ai Tropici o tentativo di ritorno?». Il sito di Le Nouvel Observateur è stato il primo ad aggiornare la prima pagina con la notizia delle dimissioni. Successivamente, ha inserito video e foto delle «scene di giubilo» nelle strade di Roma e con una ricostruzione dei 17 anni dello «show Berlusconi». A ruota hanno seguito Le Monde, Le Parisien e Le Figaro. Notizie e immagini dalla piazza del Quirinale per la tv all news LCI, che titola 'Bye, bye Silviò uno dei suoi servizi della serata. Primo titolo dei notiziari anche su tutte le radio, prima fra tutti la pubblica France Info, che ha annunciato stasera ai suoi ascoltatori che «dopo 10 anni alla guida dell'Italia, Berlusconi si è dimesso».

 

SPAGNA,SOLLIEVO MEDIA: 'È FINITO IL BUNGA BUNGA ALLELUJA'

Sollievo nella stampa spagnola all' annuncio ufficiale delle dimissioni di Silvio Berlusconi, che diversi giornali iberici avevano chiesto esplicitamente negli ultimi giorni per 'salvare l'euro. Le edizioni online dei quotidiani, puntate tutto il giorno su Roma, aprono tutte questa sera sulle dimissioni del premier. «Berlusconi, sentenciado» (Berlusconi, condannato), titola 20Minutos a tutta prima pagina, sopra una grande foto del Cavaliere, il volto teso, in auto. «Berlusconi si dimette e cede il posto a un altro governo per evitare la bancarotta del paese» titola El Mundo online. «La decisione significa per l'Italia la fine di un'era, dopo che il Cavaliere ha segnato quasi due decenni» rileva. Su El Pais online Antonio Tabucchi scrive che ora bisogna «deberlusconizzare l'Italia» e l'ex-corrispondente da Roma Miguel Mora si rallegra perchè «È finito il bunga bunga, alleluya». Il quotidiano sotto il titolo «Il potere e i suoi benefici» scrive che «il vero volto del Cavaliere è quello di un imprenditore vorace che utilizzò abilmente il teatro e la politica per consolidare la sua immensa fortuna e soprattutto evitare il carcere». «Bye bye Silvio» titola l'edizione online di Publico, riferendo delle manifestazioni di gioia della gente. Abc preferisce invece un «Arrivederci Silvio».

 

NEWS DIMISSIONI PREMIER IMPAZZA SU SITI USA
Le dimissioni di Silvio Berlusconi conquistano i medi americani che hanno seguito la crisi italiana con grande attenzione e con continui collegamenti con Roma. «Berlusconi si è dimesso» è la 'breaking news' del Wall Street Journal, il primo fra i siti internet statunitensi a dare la notizia. Il circuito televisivo dell'agenzia Bloomberg si collega immediatamente con Roma, dopo la trasmissione in diretta dell'intervento del presidente Barack Obama allàApec, e trasmette immagini in diretta da davanti al Quirinale. «Silvio Berlusconi si dimette, finisce un'era politica di 17 anni» è la breaking news del New York Times sul proprio sito. «Silvio Berlusconi si è dimesso» scrive secco il Financial Times.«Il palazzo della repubblica italiano comunica che Berlusconi si è dimesso» è il messaggino che l'Associated press invia ai suoi utenti. «Berlusconi si è dimesso da premier» scrive il Washington Post. Le dimissioni di Berlusconi conquistano anche i piccoli blog: 'The Village Voicè, blog del quartiere Village di New York, dedica spazio alle dimissioni.

 

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