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25 NOVEMBRE 2007

Assemblea
domenica 21 a ROMA
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
(Via della Lungara 19)


per discutere della possibilità di 
una manifestazione nazionale

LA VIOLENZA NON E' UN DESTINO
            PER LE DONNE:
 
A MILANO ci riuniamo MERCOLEDI' 24

La discussione di Usciamo dal silenzio in tema di violenza
contro le donne è ripresa dopo l’estate e dopo il dibattito
alla tre giorni di Uds al Paolo Pini.

Oggi siamo di fronte ad una proposta importante:
un'ASSEMBLEA PUBBLICA che si terrà a Roma,
alla CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE,

DOMENICA 21 OTTOBRE alle 10.30
per verificare
la possibilità di organizzare una
MANIFESTAZIONE NAZIONALE, sempre a Roma,
CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
.

Uds ne discute ancora a Milano
MERCOLEDI' 24 OTTOBRE
alle ore 21 presso la
Libera Università delle Donne
in corso di Porta Nuova 32.


La proposta viene da un gruppo di giovani
donne impegnate nel movimento femminista
e che hanno lanciato un appello che troverete
nel loro sito: www.controviolenzadonne.org

Anche sul sito www.usciamodalsilenzio.org è
aperto un blog di discussione per conoscere
l'opinione del numero più ampio possibile di donne.


La cronaca ancora una volta dice spietatamente
dell’urgenza e della gravità della situazione del
nostro paese: le donne vengono uccise, violentate,
perseguitate da mariti, fidanzati, amici di famiglia,
negli ultimi tempi- sembra a molte – con un di più
di efferata insensatezza.

Mi dici di no, ti ammazzo, ti devo accompagnare
in ospedale per l’ecografia di controllo della
gravidanza, ti violento.

Sul piatto c’è questa emergenza quotidiana,
c’è il progetto di legge del governo che ha aspetti
controversi e che è fermo in commissione giustizia.

C’è il bisogno di tante donne di riprendere parola
pubblica.

Il 25 novembre,
Giornata Internazionale
contro la violenza sulle donne,

si avvicina.

A questo serve il blog che state leggendo:
a confrontarci sul che fare, a tenere insieme
pensiero e giudizio critico sugli strumenti
legislativi e pratica di movimento.

Per questo apriamo il blog riproponendo la
lettera aperta che alla vigilia del
25 novembre 2006 l’assemblea milanese di Uds
inviò al presidente della repubblica e a tutte
le ministre e i ministri, chiedendo l’assunzione
del tema della violenza di genere come
prioritario nell’agenda politica.

Nonostante qualche segnale vi sia stato,
non è ancora accaduto.

U
ds, nel corso deisuoi quasi due anni di
esistenza, ha discusso molto di violenza
contro le donne.

Questo è il documento che abbiamo presentato
alla vigilia della mobilitazione
del 25 novembre 2006
che ci ha viste, numerosissime,
manifestare alla Stazione centrale.


************************************
Documento approvato dall’assemblea di
Usciamo dal silenzio
del 26 ottobre 2006

La violabilità del corpo delle donne sta dentro
la nostra storia e tutte le storie,è tutt’uno
con la nascita della nostra civiltà e di tutte
le civiltà.
Ecco perché oggi chiediamo alle istituzioni
una parola pubblica che riconosca questo
punto di partenza, che spezzi un silenzio
insopportabile, che rifugga dalla facile
scorciatoia dello scontro di civiltà.
Le donne non vogliono essere vittime
per sempre.
La legge sulla violenza sessuale del 1996
che ha segnato una svolta nel costume e nel
diritto recuperando un ritardo storico del
nostro paese, è ascritta al pensiero e alla
pratica politica delle donne.

Dieci anni dopo sono ancora soltanto le
donne a farsi carico di questo tema, mentre
ci è chiaro che
la violenza sta dentro il
rapporto tra gli uomini e le donne

tanto nella loro relazione intima quanto sulla
scena pubblica
e richiede parola di entrambi.
L’allargamento della cittadinanza alle donne
è infatti tutt’ora imperfetto e continua a
convivere con l’idea di un femminile corpo vile,
da proteggere, controllare, tutelare.

Combattere la violenza manifesta chiede allora di
snidare la cultura che la produce, incarnata
nelle istituzioni, della morale, nelle religioni,
nelle tradizioni, nelle usanze familiari e comunitarie,
ma anche e soprattutto negli habitus
mentali sedimentati dal millenario
dominio maschile.

E’ la stessa cultura che si esercita anche ai
danni delle donne lesbiche nella vita quotidiana,
nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, di studio fino
a giungere ai casi drammatici della cronaca.

Il fatto che l’amore tra donne non sia protetto
dal rispetto sociale espone le donne omosessuali
ad un rischio aggiuntivo di violenza e sopraffazione.

La parola pubblica che noi sollecitiamo non è
quella che si spende con facilità nelle emergenze
“estive” sbandierate dai media, ma deve essere
iscritta nell’agenda istituzionale con la centralità
che la questione della violenza ha nella vita delle
persone.

La sua assenza o inadeguatezza è infatti lo
specchio della distanza tra la politica e la società.

Il nostro paese è oggi abitato da uomini e donne
che arrivano da culture e tradizioni le più diverse.

Costruire una convivenza che condivida,
in questo tempo e in questo spazio,
i principi costituzionali e l’idea della libertà
femminile - che ha principio nell’inviolabilità
dei nostri corpi - è il cammino di cui ci sentiamo
protagoniste insieme alle donne straniere che
nel nostro paese devono essere padrone di se
stesse, dunque in condizione di esercitare i
diritti di cittadinanza.

In questo percorso ci saranno
difficoltà e contraddizioni, ma non
devono costituire un alibi per
occultare dietro la categoria dello
scontro di civiltà
il nodo conflittuale del rapporto tra
i sessi che attraversa invece
tutte le culture.


Sta alla responsabilità del governo, che
sollecitiamo, riconoscere qui e adesso la radice
del problema e la sua urgenza, e dare luogo e
voce nello spazio pubblico ad azioni di
cambiamento a cominciare da un segnale forte
e simbolicamente inequivocabile di assunzione
del tema della violenza.

Da questa visuale accogliamo positivamente
il progetto del Ministero delle pari opportunità
di costituire un Osservatorio nazionale sulla
violenza di genere.

Pensiamo sia un primo passo, ma che per avere
utilità concreta e senso simbolico debba
nascere con requisiti precisi, facoltà decisionale
e disponibilità di spesa.

Il primo fondamentale requisito è che
l’osservatorio sia
un luogo delle donne,
delle competenze delle donne,
delle associazioni delle donne italiane e straniere,
aperto a tutte le interlocuzioni
ma con questa fisionomia.

Guardiamo come a un serio pericolo che nasca
invece come luogo di rappresentanza delle
comunità nazionali o religiose o
come incontro tra esperti fintamente neutrali.

L’osservatorio potrà e dovrà essere uno
dei motori principali di elaborazione di politiche
e azioni positive che abbiano a tema
la diffusione nel nostro paese di una cultura
che tenga al centro la libertà femminile e
la costruzione di una convivenza civile tra i sessi.

Sensibilizzare, prevenire, tutelare, progettare
sono i verbi che scegliamo per dire come
l’azione pubblica debba rispondere a esigenze
molteplici che riguardano la sfera dell’educazione,
della formazione, della socialità, del diritto e
avere, insieme, l’ambizione di un nuovo disegno
di convivenza.

Tra le persone, nei luoghi, nelle nostre città che
vogliamo più vivibili e aperte.

Per questo motivo, con l'incrocio delle competenze
della nostra assemblea, abbiamo formulato
proposte più specifiche che riguardano questi
ambiti: tutte insieme - le troverete negli allegati -
concorrono all'idea che la parola pubblica sul
tema della violenza sulle donne sia indifferibile
e debba essere all'altezza della nostra domanda.

Usciamo dal silenzio
http://www.usciamodalsilenzio.org/

*****************
http://www.controviolenzadonne.org/

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PER    LA
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NAZIONALE


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