Il Risveglio

Periodico di Cavino

Creato da risvegliocavino il 22/02/2010

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Lavori... in tempo di sagra

Post n°108 pubblicato il 01 Giugno 2011 da risvegliocavino

LAVORI IN CORSO...  IN TEMPO DI SAGRA.



              Siamo ormai vicini all’inizio del tradizionale appuntamento della sagra paesana, un momento di festa e di gioia che coinvolge gran parte della nostra comunità.

             L’organizzazione dell’evento è stata quest’anno tutt’altro che agevole, ma i volontari dell’ Associazione “INSIEME A CAVINO” si sono prodigati con impegno per rendere possibile il nostro consueto appuntamento di festa mentre i lavori fervono nell’area dell’ex campo sportivo.

              Ancora….. Negli ultimi mesi, in concomitanza con la domenica del “mercatino missionario”, il gruppo dei Giovanissimi ha animato l’apertura pomeridiana della Sala Patronale, coinvolgendo i presenti con musica, giochi, tornei e voglia di stare insieme in maniera ‘sana’ e divertente, suscitando una partecipazione dapprima curiosa poi via via più entusiasta.
Sono solo due esempi, due momenti, diversi nei modi e nella realizzazione, in cui persone della nostra parrocchia mettono gratuitamente tempo, idee ed energie a disposizione della comunità, e due momenti in cui le persone fanno e diventano comunità.
            Ritrovare il piacere dell’incontro, del dialogo e del confronto, avere l’opportunità di progettare e realizzare attività mossi da un comune spirito cristiano, avere luoghi e strutture ove poterlo fare……questo era il messaggio che avevamo lanciato nel numero scorso de “Il Risveglio”, questo è lo spirito che ha mosso il Consiglio Pastorale ed il Parroco a dare il via alla progettazione ed alla realizzazione delle opere parrocchiali che stiamo vedendo crescere giorno dopo giorno.
Rinnoviamo quindi l’invito a tutti di sentirsi partecipi e di sostenere il progetto in corso di esecuzione, nei modi già suggeriti in precedenti occasioni, a partire dalla busta allegata al presente libretto.
       Ci sembra doveroso segnalare a questo proposito, che l’Associazione promotrice della sagra ha deciso di “rinunciare” alla spesa dei fuochi d’artificio e di destinare la somma quale contributo al finanziamento delle opere parrocchiali.
              Con l’auspicio che l’esempio possa essere seguito da altri e nella speranza di incontrarvi numerosi auguriamo a tutti Buon divertimento alla Sagra di Cavino 2011.
Il Consiglio per gli Affari Economici

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pgmma
pgmma il 06/05/12 alle 09:54 via WEB
ROMA-E se Maometto non fosse mai esistito – come persona fisica, ovviamente? Se lo chiede Robert Spencer. Oltre a essere direttore diJihad Watch, un sito che ha un interesse particolare per i risvolti politici e militari dell’islam, Spencer è autore di un libro che è stato “bestseller”nella lista del New York Times, “The Politically Incorrect Guide to Islam (and the Crusades)”. Adesso è in uscita un’altra opera, “Did Muhammad Exist?”, che di sicuro farà discutere come i precedenti. Spencer elenca tutta una serie di quelle che giudica “punti deboli” nel resoconto tradizionale della vita di Maometto, e degli albori dell’islam. Li presentiamo qui di seguito. Il primo punto riguarda la morte del Profeta; “Nessun elemento della morte di Maometto nel 632 appare prima di più di un secolo da quella data”. Inoltre i primi dati scritti dai popoli conquistati dagli arabi non menzionano l’islam, Maometto o il Corano. Chiamano i conquistatori Ismaeliti, Saraceni, Hagariani, Muhajirun, ma mai musulmani. Spencer sottolinea poi che i conquistatori arabi, nelle loro monete e iscrizioni, non fanno menzione dell’islam o del Corano per i primi sessant’anni dalla loro conquista. Le citazioni di “Muhammad” sono “non specifiche, e almeno in due occasioni sono accompagnate da una croce”. Spencer ne deduce che la parola potrebbe essere usata non solo come un nome proprio, ma anche come un termine onorifico. C’è poi il problema del Corano. Che non è stato distribuito, anche secondo quanto affermano le fonti canoniche, nella sua forma attuale prima del 650 dopo Cristo. E secondo Spencer il fatto che né gli arabi, né i cristiani né gli ebrei della regione interessata menzionino la sua esistenza fino all’VIII secolo pone certamente un problema non piccolo. Secondo lo studioso, in realtà “non cominciamo a sentire parlare di Maometto, il profeta dell’islam, e dell’islam stesso fino al 690 d.C. durante il regno del califfo Abd al-Malik. Monete e iscrizioni che riflettono le credenze islamiche cominciano ad apparire anche in questo periodo”. A metà dell’VIII secolo la dinastia Abbaside prende il posto degli Omayadi di Abd al-Malik. E’ nel periodo Abbaside, afferma Spencer, che il materiale biografico su Maometto comincia a proliferare. La prima biografia completa sul profeta dell’islam è apparsa durante questa era, e cioè almeno 125 anni dopo la data tradizionale della sua morte. Sono tutti elementi che portano Robert Spencer ad avanzare la sua ipotesi più esplosiva: “La mancanza di dettagli di conferma nei record storici, il tardo sviluppo del materiale biografico sul profeta dell’islam, l’atmosfera di settarismo religioso e politico in cui quel materiale si è sviluppato, e anche altro, suggeriscono che il Maometto della tradizione islamica non è esistito, o se è esistito, era sostanzialmente diverso da come la tradizione lo dipinge”. Ma se Maometto non è esistito – almeno nella forma in cui la tradizione lo ha fatto giungere sino a noi – come ha fatto a imporsi il carattere islamico dell’impero che si è rapidamente andato formando nei decenni della seconda metà del VII secolo? La risposta è di carattere politico. Ogni impero dell’epoca aveva una “religione di stato”. Bisanzio era cristiana, la Persia, sua rivale, era zoroastriana. “L’impero arabo rapidamente è giunto a controllare, e ha avuto bisogno di unificare, enormi spazi territoriali dove erano maggioritarie religioni diverse”. La crescita politica e militare non aveva, secondo lo studioso “una teologia politica obbligante che potesse competere con quelle che soppiantava, per consolidare la conquista. C’era bisogno di una religione comune, una teologia politica che avrebbe dato fondamento all’unità dell’impero e assicurato fedeltà allo Stato”. Un teologo-guerriero avrebbe giustificato l’espansionismo aggressivo del nuovo impero. Dare una giustificazione teologica alle conquista, come poteva fare l’esempio e l’insegnamento di Maometto avrebbe posto al di là della critica le conquiste stesse. Spencer vede in questo processo la ragione di base per cui l’islam è una religione profondamente politica. “Il regno divino è molto di questo mondo, con l’ira e il giudizio di Dio che sono da attendersi non solo nell’altro mondo, ma anche in questo, e con i credenti che li amministrano”. Spencer ritiene che questo genere di ricerca e di indagine non possa essere limitato alla speculazione accademica, ma deve essere uno strumento per capire che cosa è l’islam oggi, nell’epoca in cui i radicali proclamano nuove “jihad” non in senso spirituale, ma politico e militare. insider.com 05/05/2012
 
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