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PROMETEO

Post n°3 pubblicato il 11 Dicembre 2005 da phoenixphilosophy

.....Di Giapeto, allor, il saggio rampollo,
Col favor d’Atena, dal divampante
Sole un tizzon prese e tosto portollo
In dono a l’omo.Zeus,seduta stante,
A Efesto intimò far donna di creta
Ed ai quattro venti soffiarle la vita

.........
.........
.........

....È il fuoco simbolo de la sapienza
Per il cui possesso l’uomo dovette
il dazio d’una precaria esistenza
Terrena ed a temer le divin saette
Od altrimenti restare ignorante
E mai sfidare il dio tronitonante.
(da il vaso di Pandora di s.pucci)

"L'operosità di Prometeo avvicina l'uomo alla divinità,
con la sua torcia gli fa luce e lo libera dalle catene dell'oscurantismo dogmatico e dalla ignoranza:
è il precursore del progresso e della civiltà.



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Commenti al Post:
giordanobruno05
giordanobruno05 il 15/12/05 alle 16:58 via WEB
Oltre al fuoco, Prometeo donò all'uomo la capacità di vivere ignorando la data del suo appuntamento con la morte. Questo secondo dono è essenziale, perché l'uomo possa sentirsi sicuro di sé e possa sfruttare le abilità di cui dispone. Andrea
(Rispondi)
 
phoenixphilosophy
phoenixphilosophy il 16/12/05 alle 10:37 via WEB
caro Andrea, Il mito di Prometeo richiama il mito edenico di Adamo ed Eva – ambedue contengono simbolismo e analogia di significati e di comportamenti. Il primo con il fuoco solleva dagli occhi dell’uomo il velo della ignoranza ciò che lo farà progredire nella conoscenza. Similmente Adamo cogliendo e mangiando il frutto proibito dell'albero della vita acquisisce il sapere. In ambedue l’acquisizione della conoscenza da parte dell'uomo è subordinata alla perdita dell’eternità e quindi a subire il progressivo decadimento della carne sino alla morte, la cui data gli rimane tuttavia sconosciuta. Un ruolo determinante e decisivo sia nel mito pagano che in quello cristiano è svolto dalla donna – Pandora ed Eva rispettivamente, come mediatrici(fautrici ??) di una decisione, quella dell’UOMO, che causò la reazione degli dei e di Dio, e la successiva severissima punizione, adottata, in ambedue i casi, non tanto e non solo per il crimen di Lesa Maestà, quanto per il timore, da parte di Zeus e di Dio, di perdere appunto la posizione e o i privilegi esclusivi della divinità.
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