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Il cagnolino Tobia

Post n°6 pubblicato il 06 Gennaio 2014 da rmlegginventa
 

Una storia dedicata ai nostri amici a quattro zampe e ai bimbi, perchè sappiano che non sono giocattoli...

Tobia il Cagnolino arrivò a casa Rossi la mattina di Natale del 2012. Era ancora un dolce cucciolo di volpino e non capiva bene dove si trovava: un bel salotto luminoso con un albero di Natale scintillante, un bel camino scoppiettante ed intorno a lui tre persone ad osservarlo: gli occhioni grandi e castani di mamma Francesca, quelli più imbronciati di papà Stefano - " io non voglio un cane"-  e quelli sognanti e felici di Matteo, 12 anni, che aveva desiderato per tanto tempo di avere un animale domestico. Aveva portato in casa di tutto -lucertole, ragni, persino dei ricci - e aveva fatto talmente tanti capricci da convincere finalmente i suoi genitori a comprargli questo nuovo amichetto. E Tobia era davvero un gran bell'amichetto, col suo pelo lucido e morbido, gli occhietti furbi e il naso appuntito. Matteo se ne innamorò!

" MA ora dovrai occupartene tu" - gli disse il papà, col viso serio di chi vuole portare suo figlio alla propria responsabilità.

" Noi lavoriamo tutto il giorno Matteo, lo sai- gli fece eco la mamma - non abbiamo tempo, nè modo di badare a lui".

" Va bene mamma, lo farò! " - replicò Matteo, orgoglioso e felice di quel piccolo batuffolo che si nascondeva fra le sue mani, infilando la testolina sotto il suo gomito , facendolo ridere di gioia.

E così cominciò la loro convivenza, fra coccole, giochi, delicatezze e allegria. E poi ricominciò la scuola. Tobia si ritrovò solo in quella grande casa, il suo recinto a disposizione, nell'angolo del giardino, una cuccia grande di legno con cuscini mobidi e copertine per ripararsi dal freddo, una ciotola con l'acqua e un'altra più grande con i croccantini. Si sentiva il cane più felice e protetto del mondo! Attendeva così il ritorno di Matteo ogni giorno per giocare con lui. 

Ma uno di quei pomeriggi Il ragazzo non tornò solo. Tobia sentì il rumore delle biciclette fermarsi accanto al cancello d'ingresso, le chiavi aprire la serratura e quattro piedi non ancora abbastanza grandi correre verso il recinto dove si trovava.

" Eccolo vieni, è qui! " - sentì la voce di Matteo dire allegramente al suo amico, che lui non aveva mai visto. Così si affacciarono dal recinto due volti che lo osservavano: quello del suo padroncino, sorridente e felice, che gli diceva "ciao Tobia!", e quello del suo amico, col broncio e serioso, che con occhio indagatore lo guardava e diceva con sufficienza " E quello sarebbe il tuo cane?".

Tobia, che era entusiasta di vedere Matteo, scorse una luce scura attraversargli improvvisamente lo sguardo.

" E' Tobia, il mio cagnolino...Non ti piace?"

" E' piccolo..."

"Certo, è un cucciolo!"

" Ma che cucciolo! E' proprio piccolo! Sembra il cane di una femminuccia spaventata! Per noi ragazzi ci vogliono altri cani: pastori tedeschi, pastori cecoslovacchi...Cos'è questo schizzetto? E che razza di coda ha? ahahahhaah!"

Tobia, che non capiva cosa stesse dicendo, provò ad avvicinarsi col suo musino, pensando "vuole giocare con me!" ma in risposta ricevette uno spintone:

" Vai via schizzetto! Non mi piaci per niente! Hai capito? Per niente! "

" Smettila!" - gli replicò Matteo, che entrò nel recinto per accarezzare il suo piccolo amico e calmarlo, prendendo poi la ciotola dei croccantini  e riempiendola. Ma quando si piegò a posargliela perchè potesse mangiare, qualcosa era già cambiato e quella luce scura nei suoi occhi  non era sparita. I due ragazzi entrarono in casa e, chiuso il portone alle loro spalle, non lo riaprirono più fino a sera, quando l'amico di Matteo tornò a casa e quando Francesca e Stefano, troppo stanchi dopo una giornata di duro lavoro, si affrettarono a rientrare.

Lentamente, giorno per giorno, Tobia cominciò a diventare amico della solitudine. Vedeva Matteo rientrare ogni pomeriggio da solo o col suo amico, e a poco a poco incominciò a giocare con le farfalle, con i vermetti che trovava scavando con la sua zampetta e a parlare con gli uccellini che volavano sul suo recinto. Matteo riempiva le sue ciotole, gli metteva il collare antipulci, le gocce , ma il tempo a sua disposizione si esauriva qui. Il suo primo, unico amico era troppo impegnato con altri giochi, altri interessi, altri animali a due zampe...

Un bel pomeriggio di primavera la finestra della camera di Matteo era aperta. Tobia sentì giungere una musica molto forte e il suo amico cantare a squarciagola insieme ad un suo compagno. Il suono di una chitarra elettrica rompeva l'aria.

"Se a Matteo  piace così  tanto cantare - pensò Tobia - lo farò anch'io, così verrà a giocare con me!" E cominciò con tutto il fiato che aveva a emettere splendide melodie, suoni, acuti e tutto ciò che riusciva a creare con la sua bocca...Ma il risultato non fu quello sperato!

" Tobia! Cos'è questo fracasso! Smettila! Stupido cane!" Questo urlò Matteo dalla sua stanza, senza degnarlo di uno sguardo. Tobia fu talmente triste per quelle parole che i suoi occhi, piccoli e coperti di pelo, si bagnarono di lacrime. Era solo, chiuso in un recinto, abbandonato , tranne che per una ciotola di cibo, dell'acqua e un collare.

Fu allora che qualcosa scattò nel suo cuore: " io non sono stupido!- disse a se stesso- io non sono stupido!" e così, con tutta la forza di cui era capace, con tutta la sua ansia mista a rabbia, cominciò a scavare. E scavò, scavò e scavò ancora...scavò tutto il pomeriggio, tutta la sera e tutta la notte...e finalmente alle prime luci dell'alba il buco sotto la staccionata di legno del suo recinto fu abbastanza profondo e largo...solo un altro passo, un altro piccolo movimento, e avrebbe potuto sentirsi libero! Infilò la testa nel varco, ma subito qualcosa lo trattenne: era il suo collare che si era incastrato alla stecca della staccionata.

" Non posso bloccarmi per questo!" pensò con rabbia, e spinse con una tale forza che il collare si strappò, facendo saltare l'ultimo ostacolo fra Tobia e la sua nuova vita! Altre due zampate, un altro piccolo sforzo...E l'altro lato del giardino apparve ai suoi occhi: bello, grande, curato e soprattutto aperto sul lato posteriore! Tobia non ci pensò due volte: si diresse da quella parte e superata l'ultima siepe trovò davanti a sé la strada, dei prati, la libertà...

 

COSA ACCADRA' AL NOSTRO PICCOLO TOBIA? 

SCOPRITELO NEL PROSSIMO EPISODIO!

FINE PRIMA PARTE 

      M.         

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pgmma
pgmma il 11/01/14 alle 18:38 via WEB
La nostra cagnetta BELLA nei sui giri per esplorare il mondo era diventata amica dei militari che quotidianamente la alimentavano, accoglievano, giocavano affezionati vicendevolmente. Ma un giorno Bella non trova i militari che avevano ricevuto l'ordine di abbandonare la vecchia caserma. Nel frattempo Bella ha partorito un figlio, Fuffi, che la occupa con le amorevoli cure. Fuffi cresce e Bella vuole portare anche lui alla vecchia caserma per trasmettergli la simpatia di cui aveva goduto e che ancora conserva. Nei pressi di questa caserma due donne sole hanno preso in simpatia i due cani. Ma un giorno in questo percorso si scatena un violento temporale che coglie le due bestiole; anche per questo un'auto pirata investe Fuffi che dopo un volo di 50 metri cade esanime. Bella disperata gli va sopra ansimando per richiamarlo in vita, ma a sua volta viene investita da una seconda auto che l'azzoppa seriamente. Durante la notte Rosa sogna qualcosa di irreparabile, un brutto presentimento, e sveglia la madre per l'ansia che le è rimasta. Vanno in cerca di Bella e trovano una guardia forestale che ha appena sepolto Fuffi. Le vie sensoriali di Bella avevano avvertito Rosa in maniera misteriosa. L'uomo in divisa dice anche che un altro cane si è allontanato zoppicando lentamente. Le due donne piangono, poi si mettono sulle tracce di Bella; è andata verso la spiaggia, il grande spirito del mare che lei amava e dove andava spesso a giocare con Fuffi. Quando arrivano sulla spiaggia ben presto trovano Bella sdraiata serena con la testa rivolta all'orizzonte del Grande Padre Mare Le due donne si inginocchiano , la chiamano, la sollevano tra le braccia, l'accarezzano, ma lei non risponde più. E' uscita dalla vita crudele che non risparmia nessuno.
 
 
rmlegginventa
rmlegginventa il 12/01/14 alle 12:41 via WEB
Bellissimo e struggente racconto... Grazie pgmma per averlo condiviso con noi! Trasmette tutto il tuo amore per i nostri piccoli amici a quattro zampe! Continua a seguire la storia di Tobia e il nostro Blog! Sei la benvenuta ogniqualvolta vorrai scrivere. Buona Domenica R&M
 
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