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L'eccellenza del Saronnese

Post n°208 pubblicato il 27 Giugno 2017 da strada.robi

Senza ombra di dubbio l'azienda del saronnese che "tira di più" è quella della criminalità organizzata, martedì sul Corrierone della Sera a dissipare ogni dubbio (semmai qualcuno lo avesse avuto) un'intera pagina dedicata allo spaccio nei boschi di Uboldo, del resto non è una novità che a Saronno e dintorni l'industria della droga tragga enormi profitti, dai boschi di Origgio a quelli di Gerenzano, passando dal Parco del Lura per finire al Parco delle Groane è tutto un brulicare di spacciatori e clienti provenienti da tutto il nord italia.

Del resto la posizione strategica della nostra città non aiuta solo il mattone. L'autostrada, le ferrovie nord, la vicinanza con l'aereoporto di Malpensa - aiutano - anche questo commercio, che oltretutto a Saronno grazie alle numerose scuole è sempre stato florido.

Il fenomeno dello spaccio è stato negli ultimi anni sottovalutato, si è sempre parlato di clandestini e irregolari, di venditori abusivi e professionisti dell'elemosina (espressione cara al nostro Fagioli), la Lega poi ha sempre parlato del problema sicurezza, ma mai ha considerato lo spaccio come l'elemento più insidioso, così la questione sicurezza è stata usata per fini politici, ma i proclami contro gli immigrati non hanno mai disturbato il mercato dello spaccio.  Operazioni contro i venditori abusivi di carciofi o azioni contro i questuanti hanno soddisfatto il palato fino dei leghisti nostrani,  ma una vera presa di posizione contro lo spaccio e contro le mafie che lo dirigono da parte loro non c'è mai stata.

Occorre infatti ricordarlo, Saronno non è esente dalle mafie. 
Le mafie operano sul territorio, investono e si infiltrano nei poteri locali. L'enorme mercato dello spaccio intorno alla città non lo dirigono le bande di marocchini o tunisini che si contendono il territorio con scontri sempre più cruenti (due morti negli ultimi mesi), questi sono solo manovalanza a buon mercato, che si contende le briciole.
Gli enormi ricavi dello spaccio quindi dove vanno a finire ?
Finiscono nelle tasche di chi nel territorio investe, siano squadre di calcio o palazzoni, ristoranti o aziende, da qualche parte gli enormi ricavi dello spaccio finiscono e noi facciamo finta di non saperlo.
Per questo, se vogliamo veramente combattere l'illegalità diffusa e l'insicurezza quotidiana occorre partire da queste considerazioni, non c'è l'immigrato cattivo, c'è la mafia, c'è la delinquenza comune che usa mano d'opera a bassissimo prezzo, ci sono le collusioni tra mafia ed economia locale, qualcuno dirà: ci sono sempre state!
Sono daccordo, ma oggi non lo possiamo più tollerare, non vogliamo vivere anche con la paura di andare nei nostri boschi, quindi si concentrino le forze contro lo spaccio e non prendiamoci più in giro con i carciofi. 

 

 

 

 

 

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