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La mia prossima pubblicazione

Post n°2829 pubblicato il 28 Ottobre 2018 da gazimo08

QUEL BORGO BACIATO DALLE ACQUE DEL MYLE'

PERCHE' QUESTO TESTO


Prima di "depositare" le mie membra, già vetuste, in "quel di Ceramo", ho voluto consegnare al mio paese natio la sua storia, diversa da come, da altri, è stata descritta. I fatti, per definirsi  storici, devono essere raccontati così come sono accaduti. La storia, infatti, non può essere solo celebrativa ma rigorosamente descrittiva anche di eventi spiacevoli. Alcuni di questi ultimi, di cui ho memoria e conoscenza, li ho inseriti in questo mio lavoro pur non facendo riferimento diretto ai personaggi che li hanno generati perché sono viventi ancora i loro discendenti. Seppure le colpe dei padri non possono ricadere sui figli.

L'importante è narrare il "fatto" condannandolo e deprecandolo affinchè altri non possano commettere gli stessi "reati" perché quelle azioni dolorose e illegali hanno generato danno al paese ed ai cittadini che direttamente, od anche indirettamente, ne sono stati colpiti. E vanno denunciati come crimini affinché essi non si ripetano.

Altri storici futuri, probabilmente, fra cinquant'anni scriveranno "apertis verbis". Io ho narrato gli episodi senza indicare i personaggi con il loro cognome: alla perspicacia dei lettori lascio la possibilità di individuare i defunti attori.

Qualcuno potrà obiettare che sono vicende del passato e vanno taciute perché riguardano persone defunte. Non sono d'accordo nel momento in cui costoro hanno generato devastanti dispiaceri, le cui conseguenze sono state a lungo presenti nel tessuto sociale longese, cambiandone anche il decorso di vita socio-economica, ma anche delle persone coinvolte. E' probabile che i pochi lettori che mi leggeranno non saranno d'accordo. A costoro dico che uno storico si può definire tale se la sua coscienza descrive, nel rigore della verità, gli eventi senza omissioni o reticenze, né mistificazioni oppure ingigantendo gli stessi. Cioè, nudi e crudi.

Inoltre, aggiungo che personalmente l'omertà non è nella mia cultura. Io non mi ritengo culturalmente uno storico, ma un appassionato della storia in genere, di quella locale in particolare ed in tale veste mi sono cimentato per rendere un servizio socio-culturale al mio paese natio, che ho avuto l'onore si servire in qualità di Amministratore.

L'ultimo libro sulla storia di Longi risale ad alcuni decenni addietro, mentre altre pubblicazioni succedutesi hanno trattato temi particolari. Riuscire a raccogliere notizie per un compendio completo di Storia del paese, nell'accezione specifica della materia, mi ha indotto a fare delle ricerche approfondite per tentare di risalire alle origini per indi posare lo sguardo sui secoli successivi.

L'archivio storico comunale, relativo ai secoli che precedettero la II guerra mondiale, venne distrutto dalle bombe sganciate durante il conflitto sulla biblioteca che lo custodiva, in quel di Milazzo, laddove inspiegabilmente venne trasferito presumibilmente dall'Amministrazione fascista locale. Milazzo fu ritenuta luogo più sicuro per la sua preservazione. I fatti hanno dimostrato il contrario. Durante la contemporanea era repubblicana, i documenti esistenti presso il Castello centenario vennero "asportati notte tempo", assieme ad altri arredi, da "ignoti ladri".

Per non parlare dell'archivio parrocchiale, in cui parecchi documenti furono bruciati probabilmente per combattere, si dice, i rigidi inverni...

Ho dovuto esaminare, quindi, i pochi documenti e frammenti sparsi contenuti in alcune pubblicazioni. Da queste ultime, che hanno trattato argomenti, personaggi o eventi del luogo ho riportato le notizie più salienti. Di molto aiuto mi è stata la ricerca su internet, le interviste fatte a persone che rammentavano alcuni fatti accaduti oppure che erano la memoria vivente di leggende e tradizioni tramandate di generazione in generazione. Ne è venuto fuori un assemblaggio di notizie, discontinue necessariamente nello scorrere dei secoli, ma utili per stendere la storia del paese - senz'altro incompleta per il vuoto di alcuni secoli - dalle sue origini ai nostri giorni.

Per quanto riguarda, invece, la contemporaneità storica mi sono avvalso di testimonianze resemi da alcuni cittadini longevi, di "relata refero", nonché per essere stato partecipe attivamente di avvenimenti socio-politici. I quali mi hanno necessariamente indotto ad illustrarli - in quanto facenti parte di vicende recenti - con obiettività, senza partigianeria né animosità e con il rigore che un testo di storia, affinchè sia tale, esige.

La storia ammantata da pietismo o quella raccontata per costruire un periodare simile al "Cicero pro domo sua" tradisce la sua intrinseca verità e diventa un libello da bruciare nel rogo delle inutilità.

Il messaggio che proviene dalla pura Storia deve trasmettere ai posteri ed ai contemporanei, soprattutto ai giovani, valori che esprimano insegnamenti di un "modus vivendi" improntato ad una condotta morale socialmente giusta e solidale. E' quello che ho tentato di mettere in piedi attraverso questo mio modesto lavoro, durato anni di ricerche e di approfondimenti. Un lavoro, probabilmente lacunoso, ma trasparente e senza omissis né acredine e che parla di fatti lieti ma anche meno lieti. Tutto ciò che ho appreso l'ho scritto. Pagine celebrative per nessuno, semmai descrittive delle azioni e dell'operosità intelligente di alcuni; tuttavia epocali - mi sia consentito il termine - per Longi.

Fra 50 anni, probabilmente, chi scriverà una nuova Storia di Longi, riferendosi agli eventi contemporanei, lo potrà fare in maniera più esaustiva ed "apertis verbis".

Questo secondo volume fa seguito alla mia pubblicazione precedente, "Alle pendici delle Rocche", in cui avevo dovuto omettere, per esigenze editoriali, alcuni documenti. Ritengo che sia venuto fuori un testo aggiornato ed arricchito sul piano storico. Infatti, questa stesura è incentrata sulla storia di Longi, dai primordi all'era contemporanea, senza ripetere eventi già pubblicati nella precedente edizione, già esaurita. Su quest'ultimo testo ho riportato alcuni argomenti con qualche modifica rispetto all'edizione del 2003. Ho aggiunto, inoltre, altri documenti, che - ritengo - arricchiscono le informazioni documentali Mi auguro di essere riuscito nell'intento senza nulla togliere alla lettura di testi analoghi, scritti da altri autori, importanti come fonti da me consultate.

Ho dovuto narrare, in prima persona, di eventi succedutisi nel recente passato in quanto sono stato testimone e protagonista per la carica istituzionale da me ricoperta. Fatti, che, in un'ottica storica, vanno portati a conoscenza della comunità e dei lettori, anche se non lieti o dolorosi.

Ometterli sarebbe stata una grave mancanza ed un occultamento della storia del paese. Oltretutto, il mio intento è quello della condivisione dell'assunto che "bisogna conoscere la propria storia passata per guardare al futuro". E per chi si accinge alla guida della comunità, l'aggiornamento culturale su fatti ed eventi succedutisi nel tempo è un percorso doveroso ed eticamente importante per un richiamo ai valori, cui dovrebbe ispirarsi colui che vuole amministrare il paese. Ma anche per il cittadino comune la conoscenza rientra nel dovere civico.

Per una completezza di informazioni, ho inserito un mio saggio sull'esistenza della antica città di Demenna in quanto è da lì che partono le origini di Longi, dai lacedemoni, dagli spartani quindi, sbarcati sulle rive del Tirreno e rifugiatisi sulle Rocche del Crasto. Ho inserito anche altri testi di studiosi relativi a personaggi e fatti che sono stati protagonisti nel passato, lontano e degli ultimi secoli.

In uno con i libri dello scrittore Francesco Lazzara, ritengo che abbiamo donato al paese una ricchezza di notizie, che vanno a formare la Storia di Longi, pur essendo diverse, come contenuto, le rispettive opere.

Mi scuso per le sofferte omissioni di testi presenti nella prima edizione, ma le esigenze di natura prettamente storica e di editoria mi hanno indotto a fare siffatta scelta. In tutti i casi, mi auguro di avere reso un contributo, modesto ma completo, alla ricerca storica su Longi.

Ringrazio la d.ssa Immacolata Pidalà per la profonda analisi fatta per presentare l'opera dopo la lettura del corposo tomo.

Sono dovuto ricorrere al "fai da te" per la pubblicazione del libro essendo rimasta senza riscontro la richiesta di stampa e pubblicazione ai due enti pubblici locali. La "consueta distribuzione" gratuita, pertanto, non è stata possibile in quanto sarebbe stato un onere economico personale non indifferente, considerato il costo unitario di ciascun volume moltiplicato per le centinaia di copie che si dovrebbero stampare per tutti i cittadini.

 

                                                                                            Gaetano Zingales

 
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"Qui ad Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alla proprie faccende private. Ma in nessuno caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta a tutti ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così" PERICLE ( 495-429 a.C.)
 

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