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IL COSACCO

KAZAK - Periodico indipendente bilingue italiano e russo- n° 13/2010 del Registro della Stampa del Trib. di Roma in data 19/01/2010 Cultura-Politica-Gossip . Redazione info@romameeting.it

 

 

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Putin nega il Gas all' Ucraina, come Stalin negò il Grano  

Post n°5 pubblicato il 02 Gennaio 2006 da romameeting
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Kiev.(2/01/2006) Alexei Miller, capo del colosso energetico russo – sta bruscamente diminuendo le forniture di gas dal territorio della Federazione russa ai consumatori ucraini dalle dieci ora di Mosca del primo gennaio.

Sembra inverosimile ma la Russia in 73 anni non muta atteggiamento e regole di approccio nei confronti della vicina Ucraina. Nel 1932, sebbene il raccolto di grano in Ucraina fosse stato particolarmente buono, nell’inverno, per decisione di Stalin la popolazione ucraina fu privata del cibo sufficiente per sfamarsi: le autorità sovietiche perpetrarono l’abominio in questo modo, il crimine della pulizia etnica contro un intero Popolo inerme, che aveva l’unica colpa di essere legato alle proprie tradizioni cristiane avendo già tra l’atro accettato le regole della collettivizzazione per la produzione e la gestione delle risorse agricole. In quell’inverno del 1932-‘33 le famiglie ucraine furono costrette a cibarsi delle carcasse di animali ed anche delle carni dei propri bambini morti. L’elemento che consente di affermare che Mosca perpetrò allora il crimine della "guerra etnica" risiede nel fatto che assieme alla "artificiale fame" gli emissari di Mosca vietarono l’uso della lingua ucraina imponendo invece l’uso forzato del russo.

Quest’anno, a distanza 73 anni da quel tragico freddo inverno in cui Mosca tagliò i rifornimenti di grano all’Ucraina, la storia potrebbe tragicamente ripetersi. Anche quest’anno il freddo è intenso ed il gas da riscaldamento è un bene primario in quella terra di Ucraina ove le temperature raggiungono anche i 30° sotto lo zero e Gazprom, il gigante energetico russo, minaccia di tagliare le necessarie forniture di gas a 52 milioni di persone, appellandosi alla mera legge del mercato. È notorio che nell’attuale Russia di Putin come allora in quella di Stalin, connesso al discorso dell’esclusione sociale è vivo quello della mancanza di tutela di diritti fondamentali, sacri per la condizione umana, quali il diritto del lavoro, al godimento della proprietà privata, all’istruzione, all’assistenza sanitaria: in tal senso tante risoluzioni e denunce di organismi internazionali di controllo si sono succeduti nel tempo sino ai giorni scorsi, tra cui l’Onu ed il Consiglio d’Europa. Problematica evidente nei luoghi in cui i russi vivono in povertà estrema, dove gli indigenti non riescono quasi a sopravvivere. Questa è la triste realtà della popolazione che vive ancora oggi nelle zone rurali e montane della Russia ove Gazprom estrae, ove al comunismo si va velocemente sostituendo il capitalismo più sfrenato. Nulla muta sul fronte orientale: in Ucraina 73 anni fa 10.000 di persone morirono di fame "artificiale" scientemente operata da Stalin e in silenzio perchè si trovavano oltre la "cortina di ferro", in questi giorni e nei prossimi 4 mesi di serio inverno, quante famiglie ucraine resisteranno a - 30°, e quale economia della produzione è prevedibile per la giovane repubblica ucraina indipendente? Tutto questo mentre la Russia presiede il G8: messe in serio pericolo anche le forniture per l’Italia.

 
 
 
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