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PIERA AIELLO SENZA SCORTA

Post n°189 pubblicato il 20 Aprile 2009 da libera_voce

COMUNICATO STAMPA della ASSOCIAZIONE ANTIMAFIE “RITA ATRIA”

OGGETTO: Saltata la copertura di Piera Aiello dopo ben 18 anni a causa di due “giuda” indegnamente nelle forze dell’ordine.

La nostra Associazione, come non molti sanno, è presieduta dalla Testimone di Giustizia Piera Aiello, che con sua cognata Rita Atria affidò al Giudice Borsellino la sua determinazione di denuncia delle attività criminose dei suoi stessi familiari.

 

La vita dei Testimoni dei Giustizia, lontana dall’attenzione sociale e dai mezzi di informazione (che pur dovrebbero esserci, sebbene con la discrezione imposta dalla delicatezza delle loro situazioni e vicende), è resa spesso ancor più difficile e ardua dalla superficiale disattenzione e dalla inaffidabilità di rappresentanti dello Stato preposti alla Sicurezza dei Cittadini, quando non direttamente coinvolti negli stessi programmi di Protezione dei Testimoni di Giustizia.

Oggi siamo tenuti a rendere pubblica, per espressa volontà di Piera Aiello, che la faticosa copertura che ha comunque consentito a Piera di ricostruire in questi anni una sua vita di relazione in località segreta, è saltata per la sprovvedutezza (e vogliamo sperare non sia per collusione con gli interessi dei suoi potenziali attentatori, sta allo Stato accertare questa eventualità scellerata) di due uomini dell’Arma dei Carabinieri, che presumibilmente hanno consentito che le famiglie mafiose denunciate da Piera Aiello venissero a conoscenza della sua attuale collocazione territoriale.

Piera, in tutti questi anni, non si è nascosta come “una serpe sotto le pietre”, ma mentre continuava instancabile la sua attiva presenza di testimone con Cittadini e giovani studenti, si aspettava la doverosa riservatezza e tutela dello Stato. Ai non pochi problemi che ha dovuto fronteggiare in questi anni anche con funzionari del Servizio Protezione, si aggiunge oggi questa devastante circostanza sulla quale Piera, e noi con lei, chiediamo un chiaro e severo intervento dello Stato.

Piera si è anche rivolta al Presidente della Repubblica con una Lettera personale (che renderemo nota solo dopo la certezza della ricezione) per ribadire la sua fiducia nelle Istituzioni, il suo affetto per i tanti uomini della sicurezza che hanno condiviso con lei il rischio della vita per garantirle protezione, ed il suo convincimento che lo Stato e l’Arma dei Carabinieri (al di là del delicatissimo ed arduo compito di tornare a costruire condizioni di sicurezza a lei ed ai suoi familiari senza tornare ad aggredirne la condizione umana e sociale faticosamente ricostruita) vorranno intervenire esemplarmente e severamente per difendere la propria dignità istituzionale contro i responsabili di un simile scempio.

Il legale di Piera Aiello sta studiando le forme opportune di garanzia della sua assistita e noi confermiamo la nostra disponibilità ad esserle accanto in qualsiasi momento ed in qualsiasi passaggio di questa ennesima battaglia di dignità umana per una Testimone di Giustizia, che – vogliamo ricordarlo con forza – è tutt’altra cosa dai Pentiti e quindi dai Collaboratori di Giustizia.

Preghiamo gli organi di informazione di non rimanere indifferenti a questo passaggio cruciale di una persona esposta a rischio mortale oggi ancor più di sempre, per non disertare il proprio compito di contribuire alla coscienza sociale ed alla passione civile dei Cittadini di questo Paese. Oggi forse più che mai i riflettori dell’informazione accesi su Piera (in una maniera più consapevole e non speculativamente invasiva come purtroppo è già accaduto sempre a Piera) possono costituire l’unica vera forma di garanzia per la Sicurezza di Piera, cui due scellerati personaggi delle Istituzioni hanno portato una pesantissima aggressione di stampo e di effetti terroristici.

Ad oggi, martedì 14 aprile (la relazione dell’accaduto risale a domenica 5 e a lunedì 6), nessuna notizia. Piera Aiello lasciata nel limbo dell’incertezza senza che nessun esponente dello Stato abbia sentito il dovere di fare una telefonata di conforto. Anche se quella telefonata dovesse arrivare un secondo dopo la diramazione del nostro comunicato ci sembrerebbe tardiva. Non possiamo nascondere l’ennesima delusione e l’ennesimo senso di abbandono da parte di quello Stato sempre presente ad onorare i morti e sempre più assente nello stare accanto a chi oggi resiste da vivo.

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