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« Messaggio #37I Comunisti e la Costituente »

III Confrenza Nazionale dei Giovani Comunisti (Prc)Sintesi doc.2 (Giovani e Comunisti-moz.Essere Comunisti)

Post n°38 pubblicato il 26 Maggio 2006 da rossebandiere
 

Giovani e Comunisti oggi:

trasformiamo il presente, conquistiamo il futuro!

La III Conferenza Nazionale costituisce un passaggio fondamentale nel progetto di costruzione, in Italia, di una moderna e forte organizzazione giovanile comunista; un momento importante di confronto delle nostre lotte e delle nostre speranze in una fase molto complessa, sia sul versante della congiuntura politica nazionale, sia su scala internazionale. I Giovani Comunisti devono prioritariamente sottrarsi ad ogni rischio di appiattimento istituzionale, alla tentazione di porsi sul terreno dell’interlocuzione con un “governo amico”. Noi abbiamo duramente criticato la linea assunta dal partito nel processo d’ingresso nel governo di centrosinistra, abbiamo denunciato la debolezza dell’impianto programmatico dell’Unione, le sue contraddizioni, l’assenza di ferme discriminanti sui nodi centrali del lavoro, della politica estera, della pace, dell’istruzione. In linea con questo orientamento, pensiamo che la nostra organizzazione non abbia  un’altra alternativa che non sia quella di radicarsi e rafforzarsi nelle lotte, raccogliere le forze e le speranze migliori, per invertire il ciclo della precarietà, di una condizione giovanile sempre più difficile ed iniziare quel necessario cammino verso la trasformazione di questa società, verso il superamento del capitalismo.

Il percorso che ci ha condotti alla Conferenza non è di  buon auspicio e non ci aiuta ad affrontare questo momento importante con serenità. La maggioranza del gruppo dirigente si è rifiutata di presentare una proposta di documento che fosse da stimolo per la discussione generale, che proponesse un terreno di confronto su cui misurare le proposte. Scegliendo la strada della chiusura e del muro contro muro si è scelto di perpetuare le differenze che ci avevano diviso in passato, con una prospettiva di totale chiusura al dialogo. Per parte nostra, non abbiamo potuto fare altro che avanzare una proposta politica complessiva.

Nella società italiana esiste una gigantesca “questione giovanile”. La precarietà è la condizione dominante del nostro tempo, una piaga che segna profondamente le giovani generazioni, non solo le condizioni di lavoro, ma la totalità della vita. Nel contempo la disoccupazione giovanile costituisce una drammatica realtà, accompagnata all’esclusione dall’istruzione e dalla formazione, di larghe fasce di popolazione. La nostra è un’epoca di enorme arretramento sul terreno dei diritti, delle garanzie, della solidarietà; una fase storica figlia delle sconfitte del movimento operaio, attraversata dall’avanzata feroce del liberismo, del capitalismo più aggressivo, delle guerre, dell’imperialismo. Ma il nostro tempo ha visto anche il riemergere delle forme di conflitto, quei movimenti che, animati da centinaia di migliaia di giovani, hanno favorito la riscoperta della partecipazione di massa, della lotta, ridando forza alle aspirazioni di pace e di giustizia sociale. Da Genova alle mobilitazioni internazionali contro la guerra e contro il neoliberismo, le giovani generazioni hanno rialzato la testa ed hanno dimostrato di poter vincere, come testimonia la vittoriosa lotta contro il Contratto di Primo Impiego in Francia.

Tuttavia i GC hanno il dovere d’interrogarsi, oggi, sulle difficoltà del movimento e sulle sue contraddizioni; esiste un oggettivo logoramento dell’opposizione sociale ed un complessivo  spostamento  a destra della società italiana; siamo in presenza di un grande arretramento del movimento in luogo di una consistente offensiva delle forze moderate (anche interne all’Unione). Non possiamo far finta di non vederlo. I GC hanno dunque un compito difficile: costruire ovunque esperienze di conflitto, nei luoghi di studio e di lavoro, nei contesti di aggregazione giovanile, sfuggendo alle sirene di un nuovo patto sociale. 

L’iniziativa politica dei GC deve ripartire da una nuova stagione di mobilitazioni di massa, nella prospettiva del superamento di questa società, contro la guerra, le ineguaglianze, l’imperialismo. E’ possibile ricominciare, evitando atteggiamenti settari e rifuggendo sterili forme di ribellismo. I continui cambiamenti di linea imposti dal gruppo  dirigente di maggioranza della nostra organizzazione, non hanno favorito la costruzione di un forte intervento politico in tutti gli ambiti di lotta e di conflitto; abbiamo assistito a continue variazioni, dalla disobbedienza alla non violenza, dalla critica al quadro politico all’accordo incondizionato con l’Unione. Tutto ciò ha segnato negativamente lo sviluppo del lavoro politico dei GC, limitandone l’autonomia politica e producendo un oggettivo indebolimento dell’organizzazione. Si disse, nella fase della scorsa Conferenza, che la forma partito era qualcosa di superato, residuo del passato. Oggi invece, di fronte alla crisi fisiologica dei movimenti, possiamo ribadire quanto sia realmente importante il rafforzamento di un’organizzazione giovanile comunista. Questa rappresenta la sola possibilità che abbiamo per tradurre le contraddizioni della realtà in proposta politica, unendo mille lotte in un’unica battaglia: quella per il superamento del capitalismo, per il socialismo. Per questo vogliamo preservare l’autonomia dei GC come organizzazione politica. Un partito comunista non potrebbe mai vivere senza i movimenti, ma senza un’organizzazione, senza un partito capace di aggregare le forze migliori, non sarà mai possibile raggiungere l’obiettivo per il quale esistiamo e ci battiamo: la costruzione di un mondo nuovo, fuori dal capitalismo e dalla guerra.

La condizione giovanile non è slegata, evidentemente, dal contesto sociale complessivo, dove crescono progressivamente le disuguaglianze. Nelle aree produttive del Nord del nostro Paese, la classe lavoratrice è sempre più frammentata ed indebolita; la divisione e la crescente crisi sociale hanno favorito la diffusione di una cultura  ferocemente individualista, ostile a qualsiasi idea di solidarietà. Da qui l’importanza della battaglia per la centralità del lavoro a tempo indeterminato, necessaria per contestare alla radice quel modello sociale. La questione meridionale è un nodo irrisolto della storia dell’Italia unita. Il Mezzogiorno, mantenuto in una condizione strategica di subalternità,  diventa oggi, per il ricco Nord, una discarica dove riversare produzioni inquinanti, installare basi militari, dove favorire la politica di differenziazione salariale. L’intervento pubblico è totalmente assente, se non inutili opere come il Ponte sullo Stretto. I GC devono ridare centralità alla questione meridionale, con nuove mobilitazioni (una nuova “Marcia per il Mezzogiorno”) per il rilancio del diritto al lavoro, contro la piaga di una nuova emigrazione di massa dei giovani meridionali, per uno sviluppo sostenibile, fondato sui servizi sociali e su infrastrutture realmente essenziali al tessuto sociale del Sud. Non siamo soli: nel Mezzogiorno abbiamo assistito negli ultimi anni alla rinascita di grandi movimenti (Scanzano, Melfi, Acerra) e nel solco di queste esperienze la nostra organizzazione deve diventare il centro di aggregazione delle lotte e il punto di riferimento delle mobilitazioni, insieme ad un lavoro politico che individui nella lotta alla criminalità e alle mafie un proprio carattere specifico.

Le conquiste ed i diritti dei lavoratori, frutto delle grandi lotte degli anni ’60 e dei primi anni ’70, sono pesantemente sotto attacco. Il capitale è passato alla controffensiva e la precarietà altro non è che la dimensione, totalizzante e drammatica, imposta al mondo del lavoro in questa fase; non un elemento avulso dal più generale contesto del conflitto capitale-lavoro. Per rafforzare le lotte del precariato ed avanzare verso una Campagna Nazionale contro la Precarietà, occorre dunque una ricomposizione delle forze sociali, contro la frammentazione, per l’unità dei lavoratori: è questo il terreno centrale di lotta e di mobilitazione, anche per le giovani generazioni. In questa prospettiva i GC devono battersi per la cancellazione della Legge 30, senza tornare al Pacchetto Treu, per la riunificazione di tutti i contratti, a livello collettivo e nazionale, per una nuova scala mobile che adegui i salari all’inflazione reale, per riqualificare i centri per l’impiego e per il collocamento pubblico. Occorre una forte iniziativa per una proposta di legge che  preveda un’attività minima e garantita, di ricerca o di produzione: sarebbe un importante argine al dilagare della precarietà e dell’incertezza delle giovani generazioni.

Insieme al lavoro, anche la scuola e l’Università subiscono una gigantesca opera di smantellamento, in favore dell’istruzione privata, della selezione di classe, della precarizzazione della ricerca. I processi di privatizzazione della scuola pubblica si sommano alla trasformazione delle Università in azienda; la riforma Moratti, poi, introduce nuovamente una forma di avviamento professionale: i ragazzi sono obbligati a “scegliere” a 13 anni tra istruzione liceale e scuola professionale; il risultato è una scuola di classe che divide i figli dei lavoratori dai figli delle classi agiate. Contro questo scenario e superando i limiti di organizzazione, di radicamento e di piattaforma politica, i GC devono costruire un percorso di mobilitazioni di massa, con forme di lotta permanenti in grado di arginare le dinamiche di riflusso del movimento degli studenti e rilanciare la lotta per la cancellazione delle riforme Moratti e Zecchino, per l’aumento degli investimenti per la scuola, per il recupero del suo carattere pubblico e laico, per un reale diritto allo studio, per la gratuità dell’iscrizione e di servizi fondamentali come mense e trasporti.

Viviamo in una società in cui le relazioni umane subiscono una costante mercificazione; la lotta per il superamento del capitalismo, per il socialismo, deve fare i conti con un nuovo imbarbarimento dei rapporti sociali. Nuovi problemi, nuovi bisogni e nuove esigenze si manifestano nel nostro tempo: l’esclusione e lo sfruttamento dei migranti, le loro condizioni disumane di vita e di lavoro, l’emergenza delle carceri italiane, vere e proprie discariche dei soggetti più deboli ed emarginati della nostra società, l’offensiva proibizionista, l’attacco reazionario all’autodeterminazione delle donne (in questo senso occorre vigilare  in difesa della legge 194), ai diritti di gay, lesbiche, transessuali. La lotta in difesa dei diritti di tutti i soggetti sotto attacco e per la conquista di nuove libertà civili, costituisce un fronte decisivo per i GC: la nostra lotta è la lotta di tutte le culture di liberazione, vecchie e nuove, dal femminismo all’antiproibizionismo.

L’arretramento delle forze democratiche ha prodotto anche una pesante offensiva revisionista contro la memoria storica antifascista. La Resistenza è sotto accusa (si punta allo stravolgimento della Costituzione) ed è necessario rilanciare l’antifascismo come cultura e pratica di massa, a partire dalla mobilitazione per il Referendum del 25 – 26 giugno in difesa della Costituzione.

Sul versante internazionale, l’imperialismo e la “guerra preventiva” configurano drammaticamente il tentativo di costituzione, a quindici anni dalla disgregazione dell’Urss, di un governo unipolare  del mondo. Questo progetto, imperniato sul comando degli Usa ed accompagnato dalla trasformazione della Nato in chiave offensiva, ha definito una strategia di lungo raggio fondata sull’intervento militare e l’ingerenza contro tutte le resistenze popolari ed i movimenti di liberazione contro l’imperialismo. Corsa agli armamenti, miseria per i popoli, torture di massa e minacce di nuove guerre sono le conseguenze di questa politica.  In questo quadro si manifestano però segnali di opposizione e contraddizioni che mantengono aperta la prospettiva del superamento di quest’ordine mondiale e della lotta contro l’imperialismo.  Nuovi paesi in via di sviluppo emergono sulla scena mondiale, destinati a modificare i rapporti di forza internazionali: Cina,India,Brasile,Sudafrica,Russia. Nel quadro di crescita di queste nuove realtà, nasce l’esigenza di dominio degli Usa su vaste aree decisive per il controllo delle risorse e delle fonti energetiche. A questa nuova epoca di guerra si è opposto un grande movimento mondiale che per alcuni limiti soggettivi e d’orientamento (l’incomprensione del ruolo della resistenza irakena) ha subito un forte arretramento. Tuttavia nell’ultimo Forum Sociale Mondiale la lotta contro l’imperialismo ha nuovamente assunto una centralità decisiva; l’appuntamento di Caracas ha riproposto la questione del socialismo nel nuovo secolo e la partecipazione delle organizzazioni giovanili comuniste è stata importante. I GC devono rilanciare, in questo contesto mondiale, un nuovo internazionalismo, prestando maggiore attenzione a tutte le dinamiche mondiali di opposizione all’imperialismo e alla guerra, intrecciando la lotta per la pace a quella per il lavoro e per la giustizia sociale, nel solco migliore della nostra storia. La Resistenza del popolo irakeno costituisce una grande novità nel quadro internazionale; se altri paesi non sono stati ancora attaccati e se negli Stati Uniti crescono le pressioni per il ritiro delle truppe, è grazie alla resistenza irakena: uno dei principali ostacoli all’egemonia Usa sul Medio Oriente. I GC devono costruire percorsi di solidarietà con tutti i popoli in lotta contro l’imperialismo: dall’America Latina crescono le spinte rivoluzionarie, grazie all’asse Cuba – Venezuela. Il ruolo di Cuba socialista resta essenziale: la resistenza all’embargo e al terrorismo Usa, ha permesso la difesa di massa della rivoluzione. Sostenere Cuba significa difendere un modello sociale diverso, fondato sull’uguaglianza, alternativo alla barbarie dei paesi sotto il giogo del capitalismo. Il Venezuela di Chavez continua ad alimentare grandi speranze sia sul terreno delle grandi riforme economiche progressiste, sia per le importanti esperienze di partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende. Il socialismo, in definitiva, ritorna con forza all’ordine del giorno, grazie anche e soprattutto alla lotta di questi paesi. In linea con la ripresa della lotta contro l’imperialismo, la nostra organizzazione deve rilanciare una grande campagna contro le basi Usa e Nato dislocate sul nostro territorio.

La nostra Conferenza pone anche un grande problema di definizione dell’organizzazione. La struttura dei GC è ormai quasi completamente inesistente, molti coordinamenti provinciali e regionali sono scomparsi e grandi difficoltà si sono manifestate nella realizzazione di lotte e campagne, con gravi responsabilità del Coordinamento Nazionale e dell’Esecutivo. Il dato degli iscritti non è territorialmente omogeneo, la presenza della nostra organizzazione è a macchia di leopardo. Il tesseramento deve rappresentare un momento di crescita e di radicamento, seguito da responsabili nazionali e provinciali, attraverso la realizzazione di campagne annuali. Il Coordinamento Nazionale deve diventare il reale luogo di discussione della linea politica, riunirsi con regolarità, formando gruppi di lavoro e commissioni, confrontarsi con i coordinatori provinciali, valutando le esperienze di lotta e d’iniziativa nei territori. Il Coordinamento Nazionale dovrà anche favorire la costruzione ed il rafforzamento dei circoli universitari, che restano strutture imprescindibili per l’intervento nel movimento studentesco. Bisogna necessariamente superare la dialettica ossificata tra Esecutivo e Coordinamento, dove il primo “propone la linea” e il secondo riproduce la discussione interna del Partito.

In conclusione, è necessario restituire grande importanza alla formazione dei nostri militanti. Non è una questione scolastica. La formazione costituisce la risposta necessaria di un’organizzazione comunista in un quadro di grande pervasività dei modelli culturali della società capitalistica, della sua egemonia.

La grande sfida, per l’oggi e per il domani, è la costruzione di una moderna organizzazione giovanile comunista…per trasformare il presente e conquistare il futuro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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