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Disastro francese - di Marcello Graziosi

Post n°54 pubblicato il 26 Aprile 2007 da rossebandiere

 
Non occorre una grande capacità interpretativa per leggere i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali francesi di domenica 22 aprile, tanto i numeri sono impietosi. Per la sinistra di alternativa in generale, e per il Partito Comunista Francese in particolare. Vince Sarkozy, candidato del centro-destra, con il 31,11% dei consensi, seguito dalla candidata socialista Royal al 25,84%. Terzo arrivato, il centrista Bayrou che, forte di un 18,55%, pur non essendo riuscito a raggiungere il ballottaggio, può comunque vantare un risultato importante e determinante in vista del secondo turno elettorale. Tra i delusi vi è senza alcun dubbio il leader dell’estrema destra xenofoba Le Pen, ben lontano dai risultati delle precedenti presidenziali, quando riuscì ad arrivare al ballottaggio superando il socialista Jospin. Con il 10,51% dei consensi, Le Pen non sfonda e, nelle dichiarazioni immediatamente successive al voto, sottolinea di aver sbagliato le proprie valutazioni sullo stato della Francia e dei francesi, per lui evidentemente soddisfatti del precedente governo.
 
Poco sotto il 5%, una sorta di sbarramento per ottenere il rimborso almeno parziale delle spese elettorali, è arrivato il postino Besancenot, rappresentante della Lega Comunista Rivoluzionaria, confermandosi candidato di rottura in grado di calamitare parte del consenso dell’elettorato radicale e di settori sociali segnati dalle politiche neoliberali. Con il 4,3%, Besancenot è il primo dei candidati della cosiddetta sinistra radicale o di alternativa, che si è presentata al voto frammentata e, come ampiamente previsto dai sondaggi, ha dimezzato il risultato elettorale complessivo delle precedenti presidenziali, faticando a raggiungere nell’insieme il 10% dei consensi.
 
Per arrivare a leggere il risultato della candidata del Pcf, la Segretaria Buffet, occorre cliccare nella parte “altri risultati”. Se Besancenot ha ottenuto 1.494.721 voti, la Buffet si è fermata a 705.830, pari all’1,94% dei consensi, il peggior risultato mai ottenuto da un candidato comunista alle presidenziali. Chi sperava di invertire la tendenza rispetto alla precedente candidatura dell’allora segretario Hue è stato servito. Il partito è crollato a partire dalle proprie roccaforti, dove più forte è stata l’opposizione alla “mutation” prima e all’ulteriore e successiva involuzione in senso moderato – sul piano ideologico come istituzionale. Un percorso, quello del Pcf, non molto dissimile da quello del Prc: tra i protagonisti della Sinistra Europea – tanto che oggi gli uni e gli altri non sottoscrivono più documenti proposti da altre forze comuniste in Europa su qualsiasi argomento, da Cuba alla stessa Ue -, il Pcf si è trovato alla retroguardia dei settori più avanzati della società francese, senza riuscire così ad interpretarne il crescente malcontento. Dopo il referendum sulla Costituzione Europea, il partito si è trovato alla retroguardia delle lotte degli studenti contro il precariato e il salario di primo ingresso, così come rispetto a quanto accaduto nelle periferie delle grandi città francesi, a partire da Parigi. Tanto che diversi Sindaci comunisti della cintura parigina hanno finito per sostenere più o meno velatamente Bovè, fermatosi ad un modesto 1,32%.
 
Scorrendo i dati disaggregati, i termini della sconfitta si riempiono di ulteriori significati. Collegio Pas-de-Calais, storico per i comunisti: Besancenot al 6,21% e Buffet al 3,46; Val de Marne: Besancenot al 3,51% e Buffet al 3,05%; Reunion: Buffet al 2,97% e Besancenot al 2,63. E si potrebbe continuare. Difficile prevedere quali dinamiche si potrebbero aprire dentro il partito, lacerato da continue fuoriuscite e da una discussione che ruota intorno a un gruppo dirigente che, al di là di roboanti e vuote dichiarazioni intorno ad una “nuova” modalità di costruire politica, risulta in realtà indisponibile a prendere atto delle sconfitte subite e a trarne le dovute conseguenze.
 
L’auspicio è che possa ripetersi quanto accaduto in occasione della precedente fase elettorale, quando il Pcf ha subito un rovescio alle presidenziali per poi riprendersi, almeno in parte, alle successive elezioni politiche. Con la speranza che questo quadro possa concretizzarsi insieme ad un’analisi seria sulle ragioni delle sconfitte di questi ultimi anni.
 

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Un blog di: rossebandiere
Data di creazione: 15/11/2005
 
 

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