"Nulla è più nostro: ci
hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci
ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la
forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo"
" Se questo è un uomo" -Primo Levi- Avevo 18 anni quando ho letto questo libro ... indelebilmente ha segnato nel profondo la mia coscienza. Ricordo ancora l'intensità di quelle straordinarie pagine e l'orrore mai immaginato che mi sconvolse l'anima ... Non ho mai dimenticato. Mai dimenticherò.
"Quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare"... così inizia la mia ricerca su questo libro. Ho letto quello che seguì anni dopo... "LA TREGUA", direi più soft, più romanzo da cui tra l'altro venne tratto anche il film. E' bastata una immagine ed una scritta... "ARBEIT MACHT FREI"... e la Sfumè dal salotto è venuta qui per far riemergere le riflessioni fatte a suo tempo... e mai dimenticate... su questo sofferente libro. In una sua poesia Primo Levi si esprime in questi termini: "Io so cosa vuol dire non tornare, e attraverso il filo spinato ho visto il sole scendere e morire, ho sentito lacerarmi la carne le parole del vecchio poeta: "Possono i soli cadere e tornare: a noi quando la breve luce è spenta, una notte infinita è da dormire"....... SAPERE, dunque, per lo scrittore coincide con il vedere e con il sentire, con il vedere pensieri di morte e con il sentire nella propria carne le parole. Per chi non ha provato questa esperienza sulla propria pelle non è possibile comprendere: ci si può fermare ad una più pacata intuizione, allo sdegno, alla commiserazione, ma il sapere è un’altra cosa, inesplicabile, puramente fisica. SAPERE è vedere dinanzi a sé un uomo che tenta di ridurre la tua vita a una condizione bestiale; eppure, chi compie tale azione è un uomo, non una incarnazione della malvagità, non un demone, perché questi sono prodotti della fantasia e come tali sono ancora comprensibili. L’uomo invece, forse l’ammonimento fondamentale che si può trarre dal romanzo di Levi, non lo è.........
Queste parole non sono mie, ma le ho scelte perchè descrivono con pienezza le atrocità e le crudeltà del vissuto di coloro che hanno potuto raccontarle... ma quel film lo hanno rivisto anche nei giorni a seguire, di ritorno alla REALTA'... "Quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare"... Un forte abbraccio! Ciao!
Che la memoria non sia mai soltanto ricordo, che non passi un giorno, un solo istante, dove essa pulsi viva dentro di noi tenendo desti l'attenzione e "lo stare in guardia"... viviamo in un'epoca dove certi "fantasmi" di cosciente malvagità e di proclami di superiorità sterminante esistono ancora, e non sono soltanto ombre, sono esseri umani che privano di dignità e di vita altri esseri umani. Il pensiero dell'Olocausto non deve essere una teca da contemplare sussurrando o gridando "mai più, mai più", ma monito di movimento che, da ciò che non è mai passato, ci conduca al nostro presente, ed anche al nostro futuro, trasmettendoci l'impulso a guardare, ad "immaginare" (lo scopo dei nazisti era proprio di rendere il loro disegno di sterminio "inimmaginabile") e a renderci conto che, come scrisse Primo Levi, "E' accaduto. Potrebbe accadere ancora". Ed infatti, basterebbe guardarsi attorno, in piccolo o in grande, vicino o lontano, non ha mai smesso di accadere. ^^^ PS: consiglierei la lettura di "Immagini malgrado tutto", di G. Didi Huberman.
Quante Shoa dimenticate, quante ignorate, quante future?
Non dimenticare per non ripetere l'errore di volgere lo sguardo...
ma ancora oggi succede.
Grazie per questo post, una buona giornata.
mai dimenticare !!!! per far sì che non accada più !!! ieri su rai uno ne hanno parlato a lungo e non mi vergogno a dirlo ,mi è venuto da piangere ! come si fa ad arrivare a tanto ????