Scappare... in genere si scappa da se stessi... Quando invece si riesce ad annusare, all'esterno, qualcosa che potrebbe farci male al punto da allontanarci dal nostro senso e valore, non si scappa, piuttosto si evita, si scansa, si dribbla... si lascia -senza aver preso. Scappare, per me, é un qualcosa che implica un gesto fulmineo, inaspettato, privo di approfondimenti, parole, sguardi e spiegazioni. Certo, a volte le "fughe" lontano dagli altri servono a costruire isole di riflessioni interiori da cui poi ripartire più sicuri e fortificati, ritornando laddove si era abbandonato per non svanire mai più... ma allora non definirei ciò uno "scappare", perché si presume che, prima di andare via, un piccolo "biglietto di saluto" venga lasciato. Io ho sempre affrontato grandi lotte con me stessa, col mio ... Drago (argomento approfondito due post fa) ... ma forse anche lì non é mai stato un vero "fuggire", piuttosto un confronto aspro spesso degenerato in autentiche guerre e momenti dove uno dei due apparentemente contendenti cadeva nella botola dell'esilio... Scappare... Evadere, volare in se stessi, per poi correre più leggeri, ma vivi e profondamente accesi, sulle strade del mondo... beh, quello sì. ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ |