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MARRADI L'ANNO CHE VERRA'

Post n°230 pubblicato il 12 Settembre 2012 da rudifrassineti2008
 

Da IL MILIONE web di Walter Scarpi

Siamo stanchi. La speculazione finanziaria si è mangiata l’economia vera. E la politica resta a guardare. La casta degli intoccabili che dovrebbe amministrare le risorse pubbliche nell’interesse pubblico, uno scandalo dopo l’altro si è definitivamente sputtanata. Chi ha ancora fiducia nella politica? Eppure, per quanto sia faticoso, è ancora dalla politica che dobbiamo ripartire. Dobbiamo tornare, noi cittadini, là dove si decide. Se non lo faremo noi non lo farà nessun’altro per noi, né tantomeno agirà nel nostro interesse.

È vero. Si respira un’aria nuova. Si legge ovunque la voglia di mandare finalmente a casa i mestieranti, i dinosauri della politica, e di lasciare spazio ai giovani. Ancora qualche mese di pazienza, ragazzi. Siamo stanchi, delusi, arrabbiati. La delusione e la rabbia non passeranno tanto presto. Ce ne ricorderemo quando sarà il momento di votare.
A conti fatti, ci conviene favorire la nascita di una classe politica nuova: lasciamola libera di crescere e magari di sbagliare. Chiediamogli soltanto di restare pulita, di separare nettamente la politica dal malaffare. Per l’Italia sarà già un passo da gigante. Chiediamogli soltanto di rappresentare la gente. Noi. Quelli che lavorano (se possono) e pagano (sempre).

Un ragionamento che deve valere ad ogni livello istituzionale, dal governo centrale fino a quello locale, dal Parlamento fino al più piccolo dei comuni. Lasciamo volentieri ad altri la pretesa di risollevare le sorti della nazione intera. Occuparci dell’angolo di mondo in cui viviamo sarà già abbastanza. Il problema è che spesso manca ogni volontà di reagire. Siamo tutti bravi a parlare, io per primo. Quando poi arriva il momento di mettersi in gioco, il momento di assumere delle responsabilità, diventa sempre più difficile trovare persone disposte a impegnarsi e a sporcarsi le mani. La politica è, dovrebbe essere, la più nobile delle arti e delle passioni. Sul piano nazionale un discorso del genere è per i più semplicemente ridicolo. Guardando invece all’orizzonte più limitato delle cose di casa nostra, la prospettiva cambia. Guardiamo all’amministrazione comunale uscente. Non ha fatto niente di male. Non ha fatto niente. Tutte brave persone, nessuna esclusa. Solo immobili. Solo povere di idee. Non è colpa loro. Per alcuni è un fattore fisiologico. Come pretendere novità e freschezza da chi faceva già politica quando l’uomo è sbarcato sulla luna? Mi sento già vecchio io a quarant’anni, dopo appena due legislature. E quindi?

Quando parlo con Tommaso Triberti mi sento sollevato. Ha una passione infinita e genuina per la politica, quella nuova e pulita che un bel giorno uscirà allo scoperto. Ha un entusiasmo incrollabile che gli si legge negli occhi, ma anche il giusto grado di ambizione e determinazione. Ha la capacità di ascoltare la gente. Sa bene cosa significa lavorare a singhiozzo con un contratto da precario e arrivare a fine mese con i soldi contati. È giovane, ma tutt’altro che inesperto e isolato. Anni di volontariato politico gli hanno permesso di costruire la necessaria rete di relazioni, tesa ben oltre Marradi. Ha già visto da vicino, come vicesindaco, quale impegno e sacrificio comporti ricoprire la massima carica pubblica locale. Quando gli abbiamo chiesto la sua disponibilità a candidarsi per quell’incarico, ha riflettuto e poi si è fatto avanti. Che dirgli, ora?

In bocca al lupo, Tommaso. Sei il mio prossimo sindaco.

 

 
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"Perché siamo diventati ciechi, Non lo so, forse un giorno si arriverà a conoscerne la ragione, Vuoi che ti dica cosa penso, Parla, Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.”

da Cecità- Josè Saramago.

 

Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.

Marquez

 

Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo
Evelyn Beatrice Hall, The Friends Of Voltaire

 
La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi(Montanelli)
 

La differenza tra un politico ed uno statista è che,

 il politico guarda alle prossime elezioni

 lo statista alle prossime generazioni.

(De Gasperi)

 

“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL)"

BOB KENNEDY 18 MARZO 1968 UNIVERSITA' DEL KANSAS

 

“La valle canora dove si snoda l’azzurro fiume
Che rotto e muggente a tratti canta epopea
E sereno riposa in larghi specchi d’azzurro”
(Marradi - Dino Campana 1885-1932)

 

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