La Pachanga era in gran voga nella Provincia di Oriente, Cuba, alla fine degli anni ’50, gli anni della Rivoluzione castrista. I combattenti, scesi dalla Sierra Maestra, si mossero ad occidente, verso L’Avana, conquistando gradualmente territorio e città. Le radio locali delle città liberate giocarono un ruolo propagandistico notevole, trasmettendo con la sigla FIEL ‘Frente Independiente Emisoras Libres’ e lo slogan ‘FIEL a Cuba, fiel (fedele) a la Revolucion’ ripetuto ad ogni annuncio. La Pachanga era trasmessa da tutte le radio FIEL; un semplice motivo popolare diventava la musica della Rivoluzione. Non un inno patriottico, come fu la Marsigliese, rivolto ad eccitare lo spirito combattente, ma un ritmo gioioso, una canzone, una danza; da ascoltare, cantare e ballare dopo la battaglia. Magari senza fiati ed altri strumenti musicali e con una cassa ed una latta al posto di timbal e maracas. Alla conquista dell’Avana (1° gennaio 1959) era il più popolare ritmo di musica nazionale. Nel 1960 lo era ancora, con emozione d’onda musicale portata dalla Rivoluzione.Nel 1998, invece, nei negozi di dischi dell’Avana non ne trovai copia, né alcuna traccia nella memoria delle persone interpellate; solo un anziano elemento di un complessino musicale se ne ricordava, ma poi non si combinò per eseguirla. In tutto il mondo, i motivi musicali passano di moda, ma a Cuba la musica è vita, è cultura che conserva precisa traccia delle evoluzioni avvenute da oltre un secolo; non proprio di tutte, però. Oggi sui siti cubani di musica non trovo citazione della Pachanga. Il buco è conseguenza dell’esodo verso gli Stati Uniti, prodotto dall’instaurarsi del regime comunista, dei gusanos - vermi - i dissidenti (o semplice gente che pensava a campare), compresi tanti musicisti. E’ stato in pratica cancellato dalla memoria musicale collettiva, così importante per i cubani, quanto è legato ai gusanos. Il fatto mi suscita un’impressione sgradevole, come quella che incontrai a Cuba già nel 1960 in casi affatto diversi. Se a qualcuno interessa, domani proseguo.ruconcon@libero.it
Cuba 1960. La memoria rivoluzionaria
La Pachanga era in gran voga nella Provincia di Oriente, Cuba, alla fine degli anni ’50, gli anni della Rivoluzione castrista. I combattenti, scesi dalla Sierra Maestra, si mossero ad occidente, verso L’Avana, conquistando gradualmente territorio e città. Le radio locali delle città liberate giocarono un ruolo propagandistico notevole, trasmettendo con la sigla FIEL ‘Frente Independiente Emisoras Libres’ e lo slogan ‘FIEL a Cuba, fiel (fedele) a la Revolucion’ ripetuto ad ogni annuncio. La Pachanga era trasmessa da tutte le radio FIEL; un semplice motivo popolare diventava la musica della Rivoluzione. Non un inno patriottico, come fu la Marsigliese, rivolto ad eccitare lo spirito combattente, ma un ritmo gioioso, una canzone, una danza; da ascoltare, cantare e ballare dopo la battaglia. Magari senza fiati ed altri strumenti musicali e con una cassa ed una latta al posto di timbal e maracas. Alla conquista dell’Avana (1° gennaio 1959) era il più popolare ritmo di musica nazionale. Nel 1960 lo era ancora, con emozione d’onda musicale portata dalla Rivoluzione.Nel 1998, invece, nei negozi di dischi dell’Avana non ne trovai copia, né alcuna traccia nella memoria delle persone interpellate; solo un anziano elemento di un complessino musicale se ne ricordava, ma poi non si combinò per eseguirla. In tutto il mondo, i motivi musicali passano di moda, ma a Cuba la musica è vita, è cultura che conserva precisa traccia delle evoluzioni avvenute da oltre un secolo; non proprio di tutte, però. Oggi sui siti cubani di musica non trovo citazione della Pachanga. Il buco è conseguenza dell’esodo verso gli Stati Uniti, prodotto dall’instaurarsi del regime comunista, dei gusanos - vermi - i dissidenti (o semplice gente che pensava a campare), compresi tanti musicisti. E’ stato in pratica cancellato dalla memoria musicale collettiva, così importante per i cubani, quanto è legato ai gusanos. Il fatto mi suscita un’impressione sgradevole, come quella che incontrai a Cuba già nel 1960 in casi affatto diversi. Se a qualcuno interessa, domani proseguo.ruconcon@libero.it