Cuba 1960

Conquistare gli obiettivi.


Fatte le dovute proporzioni di livello politico e di personalità, a tratti l’incontro ha anche un po’ il tono delle riunioni di Partito con Amministratori che illustrano gli alti programmi della Giunta comunale; una volta mi era piaciuto il compagno Mezzalama: “Va ben l’urbanistica e il piano regolatore, ma in che anno al Torrione ci sarà la fogna?”. Allora alzo la manina, per la mia domanda dubbiosa: “In quanti anni si potrà realizzare il piano di sviluppo? Ci sarà sufficiente denaro?”. Mi guarda - non come il Sindaco al Mezzalama - ma con un sorriso davvero cordiale, forse la domanda gli è piaciuta, e mi risponde. “Il controllo di Santa Clara era fondamentale per mettere in rotta totale l’esercito di Batista. Fidel mi ordinò di prenderla in cinque giorni. Il primo giorno con gli uomini della mia Colonna distruggemmo il treno blindato che ci avevano mandato contro; con le armi e munizioni catturate prendemmo la città dopo ancora due giorni di combattimento, e lui non se l’aspettava”. Ride, “ora il Comandante in Capo non mi ordina più un termine; lavoriamo per conquistare gli obiettivi, quando l’avrò fatto telefono a Fidel”. Applaudo con tutti e lui ride ancora, poi torna il serio Ministro e spiega, con dati, le risorse disponibili e le difficoltà che prevede nella finanza internazionale a causa del bloqueo.Saremo lì a discutere da più di due ore, quando vengono a chiamarlo, perché si avvicina la sera e l’elicottero non può rischiare il buio. Il sole basso mi consente di scattare la foto - che ho perso - mentre il Comandante conclude coi saluti; torno al tavolo per levare il microfono e l’impiccio dei fili. Lui è in piedi: “Da dove vieni tu, di che Paese sei?”, mi chiede sorridendo. E poi, “Salutiamo l’Italia. Grazie di essere qui, compagno”. Mi stringe la mano e con la sinistra mi batte la spalla, con gesto d’amico. “Grazie, Comandante”.