Investitori: attenzione allo spartiacque atlantico Di (KSE: - ) seguito pubblichiamo il commento mensile ai mercatio di Christophe Bernard, Chief Strategist del gruppo Vontobel. Nella sua analisi l’esperto evidenzia come il divario, in termini di prospettive di rilancio economico, tra Stati Uniti ed Europa si stia ampliando sempre di più. Tra le differenze tra i due blocchi vi è indubbiamente lo stato di salute del comparto bancario: quello statunitense si è completamente ripreso dalla crisi del 2008-2009, quello europeo invece vede numerosi istituti di credito ancora alle prese con maggiori perdite creditizie dovute alla debolezza economica. Il divario tra le due sponde dell’Atlantico sembra ampliarsi sempre più. Mentre la crisi finanziaria ha colpito gli Stati Uniti e l’Europa in egual misura, le prospettive di rilancio economico delle due regioni denotano notevoli differenze. Si consiglia quindi agli investitori di prestare attenzione allo “spartiacque atlantico” nel posizionare i loro portafogli. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno molto in comune, per esempio sistemi politici ed economici analoghi. Uno sguardo più attento evidenzia tuttavia alcune differenze significative. Esaminiamo innanzitutto le similarit : la ripresa economica è anemica in entrambe le sponde dell’Atlantico, con una crescita nominale del PIL che fatica a recuperare il terreno perduto durante la “grande recessione” del 2008/2009. La disoccupazione è ferma su livelli superiori a quelli del periodo ante-crisi. Inoltre, entrambe le autorit monetarie hanno adottato misure straordinarie per assicurare la stabilit del sistema finanziario. Un altro punto in comune è la mancanza di consenso su come affrontare le ricadute della crisi – con tagli delle spese, aumenti delle imposte o riforme strutturali. Il dibattito politico si fa sempre più acceso sia negli USA sia in Europa, mentre sotto la superficie della sacrosanta alleanza franco-tedesca si delineano delle incrinature. Le (Parigi: - ) banche statunitensi fuori dai guai Passiamo ora alle differenze. Il sistema bancario statunitense si è completamente ripreso e denota oggi un tasso di indebitamento molto più basso che in Europa. Numerose banche europee devono invece fare i conti con maggiori perdite creditizie dovute alla debolezza economica e alle avverse tendenze sui mercati immobiliari soprattutto in Spagna, nei Paesi Bassi e in Francia. In sintesi, le banche americane sono di nuovo in grado di concedere prestiti – a differenza delle loro controparti europee. Inoltre la competitivit dell’economia statunitense è favorita da prezzi energetici decisamente più bassi, da un’elevata produttivit del lavoro e un ambiente fiscale stabile, mentre in alcuni paesi europei, la Francia in primis, il carico fiscale per le imprese si sta facendo sempre più pesante. Con l’aumentare dell’attrattiva degli USA e il rialzo dei salari nei paesi emergenti, la tendenza a spostare posti di lavoro nelle nazioni in via di sviluppo ha conosciuto una battuta d’arresto. Anzi, alcune societ multinazionali come Caterpillar (NYSE: - ) e General Electric (Other OTC: - ) stanno ritrasferendo posti di lavoro industriali negli Stati Uniti. Quanto alla politica monetaria, la Federal Reserve (Fed) è proattiva e pronta ad affrontare i problemi economici con il suo doppio mandato di lotta all’inflazione e sostegno della crescita economica. La Banca centrale europea (BCE (Toronto: - ) ), invece, è reattiva e disposta a superare la sua inveterata ortodossia solo quando è in gioco la sopravvivenza della moneta unica. Conseguenza: il dollaro finir per apprezzarsi Mentre gran parte dei paesi europei rimane nella morsa della recessione – uno sviluppo confermato anche dai foschi dati di febbraio dell’indice dei direttori agli acquisti, soprattutto in Francia – gli Stati Uniti si stanno incamminando verso una crescita economica autosostenuta, un traguardo che potranno raggiungere nei prossimi sei-dodici mesi. La Fed sar la prima grande banca centrale ad abbandonare una politica monetaria accomodante, anche se un’eventuale manovra restrittiva sar graduale e comunque non è ancora in programma. A favore di un rafforzamento del dollaro parla anche il miglioramento strutturale della bilancia delle partite correnti statunitense, da attribuire in parte al crescente ricorso alla produzione interna di petrolio e gas estratto dalle rocce scistose. Quando avverr la svolta rimane per il momento un’incognita, tanto più che la Fed è attualmente più accomodante della BCE. Ciò nonostante, la probabilit di un apprezzamento del dollaro aumenter se l’economia europea non riuscir a decollare e/o se riaffioreranno rischi politici. L’esito delle elezioni politiche in Italia può essere un presagio della crescente opposizione al mantra dell’austerity. Gli investitori possono perdere la fiducia Nel mese di febbraio, i mercati finanziari sono rimasti sostanzialmente stabili, complici i buoni utili societari soprattutto negli USA e in Svizzera. L’afflusso di capitali sui mercati azionari è proseguito senza sosta. Pur continuando a prevedere nel 2013 e oltre una sovraperformance delle azioni rispetto al debito sovrano e ai bond societari high-grade, ci aspettiamo un consolidamento sul breve termine. La crescita economica del secondo trimestre 2013 potrebbe rivelarsi deludente a causa delle trattenute fiscali e dei tagli automatici della spesa previsti negli USA il 1° marzo. Anche l’aumento dei prezzi del petrolio potrebbe frenare i consumi. A nostro parere, gli investitori sono troppo ottimisti sulle prospettive economiche dell’area euro, prendendo il "Draghi put" – la promessa fatta nel 2012 dal Presidente della BCE di sostenere l’euro – come giustificazione del loro atteggiamento positivo nei confronti dei mercati obbligazionari dei paesi “periferici” della zona euro. L’incertezza creatasi dopo le elezioni politiche in Italia, il crescente scontento sociale contro l’austerit in Spagna e in Portogallo, per non dimenticare la situazione critica in Francia, spingeranno gli investitori a considerare con occhio più critico gli scenari di breve periodo. Ciò potr creare ovviamente anche delle opportunit . Sul medio termine ci aspettiamo prospettive di investimento favorevoli, pur sapendo che i mercati finanziari non seguono mai una linea retta. Per tutti questi motivi manteniamo una considerevole quota di liquidit . Consideriamo tuttora opportuno tutelarci da flessioni di breve periodo attraverso un’opzione put lunga.