Creato da les_mots_de_sable il 07/11/2010

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Il distacco

Post n°125 pubblicato il 14 Ottobre 2015 da les_mots_de_sable

Il libero arbitrio dovrebbe permettere alle persone di decidere cosa fare e quando fare ciò che più piace, ma molto spesso, le consuetudini oppure il timore delle reazioni delle persone, ci fa diventare diplomatici anche se in realtà, stando a ciò che ci viene rifilato, in molti ambiti della vita, non ci verrebbe molto da essere diplomatici.

Ogni distacco determina una frattura più o meno profonda da entrambe le parti. Forse il solco più marcato è quello di colui o colei che subisce quella separazione che può essere repentina senza che venga fornita alcuna spiegazione, senza aver la possibilità di comprendere il perché di questo allontanamento.

Non deve essere sottovaluto neppure il distacco presentato in maniera così codarda e graduale pensando che la cosa abbia un impatto minore sull'altro, disseminando abilmente nel tempo delle avvisaglie che potrebbero dar modo all'altra parte di rendersi conto che forse c'è qualcosa che non funziona più come dovrebbe, che qualcosa si sta scollando senza possibilità di porre rimedio.

Ogni distacco ha una sua ragione sicuramente e non dipende solo da una parte, ognuno delle due parti si è impegnata affinché quella frattura diventasse insanabile.

Alla fine bisogna guardare il lato positivo della cosa, non tutti i mali vengono per nuocere, si ha così l'opportunità di forgiare un carattere più forte e determinato da rendere le persone diverse, con pensieri totalmente lontani da quelli consueti che avevano caratterizzato le persone prima dei fatti. Certo a qualcuno questo cambiamento non piace, ma l'importante è sempre stare bene con sé stessi.

Non deve sorprendere se capita che la parte forte e determinata del carattere, si rafforza, se assume nuove sfumature, se la parte diplomatica e sensibile viene ad essere sminuita, fa tutto parte delle cause e degli effetti collegati a quei fattori che all'inizio sono così insignificanti da essere sopraffatti dall'entusiasmo quasi infantile come un miraggio nel deserto.

Il vecchio detto sempre attuale così recita "chi di spada ferisce, di spada perisce", ma per non fare "di tutta l'erba un fascio" bisogna anche ricordare che qualcuno, fuori dal coro si tira.

avoir du courage n'est pas pour tout le monde

 

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Commenti al Post:
Essayer
Essayer il 15/10/15 alle 16:57 via WEB
Dopo una tua lunga pausa leggo questo trittico che mi convince a sfogliare questo blog tornando indietro nel tempo.
Non è un caso la riflessione quassù, è la regola.
Il fatto che la diplomazia la insegnino a scuola la dice lunga su quanto sia poco naturale ed invece un comportamento artefatto quindi gestito da regole ipocrite. Il diplomatico è un mestiere nulla a che vedere con l’essere sé stessi. Spesso l’Io vorrebbe urlare e lo si soffoca.
Azzardo che mi sembra che le considerazioni che qui lasci riguardino molto direttamente questo mondo cosiddetto virtuale. Se vorrai mi confermerai, in caso contrario ripasserò al prossimo post.
 
 
les_mots_de_sable
les_mots_de_sable il 15/10/15 alle 20:19 via WEB
Le riflessioni hanno duplice valenza, si applicano facilmente qui, nella virtualità, come si applicano senza remore nella realtà di tutti i giorni. Il fattore umano è quello che si è perso, quella dimensione che costa poca e fa bene alla gente...e questo, a scuola non lo insegnano più, a scuola ora ti insegnano a primeggiare, ad essere il primo della classe, poco importa se il merito non è tuo, ma del compagno di banco dal quale hai miseramente copiato e messo in cattiva luce... Il coraggio.... il vero coraggio, si forgia in persone sane. Tutto il resto è un coraggio di carta che il vento quando vuole spazza via.
 
   
Essayer
Essayer il 16/10/15 alle 11:40 via WEB
L’accenno alla scuola mi ricorda Profumo di Donna (versione Al Pacino). Due storie quella del tenente colonnello Slade, e quella dello studente Charlie che si intrecciano. Il soldato vuole far credere di essere un uomo oltre le regole, ne ha fatte di tutte i colori, ha vissuto border line, non ha mai tradito, ma quando giunge il momento non esita un attimo a schierarsi e a prendere posizione. E’ vero fa parte della sua formazione la capacità di scegliere reattivamente la postazione, scomoda o meno non importa.
E’ solo un film, ma a parte la storia drammatica a lieto fine, insegna a riconoscere dove sta la giustizia, dove risiede l’etica, invita a non mettersi mai in vendita, la persona quando è tale abbandona la paura e incontra il coraggio. C’è chi per questi valori è disposto a masticare amaro per tutta la vita.
Quassù è solo una piccola parte della vita, è realtà pure questa non ho dubbi. La tecnologia ci permette di comunicare, aiutati dall’anonimato si è meno timidi forse, e accade di incontrare la “relazione” cioè il confronto. Tutto questo ci modifica, la capacità d’espressione migliora, ma senza una radice forte e sicura si resta qui con quel “coraggio di carta” o di chips che svanisce alla prima variazione del software.
“…persone sane” definizione e ricerca difficile, identificazione complessa, che percorre il confine fra libero arbitrio ed una componente di giudizio. Definire come sono le persone è pericoloso, ma qualcuno deve farlo…forse anche in questo caso ci vuole coraggio. In sintesi chi dichiara che una persona è sana?
Grazie per le risposte.
 
     
les_mots_de_sable
les_mots_de_sable il 16/10/15 alle 11:58 via WEB
La "normalità", "le persone sane" non sono altro che convenzioni messe insieme da persone che solitamente sono lontane da questi principi che vanno predicando... l'importante è non scendere mai a compromessi con la propria coscienza e di riuscire a dormire serenamente la notte... andare a testa alta e non dover ringraziare nessuno per ciò per cui si è combattuto e si è raggiunto... Il coraggio è così effimero...ed è afferrato a seconda dell'opportunità che offre... qui, come nella vita reale...pochi sanno essere uguali qui e nella vita reale, veramente pochi... sono introvabili... perché la gente ama l'esibizione a tutti i costi, ama dipingersi meglio di quanto non sia, proprio perché insoddisfatti del loro reale e qui trovano lo sfogo che da loro quell'attimo di gloria che li fa star bene...
 
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