Creato da les_mots_de_sable il 07/11/2010

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La rosa

Post n°127 pubblicato il 16 Ottobre 2015 da les_mots_de_sable

La giovane e bella fioraia tra tutte le piante che teneva in bottega amava senza dubbio le rose rosse che secondo il noto linguaggio dei fiori simboleggiano amore e passione, tanto da essere definite i fiori degli amanti. Non a caso la rosa rossa era sacra a Venere, la dea romana dell'amore.

I secoli trascorsi non avevano scalfito l'espressione di quel romanticismo che ancora viene palesato nelle dichiarazioni di sentimenti d'amore e di passione, nei confronti di persone davvero speciali.

Ogni volta che le chiedevano rose rosse, senza farsi vedere scrutava gli occhi dell'uomo che le stava davanti e si divertiva ad immaginare a quale donna fossero destinate.

Poteva capitare di conoscere bene l'uomo che le commissionava "il più bel mazzo di rose di cui è capace". La richiesta era sempre quella quando si trattava di una donna, peccato che spesso e volentieri la destinataria non fosse la legittima compagna dell'uomo, ma la conquista di turno.

Poteva capitare che a fronte del più bel mazzo di rose rosse che lei riusciva a realizzare, superando sé stessa, il gentiluomo riuscisse a scrivere sul biglietto che lui le chiedeva, solo un'unica vuota parola: il proprio nome. Nessuna frase pensata appositamente per lei. Nessuna parola che le avrebbe fatto battere il cuore. Nessuno sforzo per quella donna che poco prima era stata definita "speciale".

Non era certo sua abitudine sbirciare coloro che proprio davanti a lei davano sfoggio della loro firma al centro di un biglietto che lei stessa forniva e che veniva scelto senza troppa convinzione, giusto perché  fosse chiaro chi era l'artefice del gentile omaggio.

Il pensiero che l'invio delle rose rosse, di quel magnifico mazzo di rose, non fosse altro che un solo e unico gesto plateale, come andare a comperarsi una cravatta oppure un paio di scarpe all'ultima moda pur possedendo una quantità infinita di scarpe, spesso le passava birichino tra un pensiero e l'altro.

Un giorno si presentò un uomo sulla trentina, quasi suo coetaneo, che non ricordava di aver mai annoverato tra i suoi clienti. Le parve del tutto naturale osservarlo con più attenzione del solito: vestito di ottima fattura, incedere sicuro da uomo di successo con carattere forte e determinato nelle proprie scelte, a dispetto della sua giovane età.

Appena entrato in bottega, nell'immediato, fu indubbiamente confuso da tanta varietà di fiori, sia in vaso, che recisi.

L'imbarazzo della scelta era cosa assicurata.

Lei lo salutò e lo accolse con la cordialità e il sorriso che le era naturale e si mise subito a sua disposizione, pronunciando le frasi di rito.

Il signore pareva disorientato e lo sguardo si spostava velocemente sui fiori presenti, ma fu subito chiaro: lo scopo era un semplice "presente" a una persona speciale, ma che non fosse così impegnativo perché non era sicuro che la destinataria avrebbe gradito.

Con la solita cordialità la fioraia propose varie tipologie di fiori, dalle orchidee più pregiate e rare, alle calle più delicate, ai tulipani più variopinti e alle rose di varie tonalità, ma gli occhi dell'uomo si illuminarono e soffermarono su di un bocciolo di rosa rossa quasi isolato e le disse immediatamente che era esattamente ciò che andava cercando.

La giovane fioraia chiese se volesse aggiungere del verde o qualcosa di particolarmente decorativo, nella confezione che si apprestava a preparare, ma l'uomo chiese solo che fossero tolte tutte le spine dal lungo stelo: Non chiese bigliettino da scrivere e non chiese che la rosa venisse recapitata a nessuna donna, segno che avrebbe effettuato da solo la consegna. Pagò quanto dovuto, ringraziò soddisfatto di quella bellissima rosa rossa in bocciolo, dal profumo delicato e si dileguò nella nebbia, tenendo con particolare attenzione quel fiore così prezioso che evidentemente lui rivestiva di un significato alquanto importante.

Ormai era ora della chiusura e la fioraia, dalla vetrata con lo sguardo lo seguì finché venne inghiottito dalla nebbia e senza rendersene conto una lacrima solitaria scivolò a rigarle quel volto delicato, che crudelmente le ricordò come alla sua età non fosse ancora riuscita a rappresentare, per qualcuno, quella persona speciale , ma era destinata a vivere di riflesso l'essere speciale di altre donne.

rappelez-vous, vous êtes spécial à tous

 

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Commenti al Post:
Essayer
Essayer il 17/10/15 alle 22:22 via WEB
Le prime righe portano dentro un racconto. Stavolta c’è una storia non è una riflessione mi dico. Invece basta un a capo e la fioraia, per nulla curiosa, presenta il conto nelle sue argomentazioni. Il suo è un mestiere comune eppure l’ha trasformato in osservazione attenta dei comportamenti. E’ solo un passo, e vengo ributtato nella storia. Il giovane uomo lascia aperto uno spiraglio di salvezza. Un’illusione, l’ennesima. Il giovane uomo non attende la fioraia per donarle quella rosa così accuratamente scelta. Banale coupe de theatre. La consegnerà a mano, senza biglietto di accompagnamento, sarà una donna speciale davvero. La fioraia dovrebbe essere contenta di non essere la persona speciale di tutti gli altri altri uomini entrati nel suo negozio, l’unico rammarico quello di non essere speciale per quell’ultimo cliente prima della chiusura del negozio.
Alle rose le spine vanno lasciate.
“Ah quante volte un malefico vento ti colse. Ma il soave profumo risaturò subito l’aria.” Battiato.

Hai una scrittura semplice ma curata, logica e comprensibile sono i contenuti che la fanno esplodere, obbligano a pause per recuperare la respirazione. Sino ad adesso ho apprezzato parecchio “…il sacco di parole…” tua preistoria :) eri all’inizio poi è stato un crescendo di coraggio.
 
 
les_mots_de_sable
les_mots_de_sable il 17/10/15 alle 22:43 via WEB
No, lei non si aspettava di essere speciale per quell'ultimo cliente, ma questo è lo spunto per realizzare che nessuno l'aveva ancora fatta sentire speciale, si è resa conto di quanto, pur essendo in mezzo alla gente, sia in definitiva sola e non apprezzata da nessuno.
 
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