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DUE POESIE CHE FANNO RIFLETTERE MOLTO...

Post n°3 pubblicato il 27 Luglio 2006 da diamantina28

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga
maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento di una splendida felicità.

Ho visto troppe persone camminare come morti viventi sulle strade della Terra.

I loro piccoli mondi così banali, così veri, così tristi.

Pochi hanno ali per volare.

Ad alcuni le ali le spezzano fin da piccoli, ad altri strappano le penne ad una ad una.

Altri ancora tengono le ali chiuse, strette al corpo, nascoste.

Per loro volare significherebbe l’allontanamento dalla comunità, dalla sicurezza.

Paura, angoscia.

Quanti hanno il coraggio di aprire le loro ali e volare veramente?

Chi possiede le ali deve volare, altrimenti rinnega la propria natura.

Chi possiede le ali non deve avere paura di ciò che è.

Buttarsi dall’alto, lanciarsi verso l’ignoto.

Fendere l’aria mentre intorno mille parole cercano di tirare verso il basso:

calunnie, cattiverie, pessimismi, sfiducia.

Non ce la farai mai, non vali niente, cosa vorresti fare?

Non arriverai da nessuna parte…

Quante volte ho ascoltato questi sussurri.

Chi li ascolta precipita oppure torna tra le braccia di giorni banali

con le ali mozze e pesanti di lacrime di pioggia;

ma per una volta…

…volare più in alto delle nuvole, giocare con un raggio di sole,

credere che oltre l’arcobaleno esista un mondo della consistenza di un sogno.

Sentire sotto le ali l’aria che frena, colpirla con forza e salire più in alto, superando tutti gli ostacoli.

Ascoltare le grida di chi rimane a terra: stolto, pazzo, incosciente…

Non importa, chi ha le ali deve volare, nonostante tutto.

Chi ha le ali deve volare anche per chi non le ha, anche per chi ha le ali spezzate.

 
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