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Raccogliere i mirtilli
Per festeggiare la prima vittoria stagionale pur senza distaccarmi troppo dall'argomento trattato la settimana scorsa (grazie a Licia per il commento), voglio dedicare questo numero della mia rubrica ai mirtilli.
Il sottobosco e' un luogo ricco di tesori spesso sconosciuti, qui dove il sole arriva a accarezzare il muschio e le felci e tutta la vegetazione forma un tappeto compatto da cui si alza la frangia dei piccoli arbusti del Vaccinium myrtillus: il mirtillo. I profumi della resina, della terra bagnata, dei fiori, delle foglie, distillati dal vento della montagna si trasformano nel dolce sapore, davvero speciale, del succo di queste bacche blu.
Il mirtillo rappresenta da secoli una fonte di alimento e medicamento, e' diffuso nelle zone submontane e montane dell'Italia settentrionale e centrale, fino all'Abruzzo, e si spinge anche nei pascoli alpini. Questi frutti sono propri della cultura settentrionale tanto che in Irlanda ed in Scozia si celebra la "domenica del mirtillo", dedicata a raccogliere le deliziose bacche, successivamente impiegate nella preparazione di crostate, confetture e sciroppi. In Scandinavia, Francia (soprattutto sui Vosgi) e Germania, ancor oggi ingenti quantitativi di mirtilli di bosco vengono consumati localmente freschi o trasformati in acqueviti, sciroppi, salse e gelatine, esportate nel resto d'Europa. Nel Nord America essi erano parte della dieta degli indiani che li consumavano freschi in estate e seccati in inverno. Le bacche soprattutto del mirtillo rosso, considerate simbolo di pace dagli indiani Delaware, erano utilizzate per tingere corpi e tappeti. [cit. la Pelle]
Personalmente, amo passare i miei fine-settimana estivi tra i boschi dell'appennino tosco-emiliano a raccogliere questi meravigliosi frutti. Una volta arrivato a casa, non perdo occasione di trasformare i frutti in dolci marmellate, con le quali poi posso farcire le mie squisite crostate. Buon week-end, alla prossima settimana!
Marcy
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