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Le droit comme sport de combat: I - La legge sulla magistratura onoraria.

Post n°453 pubblicato il 04 Settembre 2017 da Santajusta_Cultura

 

(Ovvero: date a Geoffroy un podcast del Collège de France... e poi chiamate la neuro)

Riforma del diritto penale? Beoti! Andate a dare un’occhiata a quel simpatico testo entrato in vigore, guarda caso, il 15 agosto: quello si che è il Grande Magazzino del Risparmio della giustizia autoctona. Sto parlando della riforma della magistratura onoraria.

(Colleghi! Scommetto che a Ferragosto, tra una costina e l'altra, eravate TUTTI incollati alla tablette a controllare le ultime novità legislative... come me, del resto)

Magistratura onoraria, secondo la legge, è un po' come consolato onorario. Una specie di opera di volontariato con la quale si intende sopperire alla carenza di magistrati veri: quelli, cioè, che per fare il loro mestiere, vincono un concorso nel quale si concentrano tutti gli esami della laurea in giurisprudenza e qualcuno in più.

Come il console onorario, di solito un imprenditore che ha fatto più o meno fortuna in qualche lontana landa popolata da una mezza dozzina di connazionali, soccorre il turista costretto in albergo con la turista (quella gastroenterica), gli omologhi giudiziari sono chiamati a smistare, per non più di due volte alla settimana, gli affari minori, che vogliono comunque dire mesi e anni di galera.

E sull'orario di lavoro casca il primo asino, senza offesa per nessuno. Al primo articolo, la Repubblica mette subito le mani avanti: che nessuno s’illuda di diventare, per questa via, un pubblico impiegato. Non siamo mica quei lazzaroni della Pubblica Istruzione, noi!

Se aggiungiamo che, prima di prendere servizio, gli onorari (qualcuno di loro si fa chiamare “giudice” omettendo l’aggettivo. Pratica non condivisibile, ma squisitamente nostrana) devono svolgere un tirocinio di sei mesi, non retribuito, agli ordini del collega magistrato collaboratore, e che la loro paga oraria, al netto delle spese, è quella di una donna delle pulizie, pardon, tecnico di superficie, senza contare che una giornata di udienza ne richiede almeno una precedente di preparazione, così dimezzandosi la già magra retribuzione, logico è concludere che trattasi di passatempo per benestanti stanchi del Country Club.

Ma il lavoro, dice una mia amica, non è un hobby pagato. E non ammetto che la giustizia sia fatta per hobby. Non mi piacerebbe, che, di questo passo, trovassi in edicola una raccolta a fascicoli da buoni propositi autunnali: "Costruisci da solo il tuo Tribunale! Con la prima uscita, le cordoniere e il sottogola del giudice" Inquietante, viste le ultime distorsioni in tema di legittima difesa...

Last but not least, l'articolo che entrerà in vigore tra qualche anno, e che allarga a dismisura la competenza dell'onorario, riservandogli anche processi che tanto bagatellari non sono. Giustizia sociale, direi, visto che, finora, i poveri si trovavano sempre davanti al giudice onorario e i ricchi davanti al togato.

Sicché, il diavolo è nei dettagli, in particolare quelli che diventano legge dello Stato il 15 agosto, con tanti auguri a Julius, sia detto en passant. E se la Grande Riforma del Diritto Penale non ha nulla di rivoluzionario, questo decreto "Bambole, non c'è una lira" (per la Giustizia, poi...) mi fa scivolare di nuovo nel complesso del nonno di Heidi. Torno in montagna a cucire borse di Tolfa.

© 2017 Idem Sentire

 
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