Sasha Sans Serif

Polaroid: Parque Lusitania.


Que des champions, que de vedettes. Al Festival di Cannes rispondiamo con il Festival di Namnetes. Che sta al primo come la partita di pallone di "Timbuktu" sta alla partita di calcio del Parc des Princes. Il che non ci impedisce di sederci sulle terrazze o sulle panchine di Parque Lusitania, il giardino in fondo ad avenida Lusitania, sul mare, e rifare il cinema come altri rifanno il mondo. Gino Bartali dev'essere passato di qui.E tutti con la stessa visione: arrivare sulla Croisette in smoking, il giorno del palmarès e sedere in platea del palais des Festivals, con qualcuno ben preciso accanto; nel mio caso, dalla settimana scorsa non è cambiato, Julius sempre. Per gli altri non so. Raffo, cavalier seul, minaccia già il boicottaggio: "Se Garrone vince la Palma, dall'anno prossimo solo San Sebastián!". Andrò a comprare il manualetto "Parlo basco".La Colorful Way, più o meno concorrente della Santajusta, ma qui siamo sportivi, Gisa, Rudy e Thierry since 1983, lei in smoking bianco, con un Panama che, provvisoriamente, è sulla testa di Thierry, annuncia al mondo intero che "Mia madre", di Nanni Moretti ha riscosso otto minuti di applausi. Siedono all'unico tavolino del chioschetto in legno, bar e libreria, gestito da due ex magistrati stanchi della crisi della giustizia. Devo chiedere ad Enrique Berenguer se li conosce. Quando torna da Cortamanga, dove Julio sta dirigendo il festival del fumetto. Vero, non immaginario.A questo proposito, tiro per la giacca (una simpatica tradizione di questa settimana) Rogelio, che sta scappando verso la Santajusta, come se gli avessero detto che sta andando a fuoco. "Senti, e se ne organizzassimo uno anche noi?" "Di cineforum?" "Ma no, di Festival del Cinema". Nel suo sguardo la beffarda enormità della richiesta. "Torna a Ferreñafe e chiedi a Figueredo: solo lui e tuo zio Arsenio possono assecondarti".Y a cada cual està la suya: aleluya aleluya.©2015 Pavia Malandra