Sasha Sans Serif

Mattoncini.


E va bene, ricominciamo. Tengo a precisare, caro Sartre, che non è vero che "L'Enfer, c'est les autres". È tutto il contrario. Ma ho scoperto, in un libro che sto leggendo(1), cosa non va: nulla vale la pena, se non è un gioco. E il gioco al quale alludo, l'altro ieri, è stato molto simile alla catena di montaggio. Che dà, per chi si fosse messo in ascolto in questo momento, prodotti di serie.Ed io voglio il su misura. Non ti ho scelto, amore, per venire incasellato in un ruolo, né per vederti plastificato nella scatola di giocattoli che ti è stata assegnata due-tre anni fa, perché stessi buono e tranquillo, al tuo posto, nel tuo gregge. E, d'altra parte, non posso costringerti a entrare nella mia tribù di indiani campolorini, dove hai già un nome: "Resta-Nel-Tuo-Sogno-Forse-è-Meglio"(1). Ti voglio bene, e fingo di bere le tue giustificazioni alla Acción Popular, partito che credevo estinto con il fu Fernando Belaúnde Terry. Ma tutto questo, non sei mica scemo, lo sai già.Dall'altro ieri, bien forcé, faccio il navigatore solitario, lo scopritore di continenti, tanto per non fossilizzarmi; e continuerò finché il gioco non avrà ripreso tutta la sua forza. Ieri ero al di qua delle colline, con dei vecchi amici dell'Henri IV, che mi hanno ispirato molto; e provato che questo paese, checché ne dica mio fratello Ricardo, non è solo la mentalità "Notaio-veterinario-farmacista". Forse lo avevo solo dimenticato. Forse mi sono spinto troppo spesso in territori brulli, che conoscono solo questi criteri di importanza. Mi ha fatto bene. Ho ripreso a camminare verso la linea d'orizzonte; non si raggiunge mai, ma non è una ragione per fermarsi. C'è un fiore sopra, certo, e talvolta maschera la prospettiva. Non lo reciderò.Stare nel mondo, stare nel mondo, ripeteva un vecchio e saggio amico dei primi tempi di Campo del Oro... e così mi salvai. Per attraversare di nuovo quei territori brulli, senza pensare che sto perdendo il mio tempo, senza sentirmi fungibile, devo guardare ad altri paesaggi. Incontrare altre culture. A cominciare dalla mia propria. Indiano metropolitano biondo (quasi bianco), con gli occhi azzurri e di Campo del Oro. Per il momento, poi si vedrà.Sto raggiungendo Figueredo al Festival di San Berdoo, al di là delle colline; l'ho convinto a mollare "Jesucristo Superstar": dopo trentacinque anni (trentasette!) non se ne poteva più. Ma non è stata una buona idea: mette in scena "The Wall" (li avrà pagati, i diritti?) con un muro di mattoncini Gego sullo sfondo. Ancora giocattoli fatti in serie.E cammino, zaino in spalla, quello vero, quello dell'esercito, con un "Eppur si muove" che mi ronza nella testa.© 2017 Idem Sentire (1) Goliarda Sapienza, "L'arte della gioia".(2) "Reste dans ton rêve, c'est peut-être mieux", Bernard Lavilliers, "La Frontière", 1986.