Sasha Sans Serif

Scontro di culture.


A Namnetes, si sa, siamo campanilisti fino all'inverosimile, ma non lo ammettiamo. Ad esempio, quel ponte sullo stretto che unisce la nostra isola bella a Masuerte (Mala Suerte!) non ci piace neanche un po'. Narra la leggenda che il compianto Don Cayetano Arce Ramnes, vent'anni fa, capeggiava una banda di dinamitardi, tutti sessantenni e tutti tollerati, se non incoraggiati, dalla cittadinanza, pronti a far saltare i piloni.Eppure, ci siamo sempre andati, qualcuno anche a nuoto. Lo stretto è davvero stretto. E da Masuerte, molti sono venuti, soprattutto a nuoto. La metafora del Ponte di Rialto non mi ha mai particolarmente sconvolto, finché non ci sono andato di mezzo io. Di tanto in tanto succede.Senza entrare in noiosi (soprattutto per me) dettagli da donnicciola, credo che la differenza fondamentale tra le due isole stia tutta nei proverbi.A Masuerte sono in crisi, per non dire miseria, e dicono "Mal comune mezzo gaudio".A Namnetes siamo in crisi, ma diciamo "Mal de muchos, consuelo de tontos": mal comune, consolazione da fessi. Ed è per questo che non siamo in miseria (Pour l'instant!).Nel primo caso, diventa ben presto un'epidemia, con conseguenze inquietanti: la miseria, appunto, e una cocciuta volontà di stanare dappertutto il mal comune o di inquinare quel poco di bene altrui, che comunque fa il bene di tutti; anche questo è razzismo. Rimane il fatto che, se ho una toppa sui calzoni, l'analogo rammendo vantato dal mio vicino non mi regala un paio di calzoni nuovi; e credere che sia un mezzo gaudio non mi incita a procurarmeli. Non ci guadagna nessuno.(A questo punto, direte che passo troppo tempo con Bento, il sarto di Cortamanga, visto che non faccio che parlare di stracci).Nel secondo, non ci sono scuse. Nemmeno quella di essere travolto da un corteo di sostenitori del mal comune mezzo gaudio, senza bandiere, senza striscioni, senza altri legami che il compiacimento nell'eguale pochezza. Si lavora per migliorare, o forse, soltanto, per restare sé stessi. Per non darsi nemmeno una chance di recitare il ruolo della vittima.Del resto, mi è capitato di recente, e non c'era neanche Bento, con me: avrei potuto darlo in pasto alla folla al posto mio, lui che è sempre in prima linea! Scherzo. E non generalizzo: commercio con tante persone, laggiù, che non hanno niente da invidiare al più positivista dei Namnes.Invoco il campanilismo per riderci su, fin dove è possibile; per me e per quelli che sono con me, che non meritano un risentito al loro fianco. Ma siamo di fronte a uno scontro di culture: occhi aperti sul cosmo contro abbonamento ai funerali, diplomazia contro ipocrisia, pulsione di vita contro pulsione di morte.Sto attraversando, appunto, il ponte, per andare a lavorare. Quelli come me non conoscono fine settimana, e non è detto che mi dia fastidio. Arrivato al pedaggio, che si trova solo sulla sponda di Masuerte, concludo che ognuno sceglie il senso di marcia che più si adatta alla sua esistenza. Così pure io, da più di quarant'anni.© 2018 Idem Sentire