Sasha Sans Serif

Rentrée


Eh, si: il Covìd ci ha fatto cambiare molte abitudini, prendere decisioni semplici, ma essenziali e passare molto più tempo a Campo del Oro; e, infatti, stamattina sono qui. Da tempo le stanze non erano tutte occupate: sarà un assembramento? We are family, certo, ma come il finale di "Piume di Struzzo". Dallo scorso marzo abbiamo anche l'asso straniero: il giornalista Romano Damiani, giunto in provincia per un DASPO, levato il quale ha deciso di fermarsi ancora qualche settimana e il confinamento lo ha sorpreso a casa mia, insieme a mia madre a a mio fratello Ricardo; senza di loro, con Celedoni bloccato a San Bartolo, sarebbe stato molto peggio. E, invece, ho subito quel tanto che basta di isolamento che cercavo da tempo, per assecondare il mio complesso del nonno di Heidi. (Nel senso di stare a contatto con la natura? No, Martìn, nel senso di stare per i cavoli miei su un cocuzzolo di montagna. Non capirà mai, è di quelli che pensano che la bontà di un film si vede dalla sofferenza che infligge allo spettatore). Aperta seconda parentesi: e io che credevo di essere scontato, evocando l'emergenza sanitaria. Riferisce or ora un'emittente francese (non cambio mai) che è uscito un libro, di uno scrittore "feelgood", con tutti gli ingredienti: il virus, Paperino, la Fata Turchina e il complotto. Va be': ma sarà tanto peggiore l'immaginazione fai-da-te? Torniamo a noi: lo home office mi ha preso la mano e, se non il vecchio montanaro, sono tornato il gentiluomo di campagna che ero prima. Prima del virus? In un certo senso: il virus del "vita-sociale-come-alla-catena-di-montaggio" che mi ha colpito nel decennio appena trascorso. E siamo arrivati alla rentrée 2020-2021. Romano non è più il solo ad uscire di casa tutti i giorni. No so cosa succederà dopo, ma qui persistiamo nei nostri valori: il coraggio, i rapporti umani, la mania dello ius (per me e Sanjuàn) e la tutela del paesaggio, che sempre costituzione è. Siamo pronti a tutto. E a raccontare tutto.©2020 M.A. Forcellati