Me ne stavo alla scrivania del pensatoio (angolo corridoio), in attesa del ritorno di Celedoni, vagamente in crisi, nelle ultime settimane, quando il campanello venne a distogliermi dai miei sensi di colpa (non sono stato abbastanza vicino a lui, non sono stato abbastanza con me stesso, non ho lavorato abbastanza e quel poco anche male, et caetera).Erano Alina, mia figlia, e Lucy, leader del collettivo femminista.Pensavo cercassero il loro bersaglio preferito.“ Niki non c'è, è tornato a Nizza per occuparsi dei suoi affari.”“ Per sempre?” spalancò gli occhi Alina.“Niente è per sempre” sentenziai. L'estate mi aveva dato il solito colpo di mazzuolo e non avrei messo la mano sul suo ritorno. Avrebbe anche potuto dirmi "Se mi vuoi vieni a Nizza" (ni tonto que fuera) e non avrei battuto ciglio.Non venivano per dare fastidio al mio ragazzo. Alina mi allungò un foglio, la stampa di una pagina internet. No, da noi non si dice "La stampata". Cerchiamo di esprimerci correttamente, noi. E, nel nostro dialetto, la stampata è il calcio nel sedere.Il sito di provenienza era un portale d'informazione, come ce ne sono altri tre o quattro, in tutto il mondo, con un'inquietante tendenza al monopolio. Lessi il titolo: "Sesso, l'estate sventata delle adolescenti".Mio nonno, non a torto, mi definisce "Il puceau boutonneux". E infatti, mi bastarono le due parole "sesso" e "estate" perché mi venisse in mente quella canzone che diceva "todos sabemos que fue un verano descalzo y rubio", il 1981 e la prima volta che avevo visto Niki, appena iscritto all'università, e io che pensavo che fosse in terza media.La stampa può dire quello che vuole, "On commence par là à seize ans"(1). Io, che sono tardo, a un po' meno di diciotto.Tenni questi pensieri per me e chiesi ad Alina di rassicurarmi: “Tesoro, se ti senti ancora un'adolescente vuol dire che io e tua madre abbiamo sbagliato tutto”.La discendenza alzò un sopracciglio e si allineò alle posizioni del nonno: “vogliamo parlare del cellulare-giocarello che stai aspettando da un mese?”.Tra una divagazione e l'altra arrivammo al dunque: la firma di una petizione e l'organizzazione di una manifestazione di protesta. A carico mio: a che serve avere un padre produttore, se no?OK, firmo. Firmo anche per tutto quello che non ho firmato nel passato, per tutto quello che ancora oggi mi indigna.Per esempio.Gli spot contro l'AIDS in cui la donna "di strada" (l'amante occasionale) infettava l’uomo che infettava la donna di casa (la moglie). Quelli in cui, statistiche false alla mano, si ammoniva la donna a starsene a casa.E quello dei due ragazzi che facevano l’amore e mano mano che andavano avanti diventavano due scheletri? Quando ci ripenso, mi scandalizzo. Non per l’amore, per la morte. Ci dev’essere un modo meno cruento, e più convincente, per incitare all’uso del preservativo!“Non essere più ingenuo di quello che sei” sorrise Lucy “L’obiettivo è l’astinenza, non il condom”.“Adesso ricomincerà a lamentarsi di preti e suore...”“No, Alina, mi sono stufato”. Ma dovevo riconoscere che il registro delle campagne di prevenzione, negli anni, era radicalmente cambiato: non se ne facevano più. Ogni tanto, però, qualcuno si svegliava e, senza nominare la malattia, come se fosse scomparsa dalla faccia della terra, minacciava: “Ragazze, attente!”. Così perpetuando la credenza della donna-diavolo-untrice. Degli uomini e dei ragazzi, nessuna notizia. E nessuna responsabilità. SNORT...“Firmo tutto, Alina.” ripetei, afferrando una penna e ripescando l’apposito carnet nel cassetto “anche un contributo per la tua associazione. Basta che si sappia in giro. E soprattutto, che lo venga a sapere Niki”.In quella, suonò il campanello, annunciandomi il ritorno di Celedoni. E tolsi la seduta.(1) Stendhal, De l'Amour© 2009 Pavia Malandra
Ancora dalla parte delle bambine.
Me ne stavo alla scrivania del pensatoio (angolo corridoio), in attesa del ritorno di Celedoni, vagamente in crisi, nelle ultime settimane, quando il campanello venne a distogliermi dai miei sensi di colpa (non sono stato abbastanza vicino a lui, non sono stato abbastanza con me stesso, non ho lavorato abbastanza e quel poco anche male, et caetera).Erano Alina, mia figlia, e Lucy, leader del collettivo femminista.Pensavo cercassero il loro bersaglio preferito.“ Niki non c'è, è tornato a Nizza per occuparsi dei suoi affari.”“ Per sempre?” spalancò gli occhi Alina.“Niente è per sempre” sentenziai. L'estate mi aveva dato il solito colpo di mazzuolo e non avrei messo la mano sul suo ritorno. Avrebbe anche potuto dirmi "Se mi vuoi vieni a Nizza" (ni tonto que fuera) e non avrei battuto ciglio.Non venivano per dare fastidio al mio ragazzo. Alina mi allungò un foglio, la stampa di una pagina internet. No, da noi non si dice "La stampata". Cerchiamo di esprimerci correttamente, noi. E, nel nostro dialetto, la stampata è il calcio nel sedere.Il sito di provenienza era un portale d'informazione, come ce ne sono altri tre o quattro, in tutto il mondo, con un'inquietante tendenza al monopolio. Lessi il titolo: "Sesso, l'estate sventata delle adolescenti".Mio nonno, non a torto, mi definisce "Il puceau boutonneux". E infatti, mi bastarono le due parole "sesso" e "estate" perché mi venisse in mente quella canzone che diceva "todos sabemos que fue un verano descalzo y rubio", il 1981 e la prima volta che avevo visto Niki, appena iscritto all'università, e io che pensavo che fosse in terza media.La stampa può dire quello che vuole, "On commence par là à seize ans"(1). Io, che sono tardo, a un po' meno di diciotto.Tenni questi pensieri per me e chiesi ad Alina di rassicurarmi: “Tesoro, se ti senti ancora un'adolescente vuol dire che io e tua madre abbiamo sbagliato tutto”.La discendenza alzò un sopracciglio e si allineò alle posizioni del nonno: “vogliamo parlare del cellulare-giocarello che stai aspettando da un mese?”.Tra una divagazione e l'altra arrivammo al dunque: la firma di una petizione e l'organizzazione di una manifestazione di protesta. A carico mio: a che serve avere un padre produttore, se no?OK, firmo. Firmo anche per tutto quello che non ho firmato nel passato, per tutto quello che ancora oggi mi indigna.Per esempio.Gli spot contro l'AIDS in cui la donna "di strada" (l'amante occasionale) infettava l’uomo che infettava la donna di casa (la moglie). Quelli in cui, statistiche false alla mano, si ammoniva la donna a starsene a casa.E quello dei due ragazzi che facevano l’amore e mano mano che andavano avanti diventavano due scheletri? Quando ci ripenso, mi scandalizzo. Non per l’amore, per la morte. Ci dev’essere un modo meno cruento, e più convincente, per incitare all’uso del preservativo!“Non essere più ingenuo di quello che sei” sorrise Lucy “L’obiettivo è l’astinenza, non il condom”.“Adesso ricomincerà a lamentarsi di preti e suore...”“No, Alina, mi sono stufato”. Ma dovevo riconoscere che il registro delle campagne di prevenzione, negli anni, era radicalmente cambiato: non se ne facevano più. Ogni tanto, però, qualcuno si svegliava e, senza nominare la malattia, come se fosse scomparsa dalla faccia della terra, minacciava: “Ragazze, attente!”. Così perpetuando la credenza della donna-diavolo-untrice. Degli uomini e dei ragazzi, nessuna notizia. E nessuna responsabilità. SNORT...“Firmo tutto, Alina.” ripetei, afferrando una penna e ripescando l’apposito carnet nel cassetto “anche un contributo per la tua associazione. Basta che si sappia in giro. E soprattutto, che lo venga a sapere Niki”.In quella, suonò il campanello, annunciandomi il ritorno di Celedoni. E tolsi la seduta.(1) Stendhal, De l'Amour© 2009 Pavia Malandra