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Football Association.

Post n°469 pubblicato il 15 Luglio 2018 da Santajusta_Cultura
 
Tag: calcio

Ha-Haaaaa! Credevate che fossi morto! E invece no! L'altro mondo non comincia sulla tangenziale di Ferreñafe! Ammesso che quella mulattiera, che a tratti ha solo una corsia per senso di marcia, possa chiamarsi così. È passato un po' di tempo, molte marcature sono saltate, per tacer dei punti di sutura, io riemergo e l'Alianza gode di ottima salute.
Lo Sporting Jayanca, presieduto da zio Arsenio, ha firmato una joint venture con entrambi, col consenso del nonno, che ha messo da parte il suo antico astio nei confronti di quello che, ai suoi tempi, si chiamava ancora "football association".
Con la scusa di approfondire e, personalmente, per recuperare, ho organizzato una fan zone per l'intera durata dei mondiali di calcio; ma non nella sala trofei della sede, bensì in casa mia. Siamo i soliti: Io, Sanjuán, Celedoni; Rudy, Titti, Thierry; Figueredo, Paul-Henri, zio Arsenio; Vari ed Eventuali. La formazione ha anche qualche riserva e non scende in campo quasi mai al completo. Ma perché vado in porta sempre io?
La mancata qualificazione dell'Arcipelago ci ha concesso un mondiale di tutto riposo. Ci ha risparmiato lo sfibrante fanatismo, quella rinuncia a sé stessi (e soprattutto a sé stesse) che rende isterici (e soprattutto isteriche) individui che, fino al 31 maggio, guardano allo sport con indifferenza, finanche con sdegno; ma alla prima partita della nazionale si trasformano, mettendo a dura prova la statica del condominio con i loro boati o la resistenza dei vetri del medesimo con i loro squittii. Constatato personalmente, nel '90 e nel 2006.
I miei due eredi, Alina e Paul, protestano: sarei diventato la classica checca misogina, tipo Claude Brasseur, che in quel film diceva "toutes des hyènes!" (1)... Ehi! Mi state dando del Claude Brasseur!!! Quale onore!
Per smorzare il conflitto generazionale, dirò subito che l'invito (o l'intimazione?) della FIFA a inquadrare meno "donne sexy" nelle tribune mi ha rattristato parecchio. Le belle ragazze esistono, e la regia le ha inquadrate in egual proporzione dei bambini, delle madri di famiglia, delle coppiette e dei panzoni in maglietta nazionale. Scusate, ma questa non è difesa: è soppressione dell'immagine della donna! Tenendo anche presente che le belle ragazze sono in maglia ufficiale o in abiti tipici e, più che ammiccare alla telecamera, seguono con ansia le evoluzioni di Lukaku o di Modric (2). Sexy? Certo, sexy come la gioia di vivere. È proprio questo che mi preoccupa, di questa censura del XXI secolo.
Ed abbiamo apprezzato, si señor, le trasmissioni sportive della grande catena televisiva concorrente e consumista (Integralisti del Partito: Tiè!), che si è buttata sull'offerta negletta dalle emittenti pubbliche; reportage sobri e competenti. E l'alternativa: la possibilità di vedere la partita senza commento, con il sonoro dello stadio. Non ci siamo privati.
Le reti di stato, quando ci capita di ascoltare un giornale radio, come oggi, non si dipartono dai loro schemi e dai loro cliché. Si parlava dei finalisti: guerra civile da una parte e colore della pelle dall'altra. Come a dire: sono in finale, si, ma hanno certi problemi! Nulla è cambiato: l'Arcipelago è una repubblica democratica fondata sull'effetto di dimostrazione. E sul suo negativo, il mal comune mezzo gaudio.
Ma non roviniamoci la giornata: C'è ancora una partita da vedere e, da domani, una squadra da organizzare. E, da parte nostra, sempre gioco totale.

P.S.: Hanno appena inquadrato una ragazza croata in canotta! E una francese in top! Signora mia, dove andremo a finire?

© 2018 Pavia Malandra

(1) "Un éléphant, ça trompe énormement", trasposto egregiamente, per una volta, negli States come "La signora in Rosso", con l'insuperabile Gene Wilder.
(2) Per sfottere, poco fa mi hanno dato del "Modric di Campo del Oro"

 

 
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