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Il Partito dei Virtuosi

Da quando Radio NP4TD ha perso la denominazione d'origine "Ferreñafe" (non ne sentiamo la mancanza), Silvio, grande amico di Leonardo, è tornato in zona e dirige i programmi d'informazione fino alle otto, quando il mitico Bernardo attacca la rassegna stampa più lunga della storia del cinema, pardon, della Radio. Guinness alla mano.

Devo riconoscere, onta e disonore, di averlo sempre considerato un cretinetti senza conoscerlo davvero. E' una malattia mentale dalla quale non sono mai riuscito veramente a guarire. Ma da quando è tornato mi sono ricreduto e rimangiato tutto, abbiamo fatto amicizia e più di una volta siamo saltati allegramente dalla Radio alla Santajusta e ritorno.

Adesso siamo attivisti del Partito dei Virtuosi, e lavoriamo alacremente alla campagna che seguirà. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia? Ma no, non si tratta di politica; anche se, in qualche modo, c'entra Mitterrand. Produciamo insieme, il che stizzisce Niki, che però non vuole darlo a vedere. E' molto più viriloide di me. Ma stia tranquillo: nessuno minaccia il suo primato (senza Guinness). Nemmeno il vecchietto della settimana scorsa.

Il Partito dei Virtuosi si presenterà a Nantes, nel prossimo agosto. Ogni volta che scelgo, o mi capita, una destinazione francese, (e ne ho ancora molte a disposizione), l'entourage crede che i Geoffroy siano originari del luogo. E invece siamo di Pontoise. Amboise?, Come Leonardo da Vinci? Ma no, Silvio, Pontoise!

Lieve sospiro di delusione. Eh, lo so. Tra un po' scopriranno anche che non siamo né conti, né duchi, né discendenti del Barone de Coubertin, ma tonneliers. Bottai. Si, si, anche il nonno: tonnelier e tennista. Senza dimenticare il provetto nuotatore: la sua fuga verso l'arcipelago, negli anni '40, iniziò con un tuffo nell'Oise (e cosa dire del sistema immunitario?).

Giusto per dirvi che il lunedì di Pasqua mezza borgata si è svegliata al grido "E che, siamo più fessi dei Namnes?". Dietro l'apparente campanilismo becero si cela una riprovevole storia di delocalizzazione. La resistenza si organizza proprio intorno a Silvio e, dopo qualche esitazione, al sottoscritto. Che ha il Know-How.

La Santajusta, dall'anno della sua fondazione, il 1981, ogni Pasqua offre uno spettacolo nel parcheggio della sede, e più precisamente la versione castigliana di Jesus Christ Superstar. Avendo partecipato, in vari ruoli, a ventiquattro edizioni consecutive, so tutto dello spettacolo e conosco a memoria tutte le parti: potrei fare anche la Maddalena, ovviamente in una versione horror.

Ultimamente mi ero un po' stufato e, come me, tanti altri. Quest'anno, la rock opera sarebbe saltata, senza l'apporto degli indispensabili immigrati da Ferreñafe-Campo Del Oro:  lavoratori della radio, tra i quali Silvio, dell'Alianza, nonché loro amici, come Andrés La Gatta, parrucchiere del luogo e maniaco sessuale. E Julio, dico Julio, nel ruolo di Pedro!

Delle origini, erano rimasti i Mostri Sacri: Cayetano Arce Ramnes nella parte di Caifa; Rogelio, l'unico e il solo Pilato; e naturalmente Figueredo, regista, Deus Ex Machina e furbacchione: in quanto coordinatore di Santajusta, Alianza e No Prayer, ad ogni rifiuto di collaborare del sottoscritto scritturava tre nuovi Virtuosi per il giorno di Pasqua. Virtuosi, dice lui, come contrario di professionisti. Furbacchione ma elegante.

Dato l'innegabile successo di critica e di pubblico, quelli di Ferreñafe hanno fondato un Grêmio (un altro?) e hanno deciso di mettersi in proprio. Silvio ha assediato me e Leonardo per l'intera settimana. Finché non abbiamo ceduto. Leonardo ha trovato un teatro temerario a Nantes (altro che Namnetes!), per il 17 e 18 agosto.

Da allora non faccio che pensare al castello dei Duchi di Bretagna (altro che il Castello di Cayetano!), ed ogni notte sogno di essere laggiù, ma non dimentico il mio dovere. Visto che si autodefiniscono virtuosi, che ognuno paghi le proprie spese e alla fine si dividerà il ricavato in proporzione dell'apporto.

E' da quando ho fissato questo limite che, intorno a me, corre voce che il capostipite dei Geoffroy era uno speculatore inglese della Compagnia delle Indie, tale Jeffrey. Ma cosa pretendono, che paghino tutto il produttore e il regista? Si fa presto, a prendersi per delle stars!

© 2009 Pavia Malandra