« a bocca chiusa | molliche di zucchero sul foglio » |
A volte riprovo a contare mettendo la punta delle dita in bocca
arrivo come sempre non oltre il 10
è così come da bambina mi stupisco perchè per me i numeri ,
che sono difficili da far diventare memoria,
diventano fotogrammi stesi sui calendari che non ho mai appeso
calcolo e sottraggo visi
provo a far spazio
se mai l'anima avesse un luogo con un' area definibile
mi ristupisco poi quando arrivo in fondo al giorno
eppure l'ho tenuto sempre stretto a quel unico pensiero
o forse era una domanda o un desiderio ?
Lui sta lì , il pensiero intendo, si mette seduto in prima fila
e mi guarda
mentre recito, canto, borbotto e rimando a memoria
invento parafrasi metafore similitudini
non è l'unico spettatore, ma è l'unico invisibile per questo così reale
gli altri alla fine se ne vanno alle loro tiepide faccende
ecco quando conto i giorni finiti
sporgendomi dal proscenio
Lui, intendo il pensiero,
è lì
che mi aspetta
con un fiore in mano e un uomo per mano
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